Repubblica dedica un bellissimo articolo al 70° compleanno di Cassius Clay , ribattezzato Mohammed Alì quando, contrario alla guerra nel Vietnam, rifiutò di arruolarsi e gli fu tolta la licenza per continuare a salire sul ring.
Io non capivo molto di pugilato, ma quando trasmettevano alla TV i suoi incontri cercavo sempre di non perderli: era leggero come una piuma, elegante nei movimenti, la sua più che una boxe era una danza: era bellissimo !
In omaggio al suo glorioso passato gli fu chiesto di accendere il fuoco di Olimpia ad Atlanta; era già malato da tempo e i danni del parkinson erano evidenti. Fu un momento molto commovente, che riempì di lacrime gli occhi di mezzo mondo….
Auguri, Alì, grande atleta e uomo coraggioso sul ring, nei momenti della notorietà e nell’ affrontare la malattia …
Da queste foto balza agli occhi il contrasto tra l’ immagine del pugile emblema della perfezione fisica e del controllo del proprio corpo e la decadenza precoce (aveva solo 54 anni ad Atlanta) non dissimulata , ma mostrata con coraggio.