22 maggio: S. Rita insegna ancora a perdonare.

Nella foto si vede il corpo di S. Rita così come lo si può vedere oggi. Nel giorno a lei dedicato , ho riletto la sua storia e mi pare che essa possa ancora insegnare qualcosa alle donne di oggi, specialmente a quelle colpite da lutti dovuti ad atti criminosi: Rita infatti ha saputo perdonare chi le aveva ucciso il marito e riteneva tanto importante che i suoi figli non si macchiassero le mani di sangue da preferire per loro una morte prematura.
Oltre cinque secoli fa S. Rita aveva capito che la vendetta chiama altra vendetta provocando inesorabilmente una spirale di violenza e di sangue , che solo la capacità di perdonare può interrompere.

Notte d’ angoscia per terremoto.

Sabato con mia nuora sono tornata in Emilia per la prima Comunione di Elisa.
Nel pomeriggio c’ era stato un gran da fare per i preparativi della festa , quindi la sera tutti si sono addormentati presto. Anche io mi sono addormentata prima del solito e verso le 3 e mezza ero già sveglia…. Stavo pensando di accendere la luce per mettermi a leggere un po’, quando la casa ha cominciato a ballare paurosamente, mentre tutte le cose attorno tremavano in un frastuono pauroso.

Davide dormiva nella mia stessa stanza e mi sono avvicinata a lui nel tentativo di proteggerlo da eventuali crolli o calcinacci . Poi dopo quindici secondi che a me sono parsi mooooolto più lunghi, la scossa è finita.
Allora però si sono sentiti i richiami di mia figlia che cercava di svegliare tutti, io invece incredibilmente credevo che non ci fosse più nulla da temere e a mia nuora venuta a vedere come stessero le cose in quell’ ala della casa ho fatto segno che era tutto OK e che si doveva far silenzio per non svegliare Davide.!!!!
Mia figlia invece giustamente allarmata ha raccolto un po’ di cose essenziali , ha vestito i bambini e siamo scesi in strada, dove altri già si erano precipitati per paura di nuove scosse. Davide mezzo addormentato chiedeva perchè mai non lo lasciassimo dormire e mia nuora, cercando di non spaventarlo, gli ha detto:- Vedi quanta gente c’è? C’ è una festa!-

Dopo una mezz’ oretta di attesa spasmodica, Davide con voce impastata dal sonno ha protestato:
– Andiamo a letto : qui non c’ è nessuna festa!- Elisa angosciatissima e consapevole del pericolo ogni tanto si lamentava, senza mai dimenticare di stare attenta all’ acconciatura dei capelli (era stata dalla parrucchiera nel pomeriggio precedente).

Fortunatamente non vi sono stati danni gravi nè a cose nè a persone nel paese. Solo la chiesa parrocchiale ha subito una leggera lesione , che però non ha impedito la celebrazione per la prima comunione dei bambini di quarta.
Durante la cerimonia si sono ricordate le vittime del terremoto , le famiglie rimaste senza casa e le vittime di Brindisi.

P.S. Davide dopo l’ esperienza notturna ha deciso che è ormai abbastanza grande per fare una vacanza dalla nonna senza mamma e papà.

Storia, musica e… Cina all’ UTE.

Oggi all’ UTE si è parlato di musica , storia locale e Cina.

E’ stato molto interessante il confronto tra l’ Otello di Rossini e quello di Verdi. Nella versione del genio pesarese ci sono sempre quella sua atmosfera scanzonata e quei virtuosismi canori tipici delle sua produzione musicale, ma essi non interpretano la tragedia che Shakespeare vuole raccontare. Molto più aderente allo spirito dell’ autore è invece la musica di Verdi che usa l’ orchestra come un pittore usa il pennello e sa trasmettere con gli strumenti e con le voci i sentimenti dei suoi personaggi.

La storia locale ha riguardato la storia del teatro e dei teatri nella nostra zona, fino a un secolo fa meta estiva della nobiltà milanese. Nelle maggiori e più importanti ville che risalgono a quel periodo è spesso presente un teatro, all’ interno o nel parco circostante. Per il popolo invece c’ erano frequenti incursioni nei paesi della zona da parte delle compagnie di teatranti.

