La serata è cominciata con un filmato veramente scioccante. Mostrava tutti i luoghi della terra in cui si stanno vivendo crisi umanitarie devastanti. Campi profughi, dove una umanità dolente sopravvive in ripari di fortuna, si estendono all’infinito in mezzo a pianure deserte dove non cresce un filo d’erba, masse di persone di ogni età in fuga si attendano alla meglio davanti ai fili spinati che dovrebbero arginare la loro disperazione …. e tutto questo mentre si spendono risorse infinite per le armi e mentre una ristrettissima minoranza di multimiliardari si arricchisce sempre più.
Dopo questo choc iniziale cui il pubblico attonito ha assistito con sgomento, è iniziato il “dibattito” sulla guerra in Ucraina con le testimonianze di due giornalisti, Luigi Geninazzi e Nello Scavo di Avvenire, che ben conoscono il problema che oggi preoccupa tutti noi.
Sono state ben inquadrate dal punto di vista geo-politico le cause remote di questo conflitto “sacrilego” (come dice Papa Francesco): alla dissoluzione dell’URSS, l’Ucraina ebbe il riconoscimento dalla Russia di Eltsin della propria indipendenza da Mosca, ma ora Putin non riconosce più quei trattati e vuole riportare sotto l’influenza russa i territori che facevano parte dell’impero zarista.
L’accusa di “nazismo” nei confronti degli Ucraini si regge, secondo il modo di vedere di Putin, sul fatto che essi rivendicano la propria identità e indipendenza; le accuse verso la Nato, poi, perdono di consistenza se si pensa che il suo allargamento non è stato imposto con la forza a nessuno dei nuovi stati membri, che anzi hanno loro stessi chiesto di entrare a fare parte di questo organismo di difesa, proprio per diffidenza nei confronti del colosso russo.
Quanto alle trattative, da tutti auspicate per trovare una soluzione condivisa e porre fine alla guerra e alle sue atrocità, richiedono un riconoscimento reciproco e una volontà da entrambe le parti in causa che al momento non ci sono e pertanto nessuno può prevedere la durata del conflitto in atto e le sue possibili soluzioni.
Sentire le testimonianze dirette di Nello Scavo, appena tornato da Kiev, è stato illuminante: in una guerra nessuna delle due parti in conflitto ha l’esclusiva dell’innocenza, ci sono atti di violenza da entrambe le parti; ma questo non ci deve far confondere: l’aggressore è uno solo ed è Putin ed è il suo esercito a radere al suolo intere città.