Era stata modellata nel seicento: il corpo in legno dalle fattezsze gentili di fanciulla, il viso dolce e un po’ triste e le braccia mobili. Le avevano inserito sul braccio sinistro la statua del suo bambino, che reggeva il mondo.
Eravamo sotto la dominazione spagnola ed era stata rivestita con panni lussuosi e adorni di ricami preziosi, secondo la moda del tempo: doveva rappresentare la regalità di Maria e quindi non poteva mancare una corona sul capo di lei e del Bambino.
La gente semplice venerava questa immagine, le attribuiva poteri miracolosi e per secoli quella statua ha avuto un posto d’onore nella chiesa di Arcellasco.
Poi, la smania di modernismo del secondo dopoguerra, l’ha relegata in soffitta: i suoi vestiti sono andati bruciati (secondo alcuni) o trafugati perchè preziosissimi (secondo altri); le è stato tolto anche il Bambino, donato da qualcuno che non ne aveva il diritto a qualcun altro che lo detiene in modo improprio…..
E ora la statua miracolosa di Maria Regina dell’Universo è solo una scultura in legno, spoglia, con una “cicatrice” che ricorda quel bambino che non c’è più e il suo viso triste ben si addice alla sua triste storia.
E’ così che l’hanno ammirata i visitatori della mostra di arredi e paramenti sacri che abbiamo allestito ad Arcellasco e che si è conclusa ieri sera, dopo la visita della neo-sindaca, che ha molto apprezzato l’iniziativa.
Questa e molte altre storie abbiamo raccontato nel libro “Una data, una storia: 1517…” di cui ho già avuto occasione di parlare.