Per ultimo è stato proiettato un filmato girato durante il viaggio in Cina del dr. Rigamonti, docente dell’ UTE.
La grandiosità dei monumenti , dei grattacieli, delle distanze e delle differenze tra una regione e l’ altra di quell’ immenso paese non può che lasciare sbigottiti. Tuttavia si sono potute ammirare immagini di grande bellezza.

Infine voglio segnalare come il gruppo teatrale e il coro dell’ UTE abbiano riscosso un notevole successo anche fuori sede.

Matrimoni civili e corsi di preparazione.

Corsi di preparazione al matrimonio civile.

Sono sempre meno le coppie che si sposano e quelle che arrivano a compiere questo passo spesso vedono naufragare il loro progetto di vita in comune .
Chi si accosta al matrimonio religioso ha, da molto tempo, il dovere di seguire un corso di preparazione , che forse non servirà a garantire la saldezza del vincolo, ma forse può servire a favorire il dialogo dei due aspiranti sposi su temi che altrimenti non affronterebbero.
Per il matrimonio civile invece non c’ era nessuna preparazione fino a qualche tempo fa, ma ora ci si sta forse accorgendo anche a livello di autorità civili di quali disastri possano essere causati da divorzi e separazioni, e si tenta di rendere più consapevoli le giovani coppie delle responsabilità e dei problemi che dovranno affrontare nella vita a due. Per questo si stanno proponendo in diverse città dei corsi di preparazione al matrimonio civile.

Proprio stasera si terrà la prima conferenza del primo corso organizzato dal comune di Como.
Mi pare un’ iniziativa lodevole.

Madri eroiche

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Nel giorno della festa della mamma, credo che nessuna storia sia più appropriata di questa per dare l’ idea di come una madre può superare difficoltà apparentemente insormontabili per amore del proprio figlio.
Una donna cieca e suo marito ipovedente sono riusciti ad allevare la propria bambina, inventandosi via via le strategie più impensate per far fronte alle sue esigenze.

Oggi voglio ricordare tutte quelle mamme , a mio avviso eroiche, che non si sono lasciate abbattere dalle difficoltà causate da handicap propri o dei propri figli e che le hanno affrontate giorno per giorno con coraggio, sorrette dall’ amore e da una speranza incrollabile.

Sere di maggio.

lucciole
lucciole

L’ altra sera nel cortile condominiale si è recitato il rosario , come vuole la tradizione del mese di maggio e questo mi ha portato a ricordare altre sere …..
Quando ero piccola , nel mese di maggio si andava tutte le sere alla cappella di cui era proprietaria la famiglia più in vista della borgata.
Essa ospitava una statuetta della Madonna e un minuscolo altare. adorno di fiori e di candele accese.
Le donne del vicinato si davano convegno davanti alla cappella e una di loro si incaricava di condurre la recita del rosario , che allora veniva recitato rigorosamente in latino.
Di tanto in tanto il rumore di un’ automobile o di una motocicletta che passava sulla strada provinciale copriva il mormorio delle loro voci .
Quando si arrivava alle litanie ,quelle strane parole, che noi bambini sentivamo ripetere all’ infinito senza comprenderle, suggerivano sempre a qualche monello l’ idea di accentuare quel “(no)bis”, prolungando la esse finale più del dovuto. Questo provocava qualche risatina soffocata tra noi bambini, ma poi arrivava puntuale lo scappellotto della madre a por termine a quell’ irriverenza.

