Film: Il menù della felicità.

Noè, un ragazzo autistico, con la passione per la cucina, non riesce a inserirsi nel mondo del lavoro; uno chef di valore viene licenziato per il suo caratteraccio che lo porta a maltrattare i suoi collaboratori; un ristoratore sta per chiudere il suo locale perché non ha più un cuoco: è da queste situazioni di difficoltà che prende il via la storia del film.

La madre di Noè non riesce a rassegnarsi agli insuccessi del figlio e pensa di diventare lei la sua datrice di lavoro, infatti si fa dare un prestito dalla banca, coinvolge il cuoco licenziato e affitta il locale del ristorante che stava per chiudere, poi ingaggia altri ragazzi con diverse disabilità come camerieri e aiuto-cuochi.

Il cuoco scopre via via che ogni ragazzo ha delle abilità del tutto particolari: c’è chi riesce a ricordare a memoria le “comande”, chi ha un olfatto eccezionale e può inventare salse favolose abbinando in modo originale gli ingredienti; c’è chi sa accogliere i clienti con particolare gentilezza … Questa scoperta fa sì che il cuoco si affezioni a quei ragazzi che a volte combinano pasticci, ,a che si impegnano con entusiasmo perchè riescono a sentirsi utili, sentono di aver assunto un loro ruolo nella comunità. Tuttavia il cammino di questa impresa non è privo di difficoltà …

E’ un film molto bello che rappresenta il mondo della disabilità con rispettosa leggerezza: , vi sono rappresentate situazioni divertenti che nascono dai tic e dalle “manie” dei giovani disabili, ma sempre con l’intenzione di metterne in risalto le potenzialità, l’originalità e le risorse di cui ognuno è portatore.

Se vi capita di andare su Raiplay, cercatelo: vale la pena di essere visto!!!

Un post poco natalizio…

In questo periodo si dovrebbero solo pubblicare buone notizie e frasi augurali, ma oggi mi è capitata una cosa irritante e sono un po’ contrariata.

Da tempo mi sono dotata di telepass per non dovermi fermare ai caselli le poche volte che vado in autostrada. Nel mese di febbraio u.s. sono andata a Malpensa e ho utilizzato un tratto di Pedemontana. Dopo un po’ di tempo mi è arrivato l'”invito” a pagare poco più di 4 euro per un ritardato pagamento, al che ho compilato l’apposito modulo barrando la casella con cui dichiaravo di essere in possesso di telepass e ho spedito il tutto via mail. Dopo altri due mesi circa mi è stata rinnovata la stessa richiesta al che ho telefonato a Pedemontana segnalando il disguido e pregando di addebitare eventualmente quei famosi 4 euro sul conto abbinato al telepass. La signorina del call center mi assicura che tutto verrà sistemato e io ritorno a spedire tutta la documentazione già inviata precedentemente.

Oggi mi è arrivata una richiesta di pagamento di 10, 81 euro da una agenzia di recupero crediti di Firenze e scopro che il debito iniziale era di 0,53 euro (!!!!) per un tratto di autostrada in cui forse non funzionavano a dovere i dispositivi per intercettare i veicoli in transito!!! Mi è venuta una gran voglia di lanciare un po’ di improperi , ma poi mi sono detta che per 10 euro non vado certo in rovina e ho fatto il bonifico.

Credo che, d’ora in poi, la Pedemontana sarà un po’ più deserta di quanto lo sia stata fino ad ora … perché io non la utilizzerò più.

Dulcis in fundo all’UTE

L’ultima lezione di don Ivano prima delle vacanze natalizie, ci ha aiutato a capire come sia avvenuta la penetrazione islamica in Africa.

Il mondo arabo non è un’entità omogenea e uniforme al suo interno, come molti di noi sono abituati a pensare, ma è composto da popolazioni diverse sia per etnia che per religione. Così ad esempio gli Iraniani, sono certamente musulmani, ma sono ariani, indo-europei.

Ci sono molti punti in comune tra Cristianesimo e Islam: il dovere della preghiera quotidiana, il dovere dell’elemosina (per ripristinare un po’ di giustizia), il digiuno, il pellegrinaggio.

