Lambro.

Quarant’ anni fa, quando passavo accanto al fiume Lambro che scorre poco distante da qui,  scommettevo con me stessa sul colore che poteva avere in quel momento l’ acqua del fiume: a volte era blu, altri giorni era rossastra, altre volte ancora marrone ….  dipendeva da quali coloranti le fabbriche tessili dei dintorni avevano utilizzato in quel giorno. Allora si diceva che il Lambro fosse il fiume più inquinato d’ Italia e che dai suoi veleni dipendesse la maggior parte dell’ inquinamento del Po.

A scuola se ne parlava e i bambini riferivano che i loro genitori invece, da piccoli andavano spesso al fiume a pescare, mentre al  momento era pressochè privo di vita.

Poi a poco a poco le cose migliorarono:la depurazione degli scarichi industriali e domestici e, ultimamente anche la deindustrializzazione hanno reso le acque del fiume molto più limpide almeno nel tratto fino al lago.

Come una lucertola

Il sole a picco infuocava la pianura. Ero in soffitta. Un abbaino  si apriva sul tetto e  mi sedevo  sulle tegole roventi. Era l’ ora della siesta: strade  deserte inondate di luce,  prati   rinsecchiti ,  frinire di cicale monotono e incessante. Solo gli alberi immobili e il campanile  movimentavano l’ orizzonte piatto.

In quella solitudine lasciavo andare i miei pensieri di bambina:  e diventavo una lucertola

Speranza.

Cielo terso, aria frizzante
sole limpido di un giorno
d’inverno.
Sotto la neve
che indugia da tempo,
la terra nera pare
sterile preda del gelo,
ma un ramo di rosa
mostra tra i ghiacci
le sue gemme
gonfie
di vita

Guerra in Medio Oriente.

L
E’ tregua.
Un soldato sventola
la sua bandiera stellata
e sembra dire:
– Basta spari!
basta bombe!
basta pianti!
basta sangue!
basta orrore! –
Lui torna a casa!!
La vita lo aspetta….
Ma potrà scordare
gli occhi spenti
di tanti bambini?

Sono partiti tutti.

Due settimane frenetiche:
a preparare pappe , biberon
e pranzi affollati;
giocattoli sparsi per casa
una patata nel camino
un rinoceronte conteso
voci allegre, risate giovani
filastrocche e cartoons
a ritmo continuo;
svegliarsi di notte
a un pianto improvviso
da consolare con un abbraccio
Ora c’è silenzio:
sono partiti tutti.

Anno nuovo.

Ti
accolgo
con  speranza
mista a timore.
Aspetto da te pace,
perdono, giustizia ,
solidarietà e fratellanza
mentre
egoismo e indifferenza
dividono i popoli e devastano i cuori.

Per i caduti di Nassyria.

Giovani vite stroncate da un odio cieco
per troppo poco tempo avete dato gioia
a chi vi ha amato.

                                      Come i fiori bianchi del melo

cadono al vento d’aprile

lasciando promesse di frutti,
voi ci lasciate una speranza
di pace

Giovani.

Gioia di vivere, voglia di ballare,
di abbracciare il mondo intero,
di ridere per nulla, di cantare insieme
a braccia alzate;
entusiasmarsi per il tanto di nuovo
che la modernità propone,
proiettarsi nel futuro
accarezzando progetti arditi
desiderare e temere
di mettersi alla prova,
dubitare di tutto e soprattutto di sè
sperimentare i propri limiti
e scoraggiarsi, ma riprendere fiato
e rimettersi in cammino.
Così  da sempre..

Ma ora inesperienza  e insicurezza
vengono aggravate
da un  presente sempre  incerto
e da un futuro troppo a lungo sospeso:
la gioventù precaria
si dibatte in una ragnatela vischiosa
che le ruba i sogni e le ali.