Questo articolo apparso su “La Stampa” ai primi di giugno, quando ancora il “fallito golpe” in Turchia era di là da venire, fa ben capire come Erdogan da tempo abbia operato per diventare il nuovo “sultano”. I cosiddetti “golpisti”probabilmente hanno solo cercato di prevenire e neutralizzare mosse tendenti ad accentrare ulteriormente il potere e ad eliminare gli oppositori.
Così si spiega il fallimento di un golpe, le cui contromisure erano da tempo predisposte e così si spiega anche come in così poco tempo Erdogan abbia potuto imprigionare tante migliaia di persone tra militari, magistrati , insegnanti e impiegati pubblici. Non sta paralizzando il suo paese?
Quello che addolora al vedere le foto dei prigionieri è il pensiero che nessuno interverrà a fermare lo scempio che si sta attuando in Turchia; ci saranno inviti alla moderazione e al rispetto dei diritti umani, ma nessuno vorrà inimicarsi il nuovo sultano.
Chissà se in Turchia vivono ancora dei testimoni del tempo in cui quel paese era sotto il potere degli Ottomani…..in questi giorni potrebbero rivivere “i bei tempi” della loro infanzia…..