Elisa racconta….

La scuola è finita anzitempo per il terremoto, ma Elisa che ha finito la quarta deve ugualmente fare qualche compito ed ecco un suo racconto:

ALL’ AEROPORTO

Martedì, 5 giugno, siamo andati (mio fratello Davide, mio cugino Samuele, mia zia Grazia, mia nonna Diana e io) all’ aeroporto per accompagnare Samuele e la zia Grazia che partivano per Londra, in Inghilterra.
Appena arrivati, io e Samuele ci siamo messi a giocare: lui faceva l’ aereo e io il passeggero e lo tenevo per la maglietta. Ci siamo divertiti molto a scorrazzare per l’ aeroporto come dei matti . A un certo punto mi è sfuggita la maglietta di Samuele e ho gridato: – Nonna, ho perso l’ aereo! – e tutti si son messi a ridere…

Dopo è arrivato il momento più triste, quello dell’ arrivederci. Io mi son messa a piangere e anche Samu stentava a trattenere le lacrime.
Lo dico sempre: è bello l’ arrivo, ma è brutta la partenza….
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Ecco qui di seguito la ricetta brevettata da Davide e perfezionata da Elisa (che l’ ha così descritta) per una BUONA LIMONATA.

INGREDIENTI E MATERIALE:
Acqua
una fetta di limone
zucchero
una bottiglia di plastica.
due o più bicchieri (dipende dal numero dei componenti della famiglia)

PROCEDIMENTO:
Riempire un bicchiere con poca acqua, aggiungere alcune gocce di succo di limone (due o tre)e aggiungere infine uno o due cucchiaini di zucchero.
Versare tutto il contenuto del bicchiere nella bottiglia e continuare l’ operazione finché la bottiglia non sarà piena.

:-))))

A Budapest!

Domattina partirò per un viaggio in Ungheria organizzato dall’ Università della Terza Età di Erba. Ero stata molto indecisa sull’ adesione all’ iniziativa e qualche giorno fa sembrava che non sarebbe stato possibile partire, invece si è trovata la soluzione ai vari problemini che si erano presentati.

Sarà forse la prima vacanza vera della mia vita: non dovrò cucinare , nè rifare letti o brandine, nè fare la spesa…..pare strano. Chissà se mi piacerà …. se troverò qualche computer collegato con internet negli alberghi in cui ci fermeremo , racconterò le impressioni di questo viaggio.

Per il momento un saluto a tutti quelli che passeranno di qua.

Il “GIORNALE DI ERBA” parla di Elisa e Davide…

Giornale di Erba
Il “Giornale di Erba”, uscito oggi , ha come titolo di prima pagina ,la storia dei miei nipotini , Elisa e Davide, ospiti qui da me per il terremoto che ha colpito il loro paese, Rolo, e che ha reso inagibili le scuole elementari e la scuola materna.
Nel bell’ articolo firmato da Benedetta Magni compare anche l’ intervista a mia figlia che racconta come in Emilia si affronti l’ emergenza e come questa situazione faccia riscoprire lo spirito di collaborazione e di solidarietà vera e semplice che è patrimonio culturale di quella gente.

La danza degli svassi.

Oggi passeggiando sulle rive del Segrino, abbiamo potuto osservare da vicino una coppia di svassi . Erano in un momento di riposo e tenevano la testa abbassata sul dorso, mentre si lasciavano cullare dalle acque placide del lago. Più lontano, in mezzo al laghetto si vedeva una famigliola : tre piccoli svassi e un adulto che continuava a tuffarsi in cerca di cibo per i suoi piccoli.
Davide è rimasto incantato a guardarli , mentre Elisa cercava di fotografarli.

Sono uccelli acquatici molto affascinanti sia per la loro bellezza, sia per la loro abilità nel nuoto che per la capacità di tuffarsi anche a notevoli profondità e per tempi molto lunghi. Ma la cosa più spettacolare di questi uccelli è la danza di corteggiamento , che potrete vedere cliccando sul seguente link.
La danza degli svassi

Partenze e voli ….

E’ stata una giornata densa di avvenimenti e di emozioni. La mattina è stata occupata dai preparativi per la partenza di Samuele e dal rammarico dei tre cuginetti al pensiero di doversi separare.
Hanno passato cinque giorni memorabili per la gioia con cui hanno saputo stare insieme facendosi compagnia e divertendosi un mondo qui nel cortile condominiale .

Dopo un breve pranzo, ci siamo messi in auto: faceva un gran caldo, ma l’ idea di arrivare insieme all’ aeroporto ha fatto dimenticare il disagio dell’ aria torrida nei primi momenti di viaggio. Il traffico era intensissimo, come sempre del resto, ma almeno non abbiamo trovato code e, a parte qualche batticuore provocato da automobilisti che scambiano le strade statali per l’ autodromo di Monza poco distante, siamo arrivati felicemente a destinazione .
Nell’ attesa i bambini hanno giocato ancora: Samuele faceva il jet ed Elisa , che lo teneva per la maglietta, faceva la passeggera, mentre Davide era occupato a pensare che non si poteva lasciare partire Samuele da solo e perciò meditava di comprare un biglietto anche per sé. Al momento dei saluti Samuele si è commosso, ma non voleva farsi vedere a piangere ….

