Sto leggendo alcuni racconti brevi , opere giovanili di Hermann Hesse e voglio trascrivere qui un breve brano tratto da “PELLEGRINAGGIO D’AUTUNNO”.
Il giovane Hermann sta facendo un viaggio a piedi per ritrovare immagini e ricordi della sua giovinezza. Camminando in solitudine ha tempo di osservare e di riflettere . A un certo punto scrive:
…..Grandi stormi di storni volavano sui campi in formazione a V, con un forte frullar d’ali……. Nella valle avanzava lentamente il gregge di un pastore nomade e alla sua leggera polvere si mischiava l’esile fumo azzurrognolo della pipa del pastore…….la bellezza della terra parlava la sua lingua lieve e struggente, senza curarsi di chi la ascoltasse.
Una cosa mi pare strana e incomprensibile….: come un albero si innalzi verso il cielo e come i venti, senza rumore, posino in una valle; come le foglie gialle della betulla cadano dai rami e come gli stormi di uccelli trovino la strada nel cielo azzurro. Quell’eterno mistero ci stringe il cuore in modo così umiliante e dolce al tempo stesso che deponiamo ogni superbia, quella superbia con cui di solito si parla dell’inesplicabile, ma, ben lungi dal soccombere, accogliamo grati ogni cosa e, con modestia e orgoglio, ci sentiamo ospiti dell’universo….
Oltre alla bellezza della descrizione mi piace l’idea di sentirsi “ospiti dell’universo” , non dominatori e padroni…. Ospiti ! Essere ospiti comporta l’ atteggiamento di rispetto di chi occupa provvisoriamente uno spazio che non gli appartiene e perciò ha il dovere di trattarlo con cura , di custodirlo , per lasciarlo intatto ad altri ospiti futuri.
Questa è un’idea molto attuale che ispira anche il documento di Papa Francesco “Laudato si'”, oltre all ‘ ecologia moderna.