U.T.E. : psicopedagogia: l’ adolescenza.

Due ore di psicopedagogia senza annoiarmi, non l’ avrei mai detto!
La relatrice è bravissima non solo per la conoscenza profonda della sua materia, ma anche per il modo avvincente di esporre idee non semplici, calate però sempre nel concreto degli esempi di vita vissuta.
Il punto che più mi è piaciuto è quello in cui ha parlato dell’ adolescenza, l’ età difficile per antonomasia.
Chi ha avuto figli sa quale terremoto comporti l’ adolescenza nei rapporti tra genitori e figli: questi respingono improvvisamente tutto quello che viene dai genitori , ma sanno benissimo di non essere in grado di fare da soli e questo li rende fragili e vulnerabili, propensi a prendere a modello sostitutivo qualunque figura esterna susciti la loro ammirazione , non importa se per motivi poco condivisibili.
A questo punto , diceva la relatrice,scatta la paura dei genitori che credono di aiutare i propri figli ad evitare esperienze negative, sbandierando i pericoli cui potrebbero andare incontro. Niente di più sbagliato: proprio il conflitto che divide i genitori dai figli, indurrà questi ultimi a fare esattamente il contrario di quello che viene loro raccomandato. La migliore strategia per i genitori sarà quella di accettare l’ allontanamento del figlio e di proporgli attività ed esperienze che lo mettano a contatto con modelli di adulti positivi . In questo modo gli sarà offerta la possibilità di scegliere come costruire da quel momento in poi la sua personalità e dipenderà da lui decidere quale persona vorrà essere .

Nel mio piccolo, credo di aver seguito istintivamente questa via, come genitore, tanti anni fa; non so se le mie intenzioni siano state comprese dai miei figli; quello che è certo è che non avrei saputo fare di meglio…. ed è certo anche che i miei figli mi piacciono molto così come sono diventati .

188 donne e la legge 188.

dimissioni in bianco

Credo che valga la pena di appoggiare e sottoscrivere questa petizione proprio in questo momento. E’ adesso che si sta trattando sui problemi del lavoro e forse è il caso di far sapere che oltre all’ articolo 18 esiste anche una normativa che consente ai datori di lavoro di commettere un abuso vergognoso: far firmare al lavoratore dimissioni in bianco al momento dell’ assunzione.
Era stata promulgata una legge che impediva questa pratica infame, ma Berlusconi l’ ha abrogata !!!
Un tempo questo abuso riguardava solo le donne , ora riguarda anche gli uomini in barba all’ articolo 18.
Firmare questa petizione vuol dire opporsi ad una delle più gravi ingiustizie che si perpetrano nel mondo del lavoro.
Cliccate sul link, leggete e firmate!

Una cartolina dalla Brianza: Camnago Volta.

Sono andata con le mie amiche a passeggiare tra i boschi che si estendono da Tavernerio a Camnago, il paese natale di Alessandro Volta. Nel piccolo cimitero la parte più in vista è riservata alla tomba dello scienziato comasco e ai suoi familiari.
E’ un bel monumento di forma circolare adorno di sculture e tenuto in perfetto ordine. Vi si possono vedere numerose lapidi che ricordano le visite di studenti di Milano e di studenti inglesi.
La bellezza di questo monumento è esaltata dalla sua collocazione:è in un borgo piccolissimo, circondato dal verde dei boschi e immerso in un silenzio irreale.

Poco distante c’ è anche la Villa in cui Volta amava ritirarsi in autunno, ma non è accessibile o almeno non lo era oggi.
Chi volesse rispolverare la sua conoscenza di questo scienziato senza il quale il mondo moderno sarebbe impensabile, può cliccarequi

Insegnare , mestiere difficile…

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Riunione docenti di classi parallele (molti anni fa).
Io – Qualcuna di voi mi sa dare suggerimenti sulle strategie per aiutare i bambini X e Y a superare questa difficoltà ? Ho provato in tanti modi, preparando attività personalizzate, ma non ho ottenuto molto….
Collega – E perché ti poni tanti problemi? Io se la maggioranza della classe mi segue vado tranquilla; vuol dire che quel che sto facendo va bene. Se c’ è chi non segue per motivi suoi non è colpa mia….-
Questo dialogo si svolgeva tra maestre elementari, le quali a mio avviso hanno il preciso obbligo morale e deontologico di stimolare le potenzialità di ogni bambino, che ha il diritto nella scuola dell’ obbligo di non sentirsi emarginato già dai suoi primi passi nella scuola.

