Nonna Mimma mi ha inviato questa bella foto.
Potrebbe intitolarsi “CANICOLA”
La gabbianella cerca refrigerio all’ ombra del comignolo, mentre le tegole tutt’ intorno sono infuocate dal sole.
Quando l’ idraulico arriva troppo in fretta…
Da trent’ anni un tubo dell’ impianto idraulico di casa mia mi fa impazzire e nonostante i vari interventi il problema non è mai stato risolto. In questi giorni ho chiamato un altro idraulico, perchè le continue perdite vengono a pesare sulla bolletta, oltre a causare danni .
Solitamente trovare un idraulico disponibile è una gran fatica.
Questa volta invece appena ho chiamato ecco il tecnico precipitarsi a casa per il sopralluogo e quindi prendere nota del fabbisogno e del tipo di intervento: per risolvere alla radice il problema bisognerà sostituire un pezzo di tubo che è murato nella parete del bagno: nessuna preoccupazione, sarà solo un buchetto che rimarrà nascosto…
In men che non si dica l’ idraulico comincia a martellare energicamente: e picchia e picchia a un certo punto vedo cadere dei calcinacci sulla scala interna. I nipotini si spaventano (forse ricordano il terremoto che hanno appena vissuto), io mi allarmo (e vorrei ben vedere) e corro al piano di sopra, mentre uno squarcio nel muro fa bella mostra di sè e pare una bocca aperta in una risata diabolica…..
Dopo le scuse e la spiegazione dell’ inevitabilità dell’ accaduto il martellamento continua fino all’ interruzione per il pranzo.
Nel pomeriggio l’ idraulico compare con al seguito un vecchio muratore che ripara lo squarcio nel muro
sulla parete che dà sulle scale, mentre lui provvede alla sostituzione di tubi e rubinetti …. alla fine però nella parete del bagno rimane ben visibile la traccia di tanto martellare , con la conseguenza che io rifiuto di pagare il lavoro : un piccolo acconto deve bastare in attesa che il lavoro sia completato ad arte.
Morale della favola: In un primo momento ho pensato che la tempestività di intervento dell’ artigiano fosse dovuta alla crisi: poco lavoro per tutti , anche per gli idraulici…. ma poi ho dovuto pensare che forse il tizio è senza lavoro perchè è diventato troppo pasticcione: aveva già eseguito altri lavori in casa mia e mi era sembrato affidabile, ma ora dovrò ricredermi.
Una bella serata.
Ieri sera il calcio europeo ha interessato anche i miei “cuccioli”.
Samuele a Londra tifava Italia con la mamma, che però , alla fine del primo tempo lo ha convinto che la partita era finita e che non aveva vinto nessuno (visto che si sarebbe dovuto alzare per tempo l’ indomani).
– Sì, sì, è finita con un pari – gli dicevo io su Skype. Ma lui controbatteva: – No pari :Italia non vince, bianchi non vince!!! – Forse sarà bene spiegargli il significato di “parità”….
Elisa e Davide inizialmente erano più interessati al film di cartoni che abbiamo preso in biblioteca, poi però Elisa è venuta in cucina con me e ha cominciato a seguire la partita, dimostrando buona conoscenza delle regole del gioco . Man mano che la partita procedeva , cresceva l’ ansia di gol e il nostro tifo si faceva sempre più rumoroso e così anche Davide si è convinto che si poteva seguire la partita. Il fatto è che lui era già talmente stanco e assonnato che solo saltuariamente si è unito ai nostri cori di incoraggiamento, poi è crollato….
Elisa invece ha voluto seguire fino all’ ultimo tiro dal dischetto e alla fine abbiamo esultato come tutti . Di corsa ho subito portato a letto i due cuccioli , ma per un po’ di tempo i clacson di alcuni tifosi ci hanno fatto rumorosa compagnia.
Una bella serata.
Sì, viaggiare….
Per finire questi miei brevi flash sul viaggio in Ungheria, vorrei fare ancora alcune considerazioni .
L’ aspetto organizzativo della nostra spedizione non ha mai mostrato pecche e anche gli alberghi erano in genere quanto di meglio le località potevano offrire; l’ autista è stato sempre puntuale ad ogni appuntamento e sempre molto prudente nella conduzione del mezzo a lui affidato; della guida ho già parlato: una signora non più giovanissima, ma molto esperta e molto colta, che ha saputo rendere interessante ogni tappa, mischiando di tanto in tanto alla storia del paese o all’ illustrazione dei fatti di attualità anche note sue biografiche, che ben esemplificavano i concetti che stava esponendo. Mi sono spesso affiancata a lei durante gli spostamenti a piedi e ho sempre potuto trovare un’ interlocutrice sensibile e intelligente.
