Ecco una foto che risale a più di cento anni fa. Vi compaiono i miei nonni paterni: il nonno Vincenzo coi suoi bei baffoni, l’ aria piuttosto imponente e austera, la catenella dell’ orologio che esce dal taschino e la nonna Carolina con l’ aria un po’ provata (e ne aveva ben donde visto che aveva da poco avuto il piccolo che tiene sulle ginocchia , ultimo di una schiera nutrita)
Ci sono poi lo zio Ettore accanto al nonno, mio padre in piedi accanto alla nonna , la zia Bruna , unica femminuccia, in piedi sulla sedia e lo zio Bruno sulle ginocchia della sua mamma.
E’ interessante notare come il fotografo abbia disposto le persone : è un’ impostazione pittorica direi ( potrei dire a piramide?) perchè la si ritrova in molti quadri ; nel tempo in cui la pittura risentiva dell’ influenza della fotografia, la fotografia mimava la pittura.
Mio padre raccontava che suo padre aveva fatto il carabiniere e che una volta gli aveva salvato la vita: lui correndo per casa era caduto nella pentola che stava sul focolare e suo padre, rapidamente gli aveva strappato di dosso tutti i vestiti, limitando il danno delle ustioni, di cui portava alcune cicatrici mai scomparse del tutto.
Il nonno morì di poòmonite sul finire della Grande Guerra e la nonna rimase da sola coi quattro figli già nati e col quinto in arrivo. Si può ben immaginare che la sua non sia stata una vita facile.