Venerdì , 8 Gennaio 2016.
FILOSOFIA : La metafora del naufragio – Prof. Porro.
La metafora del naufragio ha percorso la storia del pensiero , dall’ antichità fino alle epoche più recenti. Lucrezio nel secondo capitolo del “De rerum natura” parla del saggio come di colui che dalla riva del mare guarda il naufragio della nave in alto mare e ne gioisce perchè non è su quella nave. Con questa metafora Lucrezio indica nei naufraghi coloro che si affannano a inseguire i falsi miti del potere, della ricchezza , del successo; il saggio invece sa guardare con distacco le tempeste dell’ esistenza, che rischiano di travolgere gli altri uomini. Il saggio sa godere in serenità e tranquillità dei piccoli piaceri legati al soddisfacimento dei bisogni essenziali della vita. La vita stessa è un continuo naufragio in cui ognuno cerca di stare a galla; anche la nascita è un naufragio per approdare alla spiaggia dell’ esistenza.
Recentemente il filosofo Blumemberg ha ripreso questa metafora , notando che una svolta decisiva a questo concetto si ha nel 1600 con Blaise Pascal, che afferma che nessuno può stare sulla riva: tutti siamo su quella nave e insieme rischiamo il naufragio (deriverà da questo pensatore il detto “siamo tutti sulla stessa barca”?) . La terra stessa ci sfugge sotto i piedi (era appena stata formulata la rivoluzione copernicana) .
Il naufragio è un tema ripreso poi da altri filosofi più recenti e da tanti poeti e pittori, delle cui opere il nostro docente ci ha fornito un piacevolissimo excursus.
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La lezione di Biologia, per indisponibilità della docente è stata sostituita da una interessantissima lezione su temi di attualità tenuta da Don Ivano, il quale ci ha fatto un breve commento sulla mostra di Giotto che si sta per concludere a Milano ed è passato poi alla spiegazione di quanto sta accadendo tra Sciiti e Sunniti nei paesi Arabi.
Maometto intendeva unire le tribù arabe da sempre divise, ma ancora oggi se si può individuare un’ etnia araba, difficilmente si può identificare una nazione araba.
Sciiti e Sunniti sono da sempre divisi e contrapposti. Gli Sciiti, presenti in Iran, hanno scuole teologiche e una gerarchia religiosa che detta le linee guida per l’ interpretazione del Corano e supervisiona anche le politiche del governo del paese. I Sunniti non hanno scuole per gli Imam e non hanno punti di riferimento per l’ interpretazione del Corano.
Gli Sciiti aspettano la venuta del Messia come gli Ebrei e nel Messia si manifesterà la sostanziale unione delle tre religioni monoteiste.
In Iran i cristiani possono vivere pacificamente e praticare la loro religione, cosa non certo possibile nell’ Arabia Saudita e negli altri paesi sunniti.
Solo sotto l’ Impero Ottomano si ebbe un’unità politica degli Arabi, ma dopo la sua caduta (Grande Guerra e trattato di Parigi) Francia e Inghilterra si insediarono in quei territori (ufficialmente in nome della Società delle Nazioni – oggi ONU) imponendo governi fantoccio.
In definitiva lo scontro odierno tra Iran e Arabia Saudita è di natura strategico-politica, non religiosa e ha come ultimo obiettivo l’ imposizione della propria egemonia sui paesi dell’ area (tutti grandi produttori di petrolio); è più facile però coinvolgere le popolazioni spiegando gli scontri con motivazioni religiose , come accade da sempre.
L’ interesse per l’ argomento ha indotto molti dei soci presenti alla lezione a chiedere gli appunti preparati dal nostro docente.