Pìgliate ‘ na pastiglia!!

Circa sei mesi fa ho chiesto una visita chirurgica ( privata per accelerare i tempi) per sottopormi a un piccolo intervento.  Mi venne annunciato che avrei dovuto aspettare forse un paio di mesi e , visto che i disturbi  si erano via via attenuati, la cosa non mi parve così tragica.

A fine giugno mi arrivò una telefonata dall’ ospedale emiliano in cui avevo chiesto il ricovero e mi venne chiesto quando mi sarebbe stato più comodo sottopormi all’ intervento e io dissi che non avevo nessun progetto di vacanze per l’ estate e che quindi avrebbero potuto chiamarmi in ogni momento.

Da allora il silenzio … tanto che hio temuto mi avessero depennato dalle liste di attesa e così ieri ho provato a chiedere chiarimenti alla caposala  e la risposta mi ha lasciata di stucco.

– Per la riduzione del numero delle sale operatorie , da mesi accettiamo solo le urgenze…. e non saprei proprio dirle quando potremo chiamarla. – In sostanza è come se mi avesse detto , alla maniera di Carosone:- Se stai male pigliate ‘na pastiglia!!!-

La crisi economica non è solo un fantasma evanescente che aleggia  intorno a noi; ha delle ricadute concretissime sulla nostra vita di tutti i giorni e col giro di vite agli enti locali succede anche che il personale sanitario venga ridotto e che chi va soggetto a qualche simpatica ricorrente colica, debba rassegnarsi a tenere a portata di mano le piccole, provvidenziali pastigliette  in attesa  di una telefonata che si spera arrivi  prima o poi.

Al link qui sotto si può risentire la simpatica canzone di Carosone citata sopra, cantata dal simpatico Gegè Di Giacomo, che molti della mia età ricorderanno con piacere..

http://www.youtube.com/watch?v=mmjxuIMln2s

Orgoglio di bimbo.

Grande Samuele !!

Dopo quasi tre mesi di assenza ingiustificata il papà di Samuele oggi andrà a prenderlo all’ uscita dalla scuola. Quando lo ha saputo, Samuele (4 anni) ha chiesto : Perchè non è più venuto?-

La mamma gli ha detto : – Forse è andato in vacanza, ma chiediglielo oggi. Sei contento di rivederlo? –

E Samuele: – Sono contento, ma non gli dirò che mi è mancato…..-

Piccolo uomo ferito, ma dignitoso e fiero! (data reale: 19/9/11)

L’ altra faccia dell’ 11 settembre

http://www.youtube.com/watch?v=jNiZD1FQevk&feature=player_embedded

Sono appena finite le cerimonie in ricordo dell’ attacco dell’ 11 settembre 2001, che per molti giorni ha riempito giornali e TV. Sono corsi fiumi di parole e di immagini, ma proprio ieri mi chiedevo come mai si facesse riferimento solo all’ abbattimento delle Torri Gemelle e non ci fosse mai nessun accenno all’ attacco al pentagono…. Forse la spiegazione è nel video linkato sopra…. troppi dubbi restano ancora…Sì , se ne è parlato molto, ma qui risulta forse più evidente l’ incongruità di certe versioni ufficiali dell’accaduto.

Comunque siano andate le cose, tante persone hanno perso la vita in seguito a quel giorno tragico, non solo in America, e a tutte loro deve andare il nostro pensiero e il nostro ricordo.

Don Gallo: nuovo giullare di Dio.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/09/11/intervento-libero-di-don-andrea-gallo/156770/

Se cliccate sul link  che ho riportato sopra , potrete vedere e ascoltare l’ intervento di Don Gallo alla festa del ” Il fatto quotidiano”. Nonostante i suoi 83 anni suonati, don Gallo dimostra una vitalità, un’ arguzia, una capacità di comunicare non comuni.

Qualcuno forse si potrà scandalizzare per alcuni suoi toni forti, per le sue denunce al vetriolo, ma non si può non sentire in ogni sua parola la sua grande fede e il suo grande amore per i più poveri e i più umiliati.

Ha trovato anche modo di raccontare alcune barzellette, con grande divertimento del pubblico e questo me lo fa definire, ricordando un film di Rossellini su  S. Francesco,  moderno “giullare di Dio”

Dedicato a Vanna…

Ripubblico qui , con qualche adattamento , un post scritto qualche tempo fa,  in occasione dell’ anniversario dell’ entrata in convento di mia sorella.

Cinquantuno  anni fa, l’ 8 settembre 1960, una bella ragazza di diciassette anni nata in un paesino dell’Emilia, entrava nel convento delle Clarisse Cappuccine di Carpi.
Era una scelta che aveva gettato nello sconforto soprattutto  la sua mamma, che pensava di perdere per sempre una figlia, che sarebbe stata per sempre come “sepolta viva”.
Anche in paese la cosa aveva suscitato grande scalpore, perchè suora sì, si sentiva dire ogni tanto, allora, che qualche ragazza faceva questa scelta, ma per occuparsi degli orfani, degli ammalati, degli anziani o degli handicappati, ma la clausura era un’ altra cosa.Eppure quella ragazzina era stata irremovibile e alla fine, dopo un lungo braccio di ferro coi genitori, l’aveva spuntata ed ebbe il permesso di seguire la sua vocazione.
Quella ragazzina era ed è mia sorella; otto anni dopo, se ne andò inThailandia per aiutare alcune consorelle e presto divenne una figura importante, perchè le comunità aumentavano velocemente di numero ed era lei a coordinare tutte le attività e a progettare i nuovi conventi.
Ancora oggi si trova là in una terra che ormai ama come la sua terra e fra giovani suore che la amano come una madre amorosa. E, incontrandola, vedi una donna pienamente felice e serena, che sa di aver  seguito la sua strada con coerenza, senza sbandamenti , lasciando un’ampia impronta di sè al suo passaggio.
So che ogni tanto si collega a questo blog, per questo scrivo queste poche righe: per dirle che ho sempre ammirato la sua scelta coraggiosa e la sua determinazione, anche se, quando se ne andò via da casa, io mi sentii più sola.
Auguri, Vanna!

