Ripubblico qui , con qualche adattamento , un post scritto qualche tempo fa, in occasione dell’ anniversario dell’ entrata in convento di mia sorella.
Cinquantuno anni fa, l’ 8 settembre 1960, una bella ragazza di diciassette anni nata in un paesino dell’Emilia, entrava nel convento delle Clarisse Cappuccine di Carpi.
Era una scelta che aveva gettato nello sconforto soprattutto la sua mamma, che pensava di perdere per sempre una figlia, che sarebbe stata per sempre come “sepolta viva”.
Anche in paese la cosa aveva suscitato grande scalpore, perchè suora sì, si sentiva dire ogni tanto, allora, che qualche ragazza faceva questa scelta, ma per occuparsi degli orfani, degli ammalati, degli anziani o degli handicappati, ma la clausura era un’ altra cosa.Eppure quella ragazzina era stata irremovibile e alla fine, dopo un lungo braccio di ferro coi genitori, l’aveva spuntata ed ebbe il permesso di seguire la sua vocazione.
Quella ragazzina era ed è mia sorella; otto anni dopo, se ne andò inThailandia per aiutare alcune consorelle e presto divenne una figura importante, perchè le comunità aumentavano velocemente di numero ed era lei a coordinare tutte le attività e a progettare i nuovi conventi.
Ancora oggi si trova là in una terra che ormai ama come la sua terra e fra giovani suore che la amano come una madre amorosa. E, incontrandola, vedi una donna pienamente felice e serena, che sa di aver seguito la sua strada con coerenza, senza sbandamenti , lasciando un’ampia impronta di sè al suo passaggio.
So che ogni tanto si collega a questo blog, per questo scrivo queste poche righe: per dirle che ho sempre ammirato la sua scelta coraggiosa e la sua determinazione, anche se, quando se ne andò via da casa, io mi sentii più sola.
Auguri, Vanna!