Olmi: una grande anima.

Vorrei suggerire ai cattolici, e io sono tra questi, di ricordarsi più spesso di essere anche cristiani. Il vero tempio è la comunità umana. Più la Chiesa, la casa e noi tutti ci liberiamo degli orpelli, meglio è. Sennò siamo maschere, uomini di cartone. La vera fede, la cultura ideale la si ha solo quando il peso dei dubbi è maggiore delle nostre certezze. Dobbiamo pensare in proprio, sempre. Anche essendo religiosi ci si pongono domande, ci si devono porre domande.”
Olmi risponde seccamente a chi domanda se non si rischia di ridurre il Cattolicesimo a mera accoglienza: “Cos’è più importante dell’accoglienza? Cosa? La sacralità dei simboli? Il simbolo deve rimandare ad una realtà di carne per avere valore. Non è possibile che ci genuflettiamo davanti ad un Cristo di cartone o di legno e poi non abbiamo solidarietà per chi soffre. È troppo comodo . http://www.voto10.it/cinema/not.php?NewsID=2285&Titolo=Ermanno%20Olmi:%20i%20Cattolici%20si%20devono%20ricordare%20di%20essere%20Cristiani

Cosa aggiungere a queste parole pronunciate ieri da Ermanno Olmi durante la presentazione della sua opera, “Il villaggio di cartone”, al festival di Venezia? E’ questo un modo di intendere la religiosità che mi è particolarmente vicino e che invece pare non essere condiviso da molti al giorno d’ oggi. Infatti tanti che frequentano regolamente la parrocchia e le funzioni religiose, non si sentono a disagio nel mostrare insofferenza per chi allunga la mano per le strade o per chi chiede di avere una possibilità di sfuggire alle guerre e alle persecuzioni. 

Sarebbe auspicabile veramente ritornare alle radici  e liberarci degli “orpelli” per dirla con Olmi, che dimostra ancora una volta la sua grande anima.

P.S. Troverete un ottimo articolo su questo argomento anche  a questo link  http://www3.lastampa.it/focus/venezia-2011/articolo/lstp/419013/

In libreria, davanti a una tazza di caffè…

Entrare in una libreria è sempre una bella esperienza: le pile dei libri dalle copertine lucide, l’ odore della carta stampata, gli scaffali ben ordinati danno sensazioni piacevoli, però, almeno per me, l’ atmosfera è un po’  da tempio della cultura e mette un po’ soggezione.

Qualche giorno fa sono entrata in una libreria di Greenwich , a Londra, e l’ atmosfera era molto più distesa , alla mano: entrando si trova il reparto riservato ai libri per ragazzi e tra gli scaffali ci sono tavolini e sedie per poter guardare comodamente i libri potenzialmente acquistabili e i bambini si aggirano qua e là senza che nessuno si allarmi .

Al piano superiore poi la grande sorpresa: oltre gli scaffali e i corridoi che li separano, ecco l’ angolo bar con tavolini e poltroncine, su cui i clienti si possono accomodare per leggere in pace il libro scelto, gustandosi un caffè, un cappuccino o una bevanda fresca: un bellissimo modo per passare qualche momento di relax intelligente.

Si dice che le librerie abbiano i tempi contati per l’ incalzare della diffusione degli e.book (i libri da leggere sul computer) e forse l’ introduzione di qualche innovazione del tipo di quella dell’ antica libreria londinese potrebbe portare nuova linfa , nuovo ossigeno ai librai nostrani.

Immagino poi che un angolo di ristoro renderebbe molto più piacevoli anche  le visite alle biblioteche e ai musei di casa nostra, proprio come accade in Inghilterra; questo fornirebbe ad essi anche la possibilità di nuove risorse e consentirebbe , perchè no, anche la creazione di qualche posto di lavoro, che allo stato attuale non sarebbe tanto male.

 

Settembre…

Triste il giardino: fresca
scende ai fiori la pioggia.
Silenziosa trema
l’estate, declinando alla sua fine.
Gocciano foglie d’oro
giù dalla grande acacia.
Ride attonita e smorta
l’estate dentro il suo morente sogno.
S’attarda fra le rose,
pensando alla sua pace;
lentamente socchiude
i grandi occhi pesanti di stanchezza.
Hermann Hesse( Poesie )

Tra le tante poesie che molti autori hanno dedicato al mese di settembre, mi piace riportare qui questa che è forse poco conosciuta , ma descrive molto bene ciò che ho provato rivedendo il mio giardino ieri sera sotto la pioggia.