Maometto riuscì a unificare le tribù disperse nel deserto: con il collante della religione esse cominciarono a percepirsi come appartenenti a un solo popolo. Il Profeta affermava di aver avuto ispirazione dall’arcangelo Gabriele per divulgare una religione semplificata rispetto al Cristianesimo. Dopo la morte di Maometto cominciarono subito le divisioni; ciononostante non venne a mancare la spinta (Jihad) verso l’invasione delle terre medio-orientali e delle coste africane. La conquista di quelle terre fu favorita dalle comuni condizioni di vita in territori molto simili tra loro. L’espansione islamica tuttavia non avvenne solo per via militare, anzi, una grande importanza ebbe la via mercantile.

Nel 711, dopo aver conquistato le coste settentrionali dell’Africa, gli Arabi attraversarono lo stretto di Gibilterra e intrapresero la conquista della Spagna.

La gran parte dei musulmani è costituita da popolazioni pacifiche e accoglienti; solo una piccola minoranza si vota al fanatismo terroristico.

%/%/%/%/%/%/%/%

L’ultima ora di lezione, prima delle vacanze di Natale, è tradizionalmente dedicata alla musica e al canto e quest’anno il soprano Maria Rosaria Cannatà e il baritono Vincenzo Petrucci ci hanno offerto un piacevolissimo excursus nel mondo dell’operetta, accompagnati dal maestro Scaioli al pianoforte.

I primi tentativi di operetta risalgono ai primi decenni del ‘700, ma solo tra la fine dell’800 e i primi del ‘900 (Belle Epoque) essa ebbe il suo massimo fulgore. E’ caratterizzata da parti recitate a cui si alternano parti cantate. L’operetta è rivolta soprattutto a un pubblico borghese, mentre l’opera lirica viene preferita dalla nobiltà e il Musical è pensato per le classi meno elevate.

Alla presentazione di questo genere musicale i nostri docenti hanno alternato piacevolissime e apprezzatissime esibizioni interpretando i brani più conosciuti e più significativi tratti da due operette molto conosciute: ” La vedova allegra” e “La principessa della czarda”. Alla fine Maria Rosaria ha cantato “La Vergine degli Angeli” aria tratta da “La forza del destino” particolarmente amata dal nostro Presidente Filippi.

La bravura dei docenti e del maestro al pianoforte ha incantato i soci presenti che hanno apprezzato e sottolineato con lunghi applausi ogni brano eseguito: credo che solo all’UTE ci si possa scambiare gli auguri di buon Natale ascoltando ottima musica e interpretazioni vocali così coinvolgenti ed emozionanti!

Grazie a Maria Rosaria, a Vincenzo e al M° Scaioli!!! Vi auguriamo Buone feste e attendiamo con impazienza la prossima occasione per lasciarci affascinare dalle vostre esibizioni!!

Il nostro “QUADERNO”

Molti cittadini erbesi conosceranno questa elegante signora vestita coi colori del Natale, ma per chi non la conoscesse eccomi qui per colmare questa lacuna: si tratta della sig.ra Luigia, la decana dell’UTE.

Cosa sta facendo in questa foto? Sta sfogliando il volumetto intitolato “QUADERNO” appena uscito dalla tipografia. Certamente sta leggendo l’articolo in cui lei stessa ha raccontato la sua vita ricca di tante esperienze interessanti e particolari.

Il QUADERNO infatti è la pubblicazione che raccoglie , dipinti, poesie e racconti di soci e docenti per celebrare i trent’anni di vita dell’UTE di Erba; in una sezione sono poi pubblicati i temi vincitori del concorso 2024 “Racconta e scrivi una storia”, scritti da alunni delle scuole medie di Erba.

Il risultato è un piacevole, interessante volumetto che gli autori degli elaborati pubblicati potranno conservare come ricordo o regalare ai propri nipoti che saranno orgogliosi dei loro nonni/scrittori,

E per chi non ha voluto cimentarsi con carta e penna (o tastiera) potrebbe essere un segno tangibile di una realtà vitale e preziosa come l’ Università della Terza Età di Erba.

oplus_0

Sarà un Natale speciale.

Sarà un Natale speciale per noi cristiani, infatti, il 24 dicembre prossimo, Papa Francesco darà inizio al Giubileo aprendo la Porta Santa in San Pietro e, il giorno di Santo Stefano, per la prima volta nella storia, aprirà una porta santa nel carcere di Rebibbia, che in quel momento rappresenterà tutte le carceri del mondo.

