Stamattina su Radio1 parlava la Boldrini, reduce da una visita a Gaza, e dal suo racconto si poteva ben capire quale tragica realtà si stia consumando in quella regione.
Non vi è possibilità di fuga dai bombardamenti: ogni passaggio è controllato dagli Israeliani e anche i convogli umanitari sono bloccati e non possono portare i generi di prima necessità a una popolazione ormai all’estremo: senza acqua, senza viveri, senza casa, senza cure sanitarie: Gaza può essere definita un immenso lager, dove non esistono nemmeno più le baracche per ripararsi dalle intemperie? Si prevedono a breve migliaia di morti per malattie e denutrizione.
Con questo non voglio dire che le responsabilità di questa situazione sia solo di Israele, infatti Hamas ha vigliaccamente fatto di ospedali , scuole e condomini il rifugio dei suoi terroristi che si mischiano cinicamente alla popolazione civile.
Ma quale soluzione si può prevedere? Forse la migliore, quella di due popoli due stati, non sarà più praticabile perché gran parte dei territori sono ormai sotto il controllo di Israele. Resta forse solo la possibilità per i palestinesi che sopravvivranno a questa carneficina di fuggire all’estero, se sarà loro concesso; ma quanto rancore conserveranno nei loro cuori? e questo rancore, unito alla memoria delle tante vittime innocenti non sarà seme per nuove violenze?