Il mio 11 settembre.

Si avvicina il decimo anniversario dell’ attacco alle torri gemelle e su molti giornali compare l’ invito ai propri lettori a raccontare il ricordo di quel giorno, perciò eccomi qui a rispondere a questo invito ( che copierò sulle pagine predisposte dai giornali).

Quella mattina avevo accompagnato mia figlia alla stazione: stava tornando in Inghilterra . Era partita per un master quattro anni prima, ma dopo il master era venuto il dottorato poi, poi…  e la sua lontananza da casa diventava sempre più definitiva. Ero piuttosto triste.

Nel primo pomeriggio, dopo aver sistemato la cucina mi sono seduta sul divano per distrarmi un po’  con un qualunque film alla TV.

Appena sintonizzato il televisore, compare l’ immagine di un grattacielo in fiamme e mi son detta :” Non sono proprio in vena di sorbirmi l’ ennesimo film catastrofico: non è proprio la giornata adatta” e ho cambiato canale…. ma anche lì compariva la stessa immagine e non riuscivo a capire il perchè… Poi le parole del cronista mi fecero capire che era tutto assurdamente vero e che quell’ immagine stava documentando un terribile disastro e la tragedia di migliaia di uomini e donne che in quel momento si trovavano imprigionati in quell’ inferno.

Man mano che realizzavo la portata mostruosa di quell’ avvenimento, arrivavano anche le notizie di altri attacchi aerei e della chiusura di molti areoporti anche in Europa.  Pensai che fosse l’ inizio di una guerra, che si trattasse di un attacco assimilabile a quello di Pearl Harbour e il mio pensiero  volò a mia figlia in quel momento in volo verso Londra : anche là stavano chiudendo gli aeroporti .  C’ era mio figlio in casa in quel momento e stava dormendo.  Indossava la divisa militare perchè in quel periodo era sotto le armi, anche se era stato assegnato a dei servizi di tutela del territorio nel nostro Comune. Lo svegliai e gli dissi ciò che stava accadendo e subito dopo mi venne da pensare che se fosse veramente scoppiata una guerra, lui sarebbe stato il primo a esserne coinvolto e questo accrebbe ancor di più la mia angoscia.

A mano a mano che si chiarivano le cause del disastro, si potè capire che l’ attacco era frutto di un atto terroristico e quindi circoscritto a un’ area di fanatismo politico-religioso, così almeno veniva definito.

Verso sera potei finalmente contattare mia figlia, che era appena scesa dall’ aereo e non sapeva nulla e mi disse che questa notizia spiegava il ritardo con cui era avvenuta la partenza del volo e il gran nervosismo del personale di bordo.  Averla sentita, mi rasserenò un poco, ma la vista dei palazzi che crollavano come castelli di carta, della gente terrorizzata che fuggiva e di altri che si gettavano nel vuoto per sfuggire alle fiamme, mentre chissà quanti stavano morendo in quell’ inferno, continuò a chiudermi la gola.

Ricordo che intervistarono l’ allora ministro degli Esteri (o solo ambasciatore?) Ruggiero che disse: “Da oggi il mondo non sarà più lo stesso… ” ed aveva ragione.

 

Olmi: una grande anima.

Vorrei suggerire ai cattolici, e io sono tra questi, di ricordarsi più spesso di essere anche cristiani. Il vero tempio è la comunità umana. Più la Chiesa, la casa e noi tutti ci liberiamo degli orpelli, meglio è. Sennò siamo maschere, uomini di cartone. La vera fede, la cultura ideale la si ha solo quando il peso dei dubbi è maggiore delle nostre certezze. Dobbiamo pensare in proprio, sempre. Anche essendo religiosi ci si pongono domande, ci si devono porre domande.”
Olmi risponde seccamente a chi domanda se non si rischia di ridurre il Cattolicesimo a mera accoglienza: “Cos’è più importante dell’accoglienza? Cosa? La sacralità dei simboli? Il simbolo deve rimandare ad una realtà di carne per avere valore. Non è possibile che ci genuflettiamo davanti ad un Cristo di cartone o di legno e poi non abbiamo solidarietà per chi soffre. È troppo comodo . http://www.voto10.it/cinema/not.php?NewsID=2285&Titolo=Ermanno%20Olmi:%20i%20Cattolici%20si%20devono%20ricordare%20di%20essere%20Cristiani

Cosa aggiungere a queste parole pronunciate ieri da Ermanno Olmi durante la presentazione della sua opera, “Il villaggio di cartone”, al festival di Venezia? E’ questo un modo di intendere la religiosità che mi è particolarmente vicino e che invece pare non essere condiviso da molti al giorno d’ oggi. Infatti tanti che frequentano regolamente la parrocchia e le funzioni religiose, non si sentono a disagio nel mostrare insofferenza per chi allunga la mano per le strade o per chi chiede di avere una possibilità di sfuggire alle guerre e alle persecuzioni. 

Sarebbe auspicabile veramente ritornare alle radici  e liberarci degli “orpelli” per dirla con Olmi, che dimostra ancora una volta la sua grande anima.

P.S. Troverete un ottimo articolo su questo argomento anche  a questo link  http://www3.lastampa.it/focus/venezia-2011/articolo/lstp/419013/