L’ animazione del gruppo era affidata anche a don Ivano, il sacerdote che è sempre stato l’ anima dell’ UTE di Erba. Mi piaceva il suo modo provocatorio di discutere tutti gli argomenti (a proposito: quanto è vasta la sua cultura?) , anche quelli religiosi, che egli affrontava con spirito critico verso certe degenerazioni che nei secoli hanno finito col rendere meno chiaro e meno autentico il messaggio evangelico. Se la sua impostazione ideologica diventasse maggioritaria nella Chiesa, forse ne guadagnerebbe l’ immagine, piuttosto sfocata al giorno d’ oggi, con la quale Essa si presenta al mondo.
Il gruppo, poi, composto per lo più da coppie di coniugi o di amiche, si è sempre mostrato vivamente interessato agli aspetti culturali del viaggio, senza disdegnare i momenti conviviali e ludici.
C’ era una coppia di coniugi dietro di me (sul pullman) che sentivo chiacchierare con dovizia di particolari dei loro precedenti viaggi o di attualità : erano informatissimi su tanti argomenti e sono rimasta veramente stupefatta quando ho saputo che lui aveva 85 anni (!!!) e lei 77.
Se viaggiare fa invecchiare in modo così splendido, credo che viaggerò anch’ io, appena sarà possibile…
Località di vacanza (Ungheria: continua…)
Le mete preferite degli abitanti di Budapest per le ferie e i fine settimana sono l’ ansa del Danubio e il lago Balaton.
Nell’ansa del Danubio prevalgono le seconde case sparse sulle alture circostanti e immerse in tanto verde. A questo proposito sarà bene ricordare che la densità della popolazione ungherese è a occhio la metà di quella italiana e si può viaggiare a lungo in mezzo a boschi immensi percorsi da strade assai poco frequenta
Il lago Balaton mi ha sorpreso per la sua vastità e per la dolcezza dei panorami. Ci siamo arrivati in una splendida giornata di sole e le sue acque basse brulicavano di vele bianche (la sola navigazione consentita è quella a vela) Ho ritrovato l’ atmosfera tipica delle zone balneari e il caldo un po’ umido che si trova sulle rive di tutti i laghi. Il Balaton è minacciato dalla diminuzione costantedelle piogge che da sempre lo alimentano.
Budapest .
Dopo due giorni passati tra castelli e abbazie delle città minori, accompagnati da acquazzoni frequenti e temperature piuttosto freddine, siamo arrivati a Budapest (ricordatevi di pronunciare la “S” come fosse una “SC”).
E’ una città molto bella con monumenti, palazzi e chiese stupendi, che stanno lì a ricordare il passato glorioso di questa città. Buda occupa la riva collinosa del Danubio ed è più residenziale, più calma e le famiglie più ricche è lì che vogliono abitare; Pest sorge invece in pianura ed è la parte in cui si svolgono tutte le attività economiche, culturali e mondane.
Visto dalla Cittadella il Danubio delude un po’: è vero, è maestoso, ha una grande portata d’ acque e merita certamente il suo posto nella classifica dei fiumi più lunghi, ma…. non è affatto BLU!! Come tutti i grandi fiumi ha un colore indefinito tra il grigio-verde-giallo. Tuttavia è percorso da numerosi mezzi di navigazione sia per il trasporto di merci che per il trasporto di passeggeri.
Il palazzo più suggestivo è certamente il palazzo del Parlamento, che specchia le sue guglie gotiche nelle acque del Danubio, ma rimane scolpita nella memoria anche “La Piazza degli Eroi”, in cui, attraverso una serie di statue , viene riassunta la storia del paese.
Ho accennato alla Cittadella: qui, accanto alle rovine di un’ antica fortezza, sorge un monumento di epoca comunista, che per l’ enfasi stucchevole e l’ aridità di ispirazione che ne traspare, ricorda certi nostri monumenti di epoca fascista: le dittature , di destra o di sinistra che siano , non sanno esprimere armonia e bellezza perchè queste non possono sopravvivere dove la libertà viene negata.
Certamente abbiamo anche visitato i luoghi e i monumenti che ricordano la fallita rivoluzione del 1956 e la nostra guida esprimeva un profondo rammarico per l’ indifferenza dell’ Occidente verso le sofferenze dell’ Ungheria…
Passando in pullman per la città, a un certo punto abbiamo visto un palazzo dipinto di celeste , circondato come da una fascia nera su cui spiccava la parola “TERROR” : era lì che si svolgevano gli interrogatori dei ribelli al regime e da lì molti non sono più tornati alle loro case.
Tutto sommato, credo che noi Italiani siamo turisti molto difficili da stupire, perchè siamo troppo abituati a vivere circondati dai tesori d’ arte che le varie epoche storiche ci hanno lasciato, ma devo confessare che durante la navigazione notturna sul Danubio a bordo di un battello, la vista estremamente incantevole dei palazzi illuminati, che si riflettevano nelle acque del fiume, era veramente emozionante e tutto il gruppo di cui facevo parte ha provato la mia stessa meraviglia.