L’ estate ci regalerà ancora qualche bella giornata, ma sono già evidenti i segni della sua fine…

Oyster o non oyster-card ?

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I mezzi di trasporto qui a Londra sono solitamente efficienti e consentono di girare per la citta` in lungo e in largo senza troppe perdite di tempo, tanto che in molti hanno rinunciato ad avere un`automobile di proprieta`, che sarebbe anche troppo costosa da mantenere.

I prezzi dei biglietti sono piuttosto elevati e per risparmiare ci sarebbe  un sistema: la oyster-card.

E` una specie di carta prepagata da cui vengono scaricate le tariffe dei viaggi effettuati, toccando un apposito marchingegno all`entrata in stazione e all`uscita. Gia`, …all`uscita…e qui sta il punto debole della faccenda, almeno per quanto riguarda me. Infatti mi ricordo sempre del “rito del tocco” alla partenza, ma poi quando scendo dal treno,  me ne dimentico spesso e volentieri, cosi` anche per un viaggio di breve durata mi viene addebitata la tariffa massima giornaliera…. e allora addio, risparmio!!!

Ci sono poi dei misteri legati a questa oyster-card: ieri l`ho utilizzata correttamente per un tratto del mio viaggio, oggi invece non ho potuto utilizzarla nonostante ci fosse ancora credito sufficiente: la macchina mi diceva di chiedere l`assistenza e per farlo bisogna andare a una stazione provvista di biglietteria con annesso bigliettaio e oggi non era proprio il caso….

E` piu` tardi di quanto credi….

Quasi cinquant` anni fa erano di moda gli scrittori francesi quali: Mauriac, Bernanos, Cesbron e per un lungo periodo mi sono appassionata ai loro romanzi.

Tra questi ne ricordo uno soprattutto per la tematica trattata: un uomo vedeva morire di cancro la giovane moglie senza poter fare nulla per lei.  In un momento in cui la ricerca e la diagnostica erano agli albori in questo campo e quindi nessuna prevenzione era possibile, quando il male veniva diagnosticato era sempre troppo tardi e il titolo riassumeva  questa tesi: il romanzo si intitolava infatti “E` piu` tardi di quanto credi”

Mi e` ritornata alla mente questa lontana lettura proprio qualche giorno fa, scrivendo su eldas (link qui a fianco) il commento a un articolo sulla denuncia dell` immoralita` della vita pubblica italiana da parte dell` arcivescovo Bagnasco. La Chiesa italiana , non ha diagnosticato in tempo utile il male che si insinuava nella nostra societa`, annebbiata dalla ricerca di favori e di leggi benevole nei suoi confronti e solo ora sta correndo ai ripari, mettendo in risalto i guai che certe situazioni hanno portato al nostro paese, ma temo che si debba dire anche a Bagnasco : E` piu` tardi di quanto credi ……. e per riparare a certi guasti ci vorra` molto, molto  tempo…

A Kensington gardens.

 

Kensington Gardens. E` il parco in cui gli angoli particolarmente destinati ai bambini sono dedicati alla memoria della principessa Diana: c`e` la fontana a forma di ruscello in cui bagnarsi i piedi, la nave dei pirati circondata da una spiaggia di sabbia finissima ,le altalene, le giostre, le palafitte e il laghetto popolato da tantissimi cigni e da numerosissime oche.

Tra gli alberi secolari scorrazzano tranquillamente gli scoiattoli abituati alla presenza degli umani.

Samuele si e` cimentato prima come aspirante pirata, poi ha goduto del brivido di un` altalena che lo faceva volare fino al cielo (diceva lui) ,si e` divertito a rincorrere piccioni e altri uccellini (simili alle quaglie) e poi si e` cimentato in gare di corsa con la sua mamma.

Un bel pomeriggio anche perche` gli acquazzoni ci hanno dato una tregua proprio nel momento in cui visitavamo il parco.

Nonna – pellegrina saluta…

Forse ho già avuto modo di dire come da un po’ di tempo io mi senta una nonna-pellegrina, sempre con la valigia in mano …. e a riprova di quanto questo risponda alla realtà, saluto chi ha la bontà di passare a leggere questa pagina , mentre la valigia mi aspetta già pronta per questo nuovo balzo oltre-Manica.

A risentirci da Londra!