E’ un primo maggio che ci fa sentire a disagio…. come si fa a celebrare la festa del lavoro quando il lavoro è la prima emergenza nel paese? I giovani disoccupati, gli esodati, le donne espulse dal mondo del lavoro avranno motivi per festeggiare? E quale motivo avranno per festeggiare le famiglie di quei 377 operai (in maggioranza operaie) morti in Bangladesh per il crollo del palazzo (dichiarato pericolante due giorni prima) in cui confezionavano abiti per le case di moda guadagnando un euro al giorno? Tra quelle case di moda figura anche la Benetton, che su quella mano d’ opera schiavizzata ha costruito la sua fortuna……Festeggiare il LAVORO oggi vuol dire mettere sotto accusa questa globalizzazione senza regole, che dà lavoro, sotto ricatto della fame, a una parte di poveri nel mondo e che toglie lavoro e dignità ai lavoratori di casa nostra.
Credo che sia interesse anche di coloro che si sono arricchiti sfruttando i più poveri tra i poveri rimediare a queste stridenti ingiustizie……o la platea dei potenziali clienti si restringerà sempre più e coi loro prodotti costosi e grondanti sangue potranno farci un immenso falò.