Aprendo gli occhi la mattina poteva capitare di vedere i vetri delle finestre arabescati da strane forme che il ghiaccio aveva inventato durante la notte, allora mi rincantuccciavo sotto le coperte per godere ancora per un po’ il loro tepore . Alla fine però bisognava alzarsi e la stanza era talmente fredda che battevo i denti mentre mi rivestivo. Per fortuna la cucina era ben riscaldata dalla stufa a legna, accesa da mia madre che era alzata già da un paio d’ ore.
Quando faceva così freddo, andare a scuola a piedi non era molto piacevole: i piedi diventavano in breve dei pezzi di ghiaccio e la nebbia, che era frequentissima, ti si congelava sui capelli che spuntavano dal berretto e formava uno strano, effimero diadema, che sarebbe scomparso appena entrati in classe. Andavamo a scuola insieme noi bambini dei dintorni e il gruppo si ingrossava lungo il percorso. Chiacchierando e ridendo, camminavamo di buon passo per riscaldarci un po’, ciononostante i maschietti , che non so per quale motivo portavano i calzoni corti anche d’ inverno, avevano spesso le ginocchia violacee (o come si dice da noi “murèli”).
La sera , prima di cena mia madre preparava “il padléni” , cioè gli scaldini: sul loro fondo coperto di cenere metteva un bel mucchietto di braci prese dalla stufa o dal camino e lo copriva con altra cenere . Ogni “padléna” veniva infilata nel “prete” : un attrezzo di legno che teneva sollevate le coperte del letto e dentro al quale si infilava lo scaldino. Spesso però il calore che proveniva da dentro il letto, faceva sì che sulle coperte si condensasse un velo di umidità. Non era neanche raro il caso che qualcosa andasse storto e che le braci danneggiassero il letto.
Quando la sera veniva l’ ora di andare a dormire, era difficile staccarsi dal calduccio della cucina per tuffarsi nel gelo delle camere e non vedevi l’ ora di cacciarti nel letto caldo .
Ora che basta schiacciare un pulsantino o un interruttore per avere tutto il caldo che si desidera, sembra impossibile che fino a non molto tempo fa il freddo potesse condizionare tanto pesantemente la vita della gente.