Popolo Arancione a Napoli.

http://www.popoloarancione.it/2011/10/evento-di-domenica-16-ottobre-organizzato-da-gente-e-ambiente/

Continua la mobilitazione dei cittadini napoletani per ripulire e riportare all’ antica bellezza la loro città.

Domenica 16  a partire dalle 8, 30 i volenterosi si metteranno all’ opera con palette , guanti, rastrelli e quant’ altro potrà essere necessario per ripulire Via Falcone.  E’ previsto anche un pic- nic  e un momento di aggregazione….

Sono belle queste iniziative e andrebbero moltiplicate: possono ricostruire un tessuto sociale sano e improntato al rispetto e alla collaborazione, oltre che far del bene al decoro della città.

Forza Napoli!

U.T.E. : buona la prima!

Ieri, prime lezioni all’ università della Terza Età (U.T.E) .

Nel quadro di un ciclo pluriennale mirato alla conoscenza dei paesi dell’ Unione Europea, molte attività dell’ anno appena iniziato avranno come fulcro l’ Ungheria, con la sua storia, la sua letteratura e la sua cultura, che fanno di questo paese un caso singolarissimo nel nostro continente. Per questo la prima lezione ci ha introdotto alla  storia di questa terra, dalla Pannonia romana all’ anno mille con le varie ondate migratorie che hanno interessato l’ Europa tutta.

Nella seconda ora invece  un medico ci ha parlato della colonna vertebrale, o meglio del rachide, illustrando con schede molto semplici  la sua conformazione e le sue degenerazioni.

E’ stato tutto molto interessante . L’ aula era piena: le donne erano molto più numerose degli uomini e questo depone a tutto favore delle donne, che non perdono la voglia di imparare e sono sempre pronte a mettersi in discussione e a migliorarsi, mentre gli uomini forse per pigrizia  preferiscono farsi una partita a carte.

L’ antigiapponese.

 Questa foto ritrae un soldato giapponese trovato dopo trent’ anni dalla fine dell’ ultima guerra  : non aveva potuto credere che il suo paese si fosse arreso e aveva continuato a mantenere la posizione secondo le consegne ricevute.

Berlusconi che non sente che tutto il paese gli chiede di andarsene , mi ricorda proprio questo soldato per l’ ottusa ostinazione e per il suo arroccarsi in una realtà fittizia.

Ma se il soldatino giapponese ispira  anche ammirazione per il senso di abnegazione che lo porta a vivere una vita di stenti per spirito di servizio al proprio paese, Berlusconi invece è l’ esatto contrario: difende la sua posizione anche a costo di trascinare a fondo tutti noi. E questo non è più accettabile.                                                         

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Amnesty contro la pena di morte.

 

 

 

Liberiamo l'Europa dalla pena di morte!

Nina Semyonovna, madre di Andrei Burdyka, ha avuto conferma che suo figlio era stato messo a morte due mesi dopo l’esecuzione, quando le autorità le hanno detto che poteva ritirare il certificato di morte. 
Nina non ha avuto modo di dire addio a suo figlio, perché in Bielorussia le famiglie vengono informate dell’esecuzione solo settimane o mesi dopo. Non ha una tomba su cui piangere, perché in questo paese, ai familiari non viene restituito il corpo dei loro cari né viene detto dove sono stati sepolti. I prigionieri non possono prepararsi alla morte, perché sanno dell’esecuzione solo qualche minuto prima che avvenga, con un colpo di proiettile alla nuca.
In occasione della Giornata mondiale contro la pena di morte, Amnesty chiede la fine delle esecuzioni in Bielorussia, unico paese in Europa a pretendere di uccidere in nome della giustizia.

Aiutaci a liberare l’Europa dalla pena di morte >>

Ho appena firmato l’ appello, ma sento il dovere di dire che i paesi, in cui la pena di morte è più praticata ,sono la Cina e gli USA. Capisco che questi due stati sono meno facilmente condizionabili della malridotta Bielorussia , tuttavia giova sempre ricordare la realtà dei fatti.

Università della Terza Età .

Non ho potuto presenziare ai due incontri di apertura delle attività dell’ Università della Terza Età che da anni funziona qui a Erba, ma venerdì scorso ho assistito, insieme ad un’ amica, allo spettacolo allestito nel corso della stagione passata dal gruppo teatrale.

Era una commedia basata sugli equivoci , dalla trama semplice che puntava sull’ efficacia espressiva del dialetto , su battute gustose e sulla bravura degli interpreti: non mi aspettavo tanta “spontaneità” e disinvoltura da attori dilettanti. Lunghi  applausi hanno salutato la compagnia alla fine dello spettacolo.

Se il risultato della frequenza dei corsi è così apprezzabile, credo che mi iscriverò, anche se non potrò frequentare  tutte le lezioni. In particolare oltre alle conferenze di storia, letteratura, medicina ecc. sono previsti corsi di inglese, di storia dell’ arte, di canto corale, un apprezzatissimo cineforum…e altro ancora.

Credo che mi informerò per bene circa le formalità e i costi e poi deciderò che cosa seguire,

Il futuro è alle porte.

http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2011-10-07/coltivare-verticale-ecco-prime-190803.shtml?uuid=AaXP2tAE

L’ agricoltura richiede consumi elevatissimi di acqua , bene che scarseggia sempre più, ma d’ altronde l’ aumento della popolazione mondiale rende necessario aumentare anche la produzione di cibo ed ecco che cominciano a diffondersi nuovi modi di coltivare : dall’ agricoltura in vasti spazi all’ aperto si potrà passare a quella in edifici appositi, a più piani e a coltivazioni idroponiche che non abbisognano di terra. Gli esperimenti effettuati in varie parti del mondo dimostrano che questa è una sfida che vale la pena tentare per sconfiggere la fame e la povertà; queste nuove tecniche  consentirebbero di abbassare il fabbisogno di acqua per la coltivazione e diminuirebbero fortemente l’ inquinamento da fertilizzanti e antiparassitari.