In Ungheria (seconda parte)
Nella storia dell’ Ungheria c’è un punto di partenza che nessuno scorda: il re Santo Stefano, che attorno al mille convinse il suo popolo a rinunciare al nomadismo e al paganesimo per occidentalizzarsi , diventando un popolo di agricoltori e cristiani. Così la migrazione secolare di quel popolo asiatico dedito al saccheggio ebbe termine e lì, nella pianura ungherese, cominciò a prosperare.
Le divisioni interne portarono poi all’ invasione funesta dei Turchi durata 150 anni e da essa i Magiari si poterono liberare solo con l’ aiuto degli Asburgo (Impero austriaco) nel corso del 18° secolo., naturalmente però il prezzo fu piuttosto alto: gli Asburgo occuparono il paese e ne distrussero le fortezze per scoraggiare le velleità di indipendenza mai sopite. Solo all’ epoca della principessa Sissi ottennero il riconoscimento di regno federato sotto la corona di Francesco Giuseppe.
Questo fu il momento di maggior splendore della Grande Ungheria che andava dal Mar Baltico al Mar Nero all’ Adriatico e i molti palazzi in stile liberty ne sono testimonianza. Era il periodo in cui in ogni operetta o commedia teatrale non poteva mai mancare il conte ungherese o la principessa di Transilvania…
Ma Le sorti dell’ Ungheria seguirono le vicende degli Asburgo, che scomparvero con la prima Grande Guerra. Il regno fu smembrato e i Magiari scelsero di diventare una Repubblica; dopo vent’ anni scelsero di nuovo l’ alleato sbagliato e i loro territori furono ulteriormente ridotti fino agli attuali 100.000 Km. quadrati (un terzo dell’ Italia con appena 10 milioni di abitanti).
Ritornando alle origini, S. Stefano si fece aiutare nella sua opera di civilizzazione dai monaci benedettini e in tutto il paese si trovano a ogni piè sospinto vestigia del santo re, di sua moglie Gisella e tante abbazie, oltre alle numerosissime basiliche e cattedrali .
Della dominazione turca non resta nulla: tutto è stato cancellato, tranne qualche bagno turco…
Ora l’ Ungheria guarda decisamente verso quell’ Europa che l’ ha punita duramente in passato, ma che potrebbe assegnare a questo paese, che ricorda orgogliosamente le sue origini asiatiche, il compito di fare da tramite tra un occidente in declino e un’ Asia in potente risveglio.
(Nella foto: Maria Teresa d’ Austria)
In Ungheria (prima parte)
Sono appena tornata dal viaggio in Ungheria: è stata una bellissima esperienza culturale ed umana, perfettamente organizzata e perfettamente condotta.
Abbiamo fatto alcune tappe prima di arrivare nella capitale, percorrendo da sud a nord la parte più occidentale e più ricca del paese.
La prima cosa che mi ha colpito sono state le case dei paesi di campagna: piccole , a un solo piano, con tetti aguzzi e piccole finestre chiuse da doppi vetri divisi tra loro da uno spazio spesso occupato da fiori visibili più ai passanti che agli abitanti della casa. Assomigliavano tantissimo alla casa dei sette nani della favola di Biancaneve, solo che non erano destinate a dei nanetti irreali, ma a dei contadini in carne e ossa che , data la loro atavica povertà, potevano permettersi solo casette minime per lasciare il maggior spazio possibile alla parte coltivabile del terreno a loro disposizione.
Da un borgo all’ altro si estendevano chilometri di campi coltivati , ma le fattorie erano rarissime: segno evidente che il latifondo continua ad essere preminente nell’ agricoltura ungherese (così ci ha detto la nostra guida , Wanda Virag, bravissima e coltissima).
Nei centri delle cittadine in cui abbiamo sostato brevemente, Soprom, Vesprem e Gyor, resta evidente la conseguenza di un quarantennio di comunismo: tutti i palazzi che erano appartenuti alla ricca borghesia di prima della guerra , sono stati confiscati agli antichi proprietari e poi lasciati in abbandono perchè il loro mantenimento era troppo costoso, con l’ unico risultato che oggi un prezioso patrimonio architettonico sta andando in rovina, anche se su ogni casa compare una targhetta che la dichiara “monumento nazionale” o sede di un museo. Quando l’ ottusità va al potere, queste sono le conseguenze inevitabili.
Ogni città poi porta ancora segni evidentissimi degli oltre quarant’ anni di dittatura comunista anche nell’ architettura dei suoi palazzi : interi quartieri di orribili costruzioni di dieci piani , simili a enormi parallelepipedi composti da pannelli in cemento, hanno sostituito le antiche abitazioni. Il tutto ha un’ aria molto triste e squallida.
I resti romani non mancano nemmeno in queste zone, ma è certo che dell’ antica civiltà latina qui sono rimaste solo tracce nei documenti più antichi (anche in queste terre essi venivano redatti in latino, lingua portata qui dai monaci benedettini).