Al ritorno, siamo andati in cortile e abbiamo assistito ad una scena bellissima.
Elisa ha individuato ai piedi del pino un uccellino che , probabilmente al primo volo, si trovava in difficoltà e ha rischiato di farsi calpestare, così mimetizzato tra l’ erba. Mi sono avvicinata e , dopo qualche tentativo andato a vuoto, sono riuscita a prenderlo tra le mani: Elisa e Davide lo hanno toccato: era piccolissimo e il suo cuore batteva all’ impazzata.
Dovevamo impedire che rimanesse vittima di qualche gatto di passaggio o di qualche passante distratto, ma dove posarlo?
Oltre la rete metallica che delimita il cortile, sopra un albero, abbiamo visto un altro uccellino che emetteva in continuazione dei richiami e abbiamo pensato che dovesse essere la madre del piccolo, perciò abbiamo deciso di posarlo a terra in un angolo dove solitamente non passa nessuno e vicino alla madre.

Ci siamo allontanati e siamo stati a guardare …. dopo pochi minuti, la madre (o il padre) si è posata in alto su un albero lì accanto, forse per farsi vedere dal piccolo, poi gli è volata sempre più vicino, fino a scendere accanto a lui. Da lì poi gli ha mostrato varie volte le piccole tappe che avrebbe dovuto compiere: prima un piccolo volo per arrivare sul muretto basso di fronte, poi un altro balzo verso l’ altro lato del muretto infine l’ attraversamento della rete e il raggiungimento dell’ albero su cui doveva essere il loro nido.
Era commovente vedere quell’ uccellina/o così piccolo (doveva pesare pochi grammi) ripetere con tanta ostinazione i suoi inviti e le sue dimostrazioni pratiche. A un certo punto si son visti due uccellini in volo e quando di lì a poco ci siamo avvicinati il piccolo non c’ era più… era riuscito a riguadagnare il nido.
Cercando sul computer abbiamo visto che potrebbe trattarsi di un fringuello e questa sera Davide ha disegnato tutta la scena in un modo veramente stupendo (naturalmente ha aggiunto quel gatto che noi temevamo potesse fare il guastafeste, ma che non si è visto per niente e, sempre naturalmente, ha disegnato se stesso che combatte contro il malefico gatto / drago).
Domattina avremo modo di utilizzare questo disegno per quelli che noi chiamiamo i “compiti”: anche se non si va a scuola perchè il terremoto ha provocato la chiusura anticipata della sua scuola non ci si deve lasciare andare alla pigrizia….

Una storia dal terremoto…

Don Ivan

La morte di questo sacerdote era stata raccontata in modo strano in un primo tempo: si era detto che era morto per salvare la statua della Madonna e la cosa era stata commentata in modo molto critico da tanti.
– Perchè rischiare la vita così? Una statua è pur sempre solo una statua….-

Leggendo l’ articolo sui funerali del sacerdote si apprende invece che questi si era introdotto nella chiesa pericolante insieme a un tecnico per fare l’ elenco delle opere d’ arte da salvare, ma la fatalità ne ha determinato la morte prematura. E’ morto perciò come tutti quelli che sono stati sorpresi dalla seconda scossa sul luogo di lavoro, compiendo coraggiosamente il loro dovere.

2-3 Giugno 1946/ 2 giugno 2012

Era la prima volta che le donne votavano.
Dalla proclamazione del Regno d’ Italia solo gli uomini avevano avuto il diritto di voto: prima esso era riservato a una ristretta élite di privilegiati poi in fasi successive era stato esteso a strati sempre più ampi della popolazione maschile, ma di voto alle donne neanche a parlarne.

Poi il 2-3 giugno 1946, quando ci fu il referendum per scegliere l’ assetto del nostro Stato, anche le donne ebbero la possibilità di recarsi alle urne.
In paese c’ era gran fermento tra le donne, raccontava mia madre; lei, incinta, era ormai prossima al parto e chi la incontrava le diceva :
-Stai attenta a non partorire mentre sei nella cabina elettorale! –
Sapendo delle sue condizioni, tutti i partiti si erano offerti di venire a casa a prenderla con l’ automobile, ma lei non accettò : sceglierne una poteva far pensare che preferiva un partito piuttosto che un altro  e il  voto invece doveva essere segreto. Un’ anziana vicina, la Nunziata, disse a mia madre che sarebbe stata contenta di accompagnarla e così pur col suo pancione si recò a votare: andarono  a piedi lei e la Nunziata, anche se faceva caldo e la strada da fare non era proprio brevissima, ma non rinunciò a partecipare a quell’ evento memorabile che per la prima volta riconosceva alla donna il diritto di far valere il suo parere, proprio come agli uomini…cosa mai accaduta nella storia del nostro Paese. Due giorni dopo venni al mondo io…

Ora, a distanza di 66 anni, tanti diritti di cui godiamo ci paiono scontati e non diamo loro il giusto valore perchè ci siamo dimenticati delle tante battaglie, combattute da coloro che ci hanno preceduto, per poterli affermare.

Convivere col terremoto.

Convivere col terremoto : un’ esperienza altamente traumatica. Ti fa toccare il massimo della precarietà. Ti si affacciano tante domande: Cosa accadrà domani o nei prossimi giorni? La mia casa reggerà?Dove andrò a vivere finchè dura l’ emergenza? Come farò coi bambini se non funzionano le scuole? E gli anziani possono vivere in una tenda?
Tutta la vita rimane sconvolta e non hai più nessuna delle certezze che ti hanno sorretto nel passato.
Sto vivendo da vicino questo dramma e constato che ogni mio tentativo di portare conforto vale ben poco.

Non resta che sperare che l’ emergenza finisca in fretta , prima che le vite di tanti vengano sconvolte.