Quasi 14 milioni di anziani over 65, e di questa la metà (7 milioni, quindi) sono over 75. L’Italia ha la popolazione più vecchia d’Europa con il 22,8% del totale che ha più di 65 anni a fronte del 20,3% della media dell’ Ue
Sono dati Eurostat riferiti all’anno 2019.
Dunque: quasi un quarto della popolazione italiana è anziana e per la quasi totalità non ha accesso alle nuove tecnologie; aggiungiamo a loro anche buona parte dei 50/60enni e avremo un numero enorme di persone che si troveranno sempre più a disagio in questo mondo che sta informatizzando molti aspetti della vita civile, persone destinate a sentirsi sempre più isolate ed emarginate.
IO quasi ogni giorno vengo contattata da persone anziane afflitte da problemi facilmente risolvibili accedendo a internet, ma quasi insormontabili se non puoi accedere alle informazioni giuste.
Con l’UTE stiamo vedendo che, proponendo lezioni on line, un buon numero di soci è stato stimolato a consultare la propria mail, a installare l’app che permette il collegamento e ad attivarsi per partecipare. Col passaparola il numero di questi coraggiosi è via via aumentato ed è logico pensare che, se dovrà scaricare da internet gli esami del sangue, proverà a farlo e non dovrà più prendere il mezzo pubblico o l’automobile per andare a ritirare i referti.
Si sa che in questo campo l’ostacolo più difficile da superare è la paura di non farcela, di combinare pasticci, ma dopo i primi successi poi ogni giorno si può imparare una cosa nuova e non ci si sentirà più fuori dal mondo.
Ora mi pare ovvio chiedersi: chi si sta preoccupando di aggiornare questa parte di popolazione? Credo che ne gioverebbe tutta la società.