Caos in Libia: pericolo di contagio…

La notizia più inquietante del giorno.

In Libia il caos regna sovrano….gli Europei , che sono andati là in forze per abbattere Gheddafi, ora si disinteressano di ciò che vi sta accadendo.
Mi pare invece che dovremmo interessarcene e favorire le fazioni che danno più garanzie, ove ne esistessero.
La situazione descritta nell’ articolo di Europa.it , che si può leggere cliccando sul link qui in alto, è quanto di più angosciante si possa immaginare, tanto più che la Libia è, possiamo ben dirlo, un vicino della porta accanto e il pericolo di essere “contagiati” da quel caos è tutt’ altro che remoto….

Risveglio autunnale.

Dalla mia finestra

Mi risveglio in una mattinata tipicamente autunnale: una pioggia leggera e insistente cade silenziosa e monotona, mentre una nebbia sottile offusca il panorama.

Questa nebbia ha uno strano effetto tridimensionale: mette in evidenza la distanza degli elementi del paesaggio, infatti dagli strati bassi, più densi, affiorano le cime degli alberi e delle case in modo che quelli più vicini appaiono  come ombre più nette e più scure mentre le altre sagome diventano via via più sfumate man mano che la distanza si fa più marcata.

Il tagete solitario.

Nell’ orto restano malinconiche piantine di pomodoro con  frutti che non matureranno mai e nel giardino un tagete gigante, seminato forse troppo tardi, si  ostina a mostrare l’ unico fiore, che è riuscito a sbocciare, e tanti boccioli, da giorni in vana attesa di un raggio di sole che li convinca a  fiorire. Lì accanto le belle di notte, ingannate dalla mancanza di luce, non si sono ancora chiuse.

E’ già mattino inoltrato, ma in casa è buio e dovrò decidermi ad accendere le luci….. siamo ormai in pieno autunno, stagione che amo nelle giornate di sole per i suoi colori , ma che in giornate come questa fa venire un po’ di malinconia.

A scuola di Italiano.

Stamattina abbiamo cominciato le lezioni di Italiano per Stranieri. Il gruppo del mercoledì mattina in cui mi trovo ad insegnare è composto da persone che già conoscono gli elementi base della lingua e hanno tuttavia bisogno di approfondire e perfezionare le loro conoscenze. Stamattina era rappresentata l’ Africa  (un egiziano, un senegalese e una ivoriana) l’ Asia (due pakistani) e l’ America del sud (due suore brasiliane). Solo tre di loro sono “vecchie ” conoscenze, per gli altri si tratta di persone nuove del gruppo.

Dopo i primi approcci per imparare  i loro nomi e la loro provenienza, abbiamo guardato sulla cartina dell’ Italia dove ci troviamo noi, poi abbiamo individuato l’ isola di Lampedusa  e abbiamo rivolto un pensiero ai tanti  che sono morti laggiù la settimana scorsa. E’ stato  un breve ricordo per le famiglie intere scomparse tra le onde e per quelle che forse non sapranno mai quale sorte sa toccata a quel figlio, a quella figlia,a quel marito che si ostina a non dare notizie di sè. E’ stato solo un minuto, ma in quel breve lasso di tempo ho visto su quei visi variamente colorati lo stesso mio sgomento, lo stesso dolore.

Poi abbiamo cominciato la lezione vera e propria, partendo dalla conoscenza dei soldi e dei numeri e dopo un breve ripasso siamo passati alla compilazione di un bollettino postale. Alla fine tutti se ne sono andati con un “grazie” e un sorriso.

Che giustizia!

Pinocchio e il giudice.

Nel video che si può vedere cliccando sul link qui sopra , troviamo un giudice , interpretato da De Sica, che ascolta bonario  il racconto di Pinocchio circa le cinque monete d’ oro sottrattegli dal Gatto e dalla Volpe. Il finale è comicamente amaro: il giudice comminerà 5 giorni di prigione a Pinocchio per essersi lasciato derubare!!!!

