Film: Il menù della felicità.

Noè, un ragazzo autistico, con la passione per la cucina, non riesce a inserirsi nel mondo del lavoro; uno chef di valore viene licenziato per il suo caratteraccio che lo porta a maltrattare i suoi collaboratori; un ristoratore sta per chiudere il suo locale perché non ha più un cuoco: è da queste situazioni di difficoltà che prende il via la storia del film.

La madre di Noè non riesce a rassegnarsi agli insuccessi del figlio e pensa di diventare lei la sua datrice di lavoro, infatti si fa dare un prestito dalla banca, coinvolge il cuoco licenziato e affitta il locale del ristorante che stava per chiudere, poi ingaggia altri ragazzi con diverse disabilità come camerieri e aiuto-cuochi.

Il cuoco scopre via via che ogni ragazzo ha delle abilità del tutto particolari: c’è chi riesce a ricordare a memoria le “comande”, chi ha un olfatto eccezionale e può inventare salse favolose abbinando in modo originale gli ingredienti; c’è chi sa accogliere i clienti con particolare gentilezza … Questa scoperta fa sì che il cuoco si affezioni a quei ragazzi che a volte combinano pasticci, ,a che si impegnano con entusiasmo perchè riescono a sentirsi utili, sentono di aver assunto un loro ruolo nella comunità. Tuttavia il cammino di questa impresa non è privo di difficoltà …

E’ un film molto bello che rappresenta il mondo della disabilità con rispettosa leggerezza: , vi sono rappresentate situazioni divertenti che nascono dai tic e dalle “manie” dei giovani disabili, ma sempre con l’intenzione di metterne in risalto le potenzialità, l’originalità e le risorse di cui ognuno è portatore.

Se vi capita di andare su Raiplay, cercatelo: vale la pena di essere visto!!!

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