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http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2011-10-08/casa-ecologica-sembra-farfalla-151645.shtml?uuid=AaqkjIBE

E cosa dire (Jim Tetro/U.S. Department of Energy Solar Decathlon)di questi progetti per una casa del futuro in grado di produrre energia e di sfruttare l’ acqua piovana per la coltivazione dell’ orto ,situato sul tetto, per la produzione del cibo necessario a chi la abita?

Il mondo attuale è certo in una fase di cambiamenti epocali e l’ uomo come sempre sta mettendo a punto nuove strategie per rendere possibile la continuazione della vita su questo nostro pianeta. Sarà bello e interessante seguire l’ evoluzione di questi progetti e vedere come l’ umanità saprà adattarsi a nuovi modi di vivere.

 

Ricordo: c’ era la guerra…

La guerra civile dilaniava il nostro paese e nella zona da cui provengo la contrapposizione tra i diversi gruppi belligeranti era feroce.

Mio padre,  per non aver voluto iscriversi al partito al potere, aveva dovuto inventarsi il mestiere di pollivendolo ambulante: doveva cavarsela abbastanza bene, se riusciva a mantenere una moglie e  quattro figli (io non ero ancora nata). Non era stato chiamato sotto le armi e  aveva potuto continuare a lavorare. Girava per le cascine comprando polli, conigli, uova , che poi rivendeva nei mercati dei paesi vicini o alle famiglie dei dintorni.

Una mattina, doveva essere una mattina nebbiosa e buia (almeno così me la immaginavo io ascoltando questo racconto), arrivò sull’ aia di una cascina e chiamò a gran voce, come era solito fare, la “rasdora” (la  donna più anziana del clan familiare). Nessuno però rispose al suo richiamo e la cosa gli parve strana; girò allora attorno alla casa per vedere se ci fosse qualcuno nell’ orto o nella stalla, ma non vide nessuno degli abitanti che ben conosceva….. Ad un tratto però intravide dietro i vetri di una finestra la sagoma di un uomo armato e capì che si doveva trattare di un partigiano che, probabilmente insieme ad altri compagni, aveva trovato rifugio in quella cascina isolata .

Capì di aver visto ciò che non avrebbe dovuto vedere e si allontanò cercando di mantenere la calma…. ma un pensiero lo terrorizzava: e se lo avessero preso per una spia? E se per difendere se stessi avessero deciso di eliminare un possibile pericolo?

Mentre si allontanava con la sua bicicletta sulla strada di campagna , temeva che da un momento all’ altro il silenzio sarebbe stato interrotto da uno sparo diretto proprio a lui….. ma non successe nulla e potè tornare a casa.

Dopo molti mesi, a guerra finita, incontrò un suo conoscente di un paese vicino che gli disse:

– Ricordi quella mattina , nella cascina tal dei tali? Avevano già deciso di spararti, ma io  sapevo che tu non avresti tradito e ho garantito per te…la posta in gioco era la mia vita per la tua…!-

Mio padre mi  raccontava spesso questo episodio, quando ero piccola, e ogni volta si sentiva nella sua voce e si leggeva sul suo viso prima la tensione, poi la paura e infine la commossa  gratitudine per chi gli aveva salvato la vita.

Donne che “fanno rete”.

I piccoli comuni sono in grandi ristrettezze , dato il giro di vite imposto dai tagli di Tremonti , e non possono assicurare nemmeno i servizi ritenuti basilari fino a poco tempo fa.

Sono stata in un piccolo centro dell’ Emilia in cui non esiste scuolabus, dove non c’ è tempo pieno e dove chi chiede la mensa scolastica si vede accollare anche  il costo del personale di sorveglianza   Alle carenze della collettività sopperiscono in molti casi i nonni, che si accollano l’ onere dell’ accompagnamento dei nipotini a scuola, la fornitura del pranzo e la gestione del pomeriggio, ivi inclusi compiti e attività varie.

E chi non può contare sui nonni perchè troppo anziani o troppo lontani , come se la cava?

Ho visto un gruppo di giovani mamme inventarsi una società di mutuo soccorso: chi tra loro è in difficoltà per l’ incompatibilità degli orari di lavoro con quelli scolastici, può contare sull’ aiuto delle altre mamme che provvedono ad accudire oltre ai propri figli anche a quelli dell’ amica in difficoltà. Questa poi saprà ricambiare l’ aiuto nel fine settimana o in qualunque altra occasione ciò si renda necessario. Questo comporta una programmazione giorno per giorno piuttosto laboriosa e snervante, ma il sistema si rivela efficace.

Questa rete di donne solidali tra loro va senz’ altro a vantaggio delle mamme lavoratrici , ma favorisce anche il rafforzamento dell’ amicizia tra i bambini , i quali inoltre capiscono di poter contare non solo su papà e mamma, ma anche su molti altri adulti che esercitano una genitorialità “allargata”, dando concreta attuazione a quel detto africano che recita: “per crescere un bambino ci vuole un villaggio…”

Apprezzo molto queste giovani donne (i mariti non si occupano molto di queste problematiche a dire il vero), che sanno “fare  rete”, che sanno darsi una mano e che si sentono mamme non solo dei propri figli, ma di ogni bambino che abbia bisogno di sostegno.