E’ mia ferma e datata convinzione che “Pinocchio” sia un libro per adulti, o , meglio, un libro che da bambini può essere letto semplicemente come fiaba, mentre da adulti se ne possono gustare tutti i risvolti satirici e di critica severa a molti aspetti della società, e non solo di quella  di fine ‘800 .

Mi è venuto in mente questo episodio leggendo una notizia di cronaca sul giornale locale: un diciannovenne romeno è stato sorpreso a rubare un articolo di elettronica di modesto valore in un supermercato: subito è scattato l’ arresto , al quale è seguito immediatamente il processo.

E tutto questo mentre da anni si parla di un signore che ha sottratto allo Stato molti milioni di tasse, grande corruttore di giovani , di uomini d’ affari , di politici, di giudici e non ha mai fatto un giorno di prigione , anzi tutti sono in agitazione perchè FORSE sarà affidato ai servizi sociali……..

La giustizia ottocentesca , a detta del Collodi , era roba da barzelletta; quella di oggi sembra efficientissima coi poveracci, ma molto “soft” con quelli che contano….

UTE: Modernismo e biodiversità.

Oggi all’ UTE c’ erano due lezioni in programma: il Modernismo e la biodiversità.

Del Modernismo potete trovare una esauriente esposizione a questo link e non sto perciò a riassumere l’ argomento col rischio di essere poco chiara e imprecisa; voglio solo riferire qui quello che mi ha maggiormente colpito nella lezione di don Ivano : il Modernismo scatenò all’ interno del Cattolicesimo una furiosa caccia alle streghe , che non arrivò a  riaccendere i roghi nelle piazze, ma mise al bando molti valenti uomini di Chiesa, colpevoli di non condividere le arretratezze di una gerarchia che ottusamente si ostinava a negare le evidenze scientifiche che contraddicevano l’ interpretazione letterale della Bibbia. Inoltre mi ha sorpreso un passo dell’ enciclica di Pio X, conosciuta col titolo “Pascendi”, nel quale il pontefice  condannava come eretici quelli che sostenevano che la Chiesa dovesse tornare umile e povera come quella delle origini: leggendo quelle parole ho pensato che anche Papa Francesco sarebbe stato perseguito come eretico se fosse vissuto un secolo fa.

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Nella seconda ora, il dr. Sassi ci ha intrattenuto su “Erosione della biodiversità”.

Il rapporto tra uomo e natura nella nostra civiltà occidentale è stato fortemente condizionato dall’antropocentrismo di ispirazione biblica, secondo il quale l’ uomo può, per volere di Dio, disporre a proprio vantaggio di animali e piante; inoltre fino al 18° secolo era diffusa la convinzione che qualunque azione dell’ uomo non avrebbe mai potuto alterare l’ equilibrio della natura, in quanto  opera di Dio e perciò perfetta.

Linneo nel 1700 sostiene di aver classificato tante specie quante ne ha create Dio, ma dopo di lui Darwin , studiando i fossili, arriva a concludere che alcune specie animali si sono estinte e sostiene la teoria dell’ evoluzionismo.

L’ uomo è spesso causa di estinzione di specie di esseri viventi , sia per la sottrazione progressiva di spazi sia per il primato delle attività economiche sul rispetto degli ecosistemi.

Così oggi la velocità dei processi di estinzione delle specie è mille volte superiore al ritmo con cui esse si rigenerano ed è inoltre importante sapere che , quando il numero degli esemplari di una specie è molto ridotto, si impoverisce irrimediabilmente il suo patrimonio genetico  .

L’ Italia, per la particolare conformazione del suo territorio e per la varietà di paesaggi e di zone climatiche, ha una straordinaria biodiversità, infatti 5.000 specie , tra animali e vegetali, vivono solo qui da noi, ma la pressione sulle specie è fortissima e molte di esse sono a rischio. Sapremo salvaguardare una tale ricchezza?

 

 

Dalla Terra dei Fuochi.