Alla fine si intonava un canto alla Madonna e tra tutte le voci primeggiava quella morbida , da contralto, di Elena, che anche nella corale della parrocchia aveva un ruolo importante. Quello per me era il momento più bello, perchè nelle voci ora acute ora gravi di quelle donne già provate da una lunga giornata di lavoro e nell’espressività di quel canto, si sentiva l’ invocazione accorata a Colei che, madre essa stessa, poteva ben capire le loro fatiche.
Poi le mamme si fermavano a scambiare qualche parola tra loro, mentre noi bambini le precedevamo lungo la strada giocando a nasconderci o rincorrendo le lucciole, che nel buio della sera sembravano piccole creature magiche uscite da un libro di favole.
Ricordo anche gli odori che uscivano dalle case dove si era appena consumata la cena, il profumo delle rose nei giardini e del caprifoglio; poi, dopo un rapido scambio di saluti, ognuno rientrava nella propria casa.
Nella strada tornava il silenzio e poco dopo si spegnevano anche le luci nelle case, perchè non c’ era ancora la televisione a riempire le serate delle famiglie e inoltre il mattino dopo la sveglia sarebbe suonata di buon’ ora.

Nonna Mimma racconta …..

Nonna Mimma, che mi onora della sua attenzione, mi ha raccontato una bella storia che ora, col suo permesso, pubblico qui .
Si è aperta la mia stagione teatrale con l’uscita dal nido dei piccoli batuffoli grigi della gabbiana che ha fatto il suo nido, dietro un camino, sul tetto di fronte. Adesso c’è il teatrino dei vari pasti giornalieri sulle tegole roventi: gabbiano e gabbiana si alternano a rigurgitare il cibo che hanno pescato in mare, sento il loro richiamo : “La pappa l’è pronta!” e i tre piccoli sgambettando attaccano la poltiglia predigerita ma due mangiano e il terzo è sempre in ritardo e assaggia appena quelche resta. E’ il terzo anno di replica perchè ormai i gabbiani nidificano sui tetti qui da noi. Il primo anno, novità per me e per loro, quando andavo sul terrazzo, il gabbiano, sempre di guardia sul colmo del tetto, spiccava il volo e mi bombardava con mitragliate di guano che trovavo sulle piastrelle nel punto esatto in cui mi trovavo prima di infilarmi velocemente in casa. Questo capitava anche ai clienti dell’albergo che si affacciavano sui terrazzini. C’era una bella distanza, ma i gabbiani si sentivano minacciati. Si raccontano casi di persone che, aggredite dai gabbiani che avevano nidificato nei pressi del loro attici, non osavano più uscire di casa!!
I piccoli verranno nutriti fino a luglio quando, abbastanza grandi, due più grandi (maschi) e la femmina meno cresciuta, ormai sicuri nel volo, dopo essersi esercitati sul tetto, sempre più rovente, si allontaneranno verso il mare per le lezioni di pesca, pur facendosi sempre nutrire dai genitori.
Dopo tre anni i gabbiani sono diventati miei amici perchè li ho nutriti e, quando mi vedono, volano sul mio tetto; a volte si posano sfacciatamente sulla ringhiera pretendendo bocconi, senza fuggire.
La mia nipotina li ha chiamati Pedro e Camilla . (A questo punto nonna Mimma mi ha confidato un piccolo segreto, che ritengo debba rimanere tale).

Nella foto si vede Camilla di vedetta in alto , sulla sommità del tetto, mentre Pedro più in basso nutre i suoi piccoli.

Ringrazio vivamente nonna Mimma, per avermi raccontato questa storia e per la foto che mi ha inviato.

Umanità al Giro.

Oggi per la prima volta ho seguito la tappa del Giro d’ Italia. La gara non è stata molto emozionante , visto che si trattava di un percorso quasi interamente pianeggiante, a parte qualche piccola salita nel finale. Ugualmente però è degna di essere ricordata per due immagini bellissime, che riescono a far amare questo sport nonostante gli scandali, che ne hanno appannato il fascino negli ultimi anni.

E’ stato bello vedere il secondo arrivato, dopo una volata tirata allo spasimo, stringere la mano al vincitore e riconoscerne la superiorità e la bravura.
E’ stato però ancor più bello veder salire sul podio il britannico Cavendish, che invece di concedersi al rituale bacio delle miss, si è presentato tenendo in braccio la sua figlioletta nata da poche settimane: lui trionfante si offriva ai flash dei fotografi nella sua duplice veste di atleta felice e di padre orgoglioso e tenerissimo.
E’ stato molto bello e commovente. Grazie, Cavendish, per averci fatto vivere un momento di straordinaria umanità.