Il logo ufficiale del Giubileo 2025, in una immagine diffusa il 28 giugno 2022. ANSA –HO – NO SALES EDITORIAL USE ONLY++

Perché questo gesto così nuovo e rivoluzionario? Ecco la risposta del Papa, il cui pontificato si è caratterizzato, fin dai primi istanti per la sua attenzione e la sua vicinanza agli ultimi e ai sofferenti nell’anima e nel corpo:

Nell’Anno giubilare saremo chiamati ad essere segni tangibili di speranza per tanti fratelli e sorelle che vivono in condizioni di disagio. Penso ai detenuti che, privi della libertà, sperimentano ogni giorno, oltre alla durezza della reclusione, il vuoto affettivo, le restrizioni imposte e, in non pochi casi, la mancanza di rispetto” (Spes non confundit, 10)

Queste parole ci indicano il modo più giusto di vivere questo anno giubilare, che deve rappresentare per ognuno di noi un’occasione speciale di grazia che la Chiesa ci offre per stabilire un rapporto più intimo tra noi e il Cielo (acquistando più volte l’indulgenza plenaria, la si può applicare a se stessi, ma anche alle anime di chi abbiamo amato e non è più in questo mondo) e per testimoniare ai fratelli, che condividono il nostro cammino sulla terra, la Carità e la Speranza che solo la Fede in un Dio, che è Padre, può darci.

Buon Natale e buon Anno Santo!

Un incontro inaspettato

Rientravo in auto, naturalmente a passo d’uomo, e davanti al cancello del prato confinante ho visto camminare nervosamente avanti e indietro qualcosa di colorato: ho cercato di capire …. era un fagiano!! Il piumaggio lucido, la testa piccola, la lunga coda si stagliavano sullo sfondo scuro.

Appena parcheggiata l’auto sono corsa col cellulare per fotografarlo, temendo di non trovarlo più, invece era ancora lì che cercava il modo di superare il cancello. Ha certamente notato la mia presenza ( anche se mi sono fermata a debita distanza per non spaventarlo) e questo deve avergli dato il coraggio di tentare una soluzione alla sua situazione e si è infilato tra le sbarre del cancello per allontanarsi nel prato vicino.

Un incontro tanto piacevole quanto inaspettato!

Yasmine, salvata dalle acque come Mosè.

E’ una storia che pare richiamarne un’altra antichissima: quella di Mosè, salvato dalle acque del Nilo.

Ricordate? Il faraone aveva ordinato che tutti i figli maschi degli Ebrei fossero uccisi perché il popolo schiavo stava diventando troppo numeroso. Ma la madre di Mosè lo pose dentro a un cesto e lo affidò al Nilo e Mosè poté essere salvato e diventare il liberatore del suo popolo.

Nella storia linkata sopra si racconta non di un neonato maschio, ma di una bambina di 11 anni, salvata non dalle acque del Nilo, ma da quelle del Mediterraneo; al posto del cesto due salvagenti ricavati da gomme d’automobile; a salvarla non è stata la figlia del re, ma le braccia solidali dei volontari di una ONG.

Yasmine ha visto morire tante persone intorno a lei e solo una forza che sa di miracolo può averle consentito di resistere al freddo in acqua per tante ore, al buio, gridando per chiedere aiuto.

Avrà una famiglia a cui ricongiungersi? Troverà protezione adeguata nel nostro paese? Mi piace pensare che se si è salvata è perché è una bambina speciale con una missione speciale, che forse non sarà quella di salvare un popolo, ma certamente quella di farci vergognare, come europei, di non saper porre fine alle tragedie del mare …

P.S.: Ieri ho sentito che negli ultimi dieci anni sarebbero morte nel Mediterraneo almeno trentamila persone!!!

Ute: Tibet, storia di uno yogin: Milarepa -Don Lorenzo Milani

Tibet territorio remoto di alta montagna, dove si è affermato il buddismo (detto appunto tibetano o tantrico)

Il buddismo arriva in Tibet dopo mille anni circa dal suo sorgere. Prima c’era una cultura Bon (sciamanica): Il Buddismo viene accolto con entusiasmo dai tibetani.

Uno dei cardini del buddismo è la reincarnazione, ma forse è meglio parlare di rinascita: sono solo le particelle irrisolte della nostra vita che portiamo con noi nelle prossime vite.. I Buddisti non si chiedono da dove viene la nostra vita, ma si prefiggono di perseguire il distacco dalle cose materiali. Bisogna operare per migliorare se stessi e coloro che ci stanno vicino. Se si raggiunge il distacco dalle cose e dalle passioni umane, si può non rinascere e raggiungere il NIRVANA senza dover più tornare in questo mondo in cui bisogna convivere col bene e col male.