Dalla Terra dei fuochi

Da molti anni sento parlare di Terra dei Fuochi, un movimento che vuole portare  a conoscenza di tutti il problema dell’ inquinamento della zona compresa tra Napoli e Caserta.  E’ lì che per anni sono stati interrate abusivamente o scaricate a cielo aperto e poi incendiate tonnellate di rifiuti tossici non trattati .

TANTI HANNO LUCRATO SU QUESTO TRAFFICO INDEGNO: le industrie del nord che  hanno risparmiato sull’ eliminazione dei loro scarti , le imprese che dovevano trattarli e non lo hanno fatto, i trasportatori  che hanno occultato i  loro carichi velenosi e i proprietari dei terreni nei quali essi venivano scaricati.

Ora però in quella zona muoiono molti adulti, ma anche molti bambini….muoiono di leucemia…muoiono di cancro….

Adesso la gente ha preso coraggio , si sta ribellando e vuole far sentire il suo grido di dolore. Sabato sera erano in 50mila alla manifestazone indetta da  La Terra dei Fuochi…. è già tardi, più tardi di quanto si possa pensare ….ma qualcuno deve ascoltare il grido di quei 50mila.

Ricordando Edith Piaf.

Singer Edith Piaf performing.
Singer Edith Piaf performing.

C’era una grandissima cantante francese dalla voce ineguagliabile per espressività e capacità di emozionare: Edit Piaf . Piaf nel linguaggio corrente significa “passerotto” e lei assomigliava veramente a un passerotto spaurito: così  piccola, minuta, gracile ….ma appena cominciava a cantare si trasformava , la sua voce riempiva i teatri e penetrava nell’ anima. Spesso componeva da sé i testi delle sue canzoni , che avevano spesso un sapore autobiografico. Ha avuto una vita molto difficile, ma spero che, Là dove si trova ora, abbia pesato positivamente la gioia che ha saputo dare a chi la ascoltava.

Ecco il testo di una delle su canzoni più famose:

Non! Rien de rien …
Non ! Je ne regrette rien
Ni le bien qu’on m’a fait
Ni le mal tout ça m’est bien égal !

Non ! Rien de rien …
Non ! Je ne regrette rien…
C’est payé, balayé, oublié
Je m’ en fous du passé!

Avec mes souvenirs
J’ai allumé le feu
Mes chagrins, mes plaisirs
Je n’ai plus besoin d’eux !

Balayés les amours
Et tous leurs trémolos
Balayés pour toujours
Je repars à zéro …

Non ! Rien de rien …

Non ! Je ne regrette rien …
Ni le bien, qu’on m’a fait
Ni le mal, tout ça m’est bien égal !

Non ! Rien de rien …
Non ! Je ne regrette rien …
Car ma vie, car mes joies
Aujourd’hui, ça commence avec toi !

Ecco qui il video per ascoltare questa canzone dall’ incredibile voce del “Passerotto”

 

Emigranti. (De Amicis)

Cogli occhi spenti, con le guance cave,     
Pallidi, in atto addolorato e grave,
Sorreggendo le donne affrante e smorte,
Ascendono la nave
Come s’ascende il palco de la morte.

E ognun sul petto trepido si serra
Tutto quel che possiede su la terra.
Altri un misero involto, altri un patito
Bimbo, che gli s’afferra
Al collo, dalle immense acque atterrito.

Salgono in lunga fila, umili e muti,
E sopra i volti appar bruni e sparuti
Umido ancora il desolato affanno
Degli estremi saluti
Dati ai monti che più non rivedranno.

Ho ascoltato la lettura di questa poesia alla radio e credevo fosse stata composta in questi giorni, in  occasione della tragedia di Lampedusa, poi ho sentito il nome dell’autore e ho capito che i migranti di cui parla il De Amicis, sono i nostri compatrioti che lasciavano il nostro paese per sfuggire alla fame, alla miseria e al malgoverno .

I tempi cambiano , ma i volti e i gesti della sofferenza sono sempre gli stessi.