“Questo è il vero coraggio, il coraggio della compassione, che fa andare oltre il quieto vivere, oltre il non mi riguarda e il non mi appartiene“, queste parole sono state dette ieri da Papa Francesco nel discorso pronunciato a conclusione di due giorni di convegno tra tutti i capi religiosi del mondo che hanno aderito all’iniziativa promossa dalla Comunità di S. Egidio.
Tale iniziativa è stata voluta da Papa Giovanni Paolo II 35 anni fa e continua ogni anno a ribadire la necessità che siano proprio le religioni, tutte le religioni, a perseguire il bene supremo della Pace.
Ogni religione infatti ha in comune con tutte le altre l’idea che ogni credente si riconosce “creatura” e quindi riconosce l’esistenza di un Essere che, per definizione, è al di sopra di ogni essere vivente ed è lo stesso Dio, anche se lo chiamiamo con nomi diversi.
Questo ci rende fratelli e compartecipi di un unico destino: che senso ha la guerra in questa ottica? Nessuno, è solo un’assurda, atroce follia a difesa degli interessi di pochi.
D’altra parte, sappiamo come noi, che per caso abitiamo nella parte giusta del mondo, riusciamo a commuoverci alle notizie delle sofferenze che la guerra impone ad interi popoli, ma sappiamo anche come facciamo in fretta a dimenticarcene.
Avere il coraggio della compassione significa operare perchè le guerre diventino un tabù per tutta l’umanità e, forse, ognuno di noi può fare qualche cosa in questo senso.