Nelle scuole superiori il discorso è notevolmente diverso: chi studia e s’ impegna va premiato, i fannulloni vanno giustamente puniti. Tuttavia se come si legge nell’ articolo, la maggioranza della classe risulta insufficiente credo che non sia solo colpa dei ragazzi che non si impegnano. Credo che ci sia un vizio nell’ impostazione della didattica : l’ insegnante ha testato in modo sufficiente il livello di preparazione della classe per stabilire da quali basi partire per programmare il proprio lavoro?
Se il docente non avrà fatto questa indagine preliminare, rischia di costruire sul nulla e di vedere vanificato il suo lavoro e di fare dei suoi alunni dei frustrati perenni.

La scuola italiana ha molti problemi, ma il primo da risolvere è la preparazione dei docenti: conoscere bene la propria materia non presuppone il fatto di saper insegnare : questo è un mestiere che si impara sul campo , ma bisogna avere la sensibilità e l’ umiltà di mettersi ogni giorno in discussione.

Ospedali nel caos? Non dappertutto.

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Ho avuto molte occasioni di frequentare il Pronto Soccorso di vari ospedali e se nei piccoli centri anni fa non mancavano episodi che mettevano a nudo manchevolezze dovute a scarsa professionalità del personale o a carenze organizzative, nel corso degli anni ho notato via via il miglioramento dei servizi.
Ricordo che una volta sono entrata in un grande ospedale , in un momento in cui l’ epidemia influenzale aveva affollato il reparto di primo intervento.
Ricordo che ne ho avuto un’ impressione di grande efficienza. I medici e gli infermieri presenti sapevano sempre cosa si dovesse fare in ogni momento e i numerosi ricoverati erano assistiti con competenza e tempestivià

Se a Roma gli ospedali più importanti fanno gridare allo scandalo per i disservizi da quarto mondo che vengono denunciati in questi giorni (grazie per questo all’ on. Ignazio Marino) non credo si tratti tanto di carenza di personale (la Polverini infatti dice di aver inviato personale aggiuntivo, che non è mai diventato operativo) ma di sciatteria e disorganizzazione di chi dovrebbe dare i giusti input perchè una struttura tanto importante e complessa possa funzionare al meglio.
Il Ministero annuncia altri controlli e spero che mantenga questa promessa perchè sarebbe anche ora che ognuno risponda personalmente delle proprie responsabilità . L’ Italia è una e se gli ospedali pubblici funzionano in buona parte del territorio devono poter funzionare ovunque: il diritto alla salute è uguale per tutti i cittadini.

Spalloni …ieri e oggi…

Nelle zone di confine da sempre la gente si è dedicata al contrabbando e cliccando sul link si può leggere l’ evoluzione che tale fenomeno ha avuto nel tempo qui nel comasco.

Si parla di spalloni che portando sulle spalle la merce da contrabbandare valicavano le montagne di notte, con la paura di essere colti in flagrante. Si trattava in genere di povera gente che trovava in questa attività illegale un modo per sostentare se stessi e le proprie famiglie.

Anche quarant’ anni fa, quando sono arrivata in Brianza, l’ attività degli “sfrusador” era diffusa e non era difficile trovare la casalinga che ti offriva sigarette o cioccolato o dadi per brodo a prezzi convenientissimi…..

Tutte le attività hanno una loro evoluzione nel tempo, come già dicevo, e questo articolo de “La Provincia di Como” lo testimonia: Un operaio è stato fermato alla dogana con un milione di euro nascosti nel doppio fondo dell’ auto di lusso che stava guidando.

Oggi si contrabbanda denaro , e ogni settimana si legge di episodi simili a questo; è denaro di chi non vuole sottostare alle leggi dello Stato, di chi non vuol pagare le tasse o di chi svolge attività criminali. Oggi gli spalloni non vanno a piedi attraverso i boschi innevati, ma usano auto di lusso. Una cosa sola non cambia: a rischiare la galera sono sempre i poveracci , i manovali di questo traffico, che impoverisce la nostra collettività.

Davide e lo specchio.

Davide (5 anni) ha dovuto mettere gli occhiali circa due anni fa : la miopia è molto forte e per lui si è trattato di riscoprire un mondo nuovo. Tutto quello che aveva imparato sull’ ambiente che lo circonda, andava riscritto e rivisto.
E’ stato un lavoro lungo e non facile, credo, ma ora può dedicarsi anche a ricostruire l’ immagine di sé e a metterla a fuoco. Dev’ essere per questo che ultimamente passa più tempo del solito davanti allo specchio, facendo smorfie ed “esperimenti” vari.
Qualche giorno fa era appunto intento a rimirarsi e quando la sua mamma gli ha chiesto cosa stesse facendo si è sentita rispondere:- Sto guardando la mia bellezza !-
Ieri invece qualche riflesso di luce favorevole deve aver messo in evidenza la peluria attorno alle labbra e allora ha esclamato:- Mamma,vieni a vedere: mi sta crescendo la barba!-