Nel buddismo tibetano c’è un capo spirituale: il Lama; l’ultimo vive in India dopo l’invasione cinese.

“Milarepa (1052-1135) è uno dei più celebri santi e maestri spirituali del Tibet, noto per la sua straordinaria trasformazione da un giovane che viveva nel peccato e nell’ignoranza a un grande yogi e illuminato. La sua vita è una testimonianza di pentimento, disciplina e realizzazione spirituale.

Milarepa nacque in una famiglia benestante, ma la sua vita cambiò drammaticamente dopo la morte del padre, quando sua madre e lui furono truffati da un parente. La madre, arrabbiata per la perdita della loro ricchezza, spinse Milarepa a cercare vendetta, e lui, per procurarsi il potere, si rivolse a pratiche magiche. Con l’aiuto di un maestro stregone, Milarepa riuscì a compiere vari atti di vendetta, causando morte e distruzione. Tuttavia, il senso di colpa per le sue azioni malvagie lo tormentava profondamente.

Deciso a cambiare, Milarepa si rivolse al maestro spirituale Marpa, il quale lo sottopose a duri e umilianti test per purificarlo dalle sue azioni passate. Milarepa dovette affrontare sofferenze fisiche e psicologiche, ma alla fine Marpa lo accettò come discepolo. Grazie alla sua ferrea determinazione, Milarepa ottenne la realizzazione spirituale e diventò un grande yogi.

Milarepa è anche famoso per le sue meditazioni in solitudine sulle montagne, dove cantava le sue celebri “canzoni di Milarepa”, che esprimono la sua profonda saggezza. Divenne così una figura di grande rispetto nel Buddhismo tibetano, ispirando generazioni di praticanti con il suo esempio di vita dedita alla purificazione, alla meditazione e alla compassione.

Muore a 84 anni bevendo volontariamente un veleno e dando appuntamento ai suoi discepoli per la sua cremazione. Quando alla pira viene appiccato il fuoco, scendono dal cielo petali di fiori.

Morì a 84 anni bevendo volontariamente un veleno e dando appuntamento ai suoi discepoli per la sua cremazione. Quando alla pira venne appiccato il fuoco, scesero dal cielo petali di fiori.

Sempre molto originali le lezioni del dr. Creuso!!!

%/%/%/%/%/%/%/%/

DON MILANI: CONCLUSIONI – Nel 1963 compare su La Nazione la lettera dei cappellani militari che condannano l’obiezione di coscienza, che veniva allora punita col carcere (da ricordare il processo a Gozzini che affermava il suo dovere di non prendere le armi proprio per il suo essere cristiano).

Don Milani, in risposta alla lettera dei cappellani militari, afferma che Gesù non è mai stato dalla parte dei violenti, tanto da lasciarsi uccidere senza nessuna reazione, inoltre critica fortemente, alla luce della Costituzione, gli autori della lettera con un testo che diffonde tramite la stampa nazionale. Solo Rinascita (comunista) dà risalto allo scritto di don Milani, scatenando reazioni violente da più parti e subendo un processo per incitamento alla diserzione e alla disubbidienza militare. Non potendosi recare a Roma per le udienze, scrive una dettagliata memoria difensiva, nella quale partendo dall’obiezione di coscienza sofferma la sua analisi sull’obbedienza: è sempre giusto obbedire alle leggi anche quando sono ingiuste? Non è contrario al servizio militare in sé è contrario alla punizione per chi lo rifiuta.

Ora don Milani è sentito come un personaggio che ha osato sfidare le gerarchie religiose e civili. E’ indubbia la sua dedizione totale ai suoi ragazzi , ma il suo carattere non era certo facile e mal tollerava la pretesa di etichettarlo attribuendogli posizioni politiche che non gli appartenevano.

Nel 1966 viene ricoverato per la sua malattia e il suo arcivescovo gli scrive criticandolo duramente, cosa che lo farà soffrire molto. Muore nel 1967.

Grazie al prof. Cossi per aver messo a fuoco la figura di questo prete un po’ ribelle, ma pieno di amore per il suo prossimo e per la sua Chiesa.