Quando su ci si butta lei,
Si fa d’un triste colore di rosa
Il bel fogliame.
Strugge forre, beve fiumi,
Macina scogli, splende,
È furia che s’ostina, è l’implacabile,
Sparge spazio, acceca mete,
È l’estate e nei secoli
Con i suoi occhi calcinanti
Va della terra spogliando lo scheletro.
Pare proprio la descrizione di questa estate così arida che “beve” i nostri fiumi trasformandoli in nastri sassosi cosparsi di detriti mai rimossi e rifiuti vilmente abbandonati. Solo qua è là una mesta pozzanghera offre rifugio a rane solitarie.