Domani, 4 luglio, gli USA festeggeranno l’Independence Day, in ricordo dell’Approvazione della Dichiarazione di Indipendenza dalla Gran Bretagna.
Ecco cosa scrisse John Adams, uno dei protagonisti di quel momento storico, alla moglie:
«Il secondo giorno di luglio del 1776 sarà l’evento più memorabile della storia dell’America. Sono portato a credere che sarà celebrato dalle generazioni future come una grande festa commemorativa. Dovrebbe essere celebrato come il giorno della liberazione, attraverso solenni atti di devozione a Dio Onnipotente. Dovrebbe essere festeggiato con pompe e parate, con spettacoli, giochi, sport, spari, campane, falò ed illuminazioni, da un’estremità di questo continente all’altra, oggi e per sempre»
Peccato che quel nobile atto di libertà abbia poi dato l’avvio a una storia segnata dal genocidio dei nativi americani e dall’ignominia della schiavitù degli africani deportati nelle piantagioni.
Spesso quando si parla di libertà ci si riempie la bocca di belle e altisonanti parole, intendendo però limitare i diritti al gruppo sociale cui si appartiene, anche a costo di negarli agli altri.