Da qui partì Primo Levi con un treno che lo portava verso la più terribile delle prigionie. Fossoli fungeva da campo di smistamento e Levi ricorda quei momenti in questa poesia:
Il tramonto di Fossoli
Io so cosa vuol dire non tornare
A traverso il filo spinato
ho visto il sole scendere e morire;
ho sentito lacerarmi la carne
…le parole del vecchio poeta:
“Possono i soli cadere e tornare:
a noi, quando la breve luce è spenta,
una notte infinita è da dormire”
A traverso il filo spinato
ho visto il sole scendere e morire;
ho sentito lacerarmi la carne
…le parole del vecchio poeta:
“Possono i soli cadere e tornare:
a noi, quando la breve luce è spenta,
una notte infinita è da dormire”
P. Levi
Mi è capitato una volta di passare in mezzo a quelle baracche; il pensiero che anche un’ opera di grande solidarietà come “NOMADELFIA” di don Zeno Saltini avesse preso il via da lì, non riusciva a cancellare le immagini di dolore e di orrore che esse richiamavano alla mente. Ora ospitano un museo della Memoria.