Le sofferenze degli Ischitani in questi giorni, fanno stringere il cuore e tutti dobbiamo sentirci partecipi del loro dolore. Giustamente la macchina imponente della Protezione Civile sta facendo sforzi immani per soccorrere la popolazione e si spera che l’emergenza possa finire al più presto.
Ma … se leggiamo quanto si dice in questo articolo è inevitabile porsi delle domande: se da sempre il territorio dell’isola è così fragile, perché si è permesso di costruire là dove non sarebbe stato consentito? Chi doveva controllare, perché non lo ha fatto? Chi ha costruito in barba a tutti i criteri di sicurezza era consapevole del rischio a cui si esponeva o non ne era informato?
Come spesso accade nel nostro paese “gabbare” le leggi non è ritenuta cosa riprovevole, ma cosa da furbi perché si pensa al “vantaggio” immediato che ne deriva, poi quando l’inevitabile accade allora si chiede l’intervento di quello Stato le cui direttive sono state bellamente ignorate.
Sarebbe anche ora di cambiare mentalità e di maturare un maggiore senso di responsabilità; quando questo accadrà potremo dirci un popolo civile.