La scuola siamo noi.

Il COVID 19 ha sconvolto la nostra quotidianità e la scuola non è certo sfuggita alla bufera: l’imposizione del lockdown ha costretto gli insegnanti a inventarsi un nuovo modo di fare lezione, utilizzando tecnologie mai prima sperimentate. Anche alunni e genitori hanno dovuto velocemente attrezzarsi con cellulari e computer e imparare a gestirli.

Tutti abbiamo percepito la fatica, e direi la sofferenza, di tutto il mondo della scuola, che è sempre stato uno dei perni fondamentali della nostra società, visto che alle sue cure vengono affidati i cittadini di domani.

Noi del gruppo culturale “G. Lazzati” di Arcellasco, abbiamo cercato di interpretare l’apprensione di tutti  per le difficoltà affrontate da docenti e famiglie, dedicando a loro la  mostra che, ormai da parecchi anni, viene allestita in occasione della festa patronale.

Abbiamo pensato di intitolarla “ LA SCUOLA SIAMO NOI: dalla scuola dei nonni alla DAD”. Per questo stiamo chiedendo la collaborazione di tutti per raccogliere foto, documenti, oggetti, grembiulini disegni dei bambini sulla loro scuioloa, e anche brevi testimonianze o ricordi scritti da consegnare in segreteria parrocchiale (indicando sempre nome, cognome e numero di telefono) o da inviare via mail  a: grandmere4@gmail.com. Per ulteriori informazioni si potrà chiamare il numero : 031 64 43  77.

Si accettano volentieri suggerimenti su come e dove reperire vecchi arredi scolastici (un banco, una lavagna, il cancellino, …. )

Ringraziamo fin da ora chi vorrà raccogliere questo nostro appello.

 

Lo sconosciuto che ci accompagna nel nostro cammino.

Lo abbiamo ascoltato molte volte, specialmente nelle occasioni più importanti della nostra vita, ci ha fatto emozionare, ci ha commosso, a volte abbiamo pianto di gioia o di dolore al sentire la sua voce, eppure non sappiamo nulla di lui. Forse gli abbiamo rivolto uno sguardo distratto da lontano, senza chiederci come sia fatto, come funzioni, quali siano le sue origini e la sua storia…

Per colmare questa lacuna, ci viene offerta un’occasione unica: Sabato, 8 maggio, alle ore 20:00, nella chiesa parrocchiale di Arcellasco si parlerà del bene artistico più prezioso che in essa viene custodito: l’antico organo a canne che risale a  170 anni fa e che ora potrà essere restaurato dopo decenni di rinvii.

KONICA MINOLTA DIGITAL CAMERA
KONICA MINOLTA DIGITAL CAMERA

Data la complessità di questo strumento, pensavo fosse un’invenzione abbastanza recente, invece ho scoperto che le prime forme risalgono addirittura al III sec. A.C. e che l’uso che ne veniva fatto, in guerra e nei circhi, lo fece ritenere per molti secoli  del tutto inadatto ad accompagnare i riti cristiani.

Come si sarà arrivati da quelle forme primitive a quelle sorprendentemente complesse dei giorni nostri? Come funziona un organo e cosa gli consente di produrre musiche di grande maestosità e potenza  e altre di estrema dolcezza? Come può addirittura imitare il suono di molti altri strumenti?

Tutto questo ci verrà spiegato da relatori tra i più esperti in questo campo: gli organari restauratori Carlo Dell’Orto e Massimo Lanzini e l’organista e organologo Matteo Galli.

Il restauro dell’organo sarà un’opera lunga e impegnativa sotto ogni punto di vista, ma è l’unico modo per preservare un bene prezioso consegnato alle nostre cure dai nostri antenati e poterlo lasciare in eredità a chi verrà dopo di noi.

Dopo averlo conosciuto, sono certa che sapremo apprezzare molto di più le sue melodie e vivremo con più intensità le emozioni che sempre un organo sa suscitare.

Poesia: Non è tutto come appare (Piera).

Un’anziana, che vive ormai in un suo mondo impenetrabile, sta facendo ginnastica riabilitativa con l’istruttrice; Piera la osserva e pensa…

Occhi chiusi,/ ma attenti. /

Uno… Due… Tre../

stai alzando le braccia,/ le incroci./

Quelle mani, /che non sanno /

portare cibo alla bocca,/ si intrecciano./

“Brava ragazza,/ continua, brava.”

Tu composta,/ tutta presa/

nella tua esecuzione/ prosegui./

anziana e riabilitazione2Ogni tanto borbotti. /Che meraviglia! /

Quanta tenerezza //sorge nel cuore!/

Forse ricordi gesti antichi,/ ripetuti e ritrovati. /

Cosa sappiamo noi/ di quali e quante ricchezze/

stai nutrendo il tuo presente /

e di quanto sia/ la tua comprensione?
Uno.. Due… Tre…

Continua, ragazza, continua. (Piera)

Ha sempre colpito anche me il pensiero di ciò che possono fare certe malattie: tutto un mondo di idee, di esperienze, di sensazioni non trova più il modo di esprimersi e resta imprigionato, inaccessibile, misterioso….Solo a tratti qualche parola, un gesto, un’espressione fa trapelare ciò che non viene espresso compiutamente …. potrebbe sembrare senza senso, ma certamente non è così …

Grazie, Piera, per la tua meravigliosa sensibilità!

Ute: Dante e l’ideale dell’Impero. (Sintesi di A. D’Albis)

In questa lezione, Don Ivano ha esaminato il terzo aspetto della vicenda di Dante, la sua idea di Impero, non di Europa, che ha analizzato sempre sotto il profilo storico. L’idea di Impero di Dante non coincide con il nostro concetto di repubblica. Essa si basa sul sistema dell’Impero Romano, che era prettamente militare, arricchito, durante il Medioevo, da un elemento unificante che è la religione, l’appartenenza alla fede e alla Chiesa cattolica. Ai tempi di Dante, questa idea di Impero era di fatto già superata, perché il suo ultimo erede, Federico II, sovrano già avanti nei tempi, aveva dimostrato di essere lui superiore alla Chiesa. Infatti, politica e religione o vanno d’accordo, oppure, se sono in contrasto, portano inevitabilmente al conflitto. Sotto i regni di Federico I e, soprattutto, di Federico II, l’Impero supera la Chiesa e avviene il cambiamento. Dante non si rende conto di questo cambiamento al quale sta assistendo e vuole resuscitare uno schema di impero e di politica che non esisteva già più. Dante resuscita la struttura del vecchio Impero nella sua opera in latino “De Monarchia”.

In quest’opera ribadisce che la struttura dell’Impero è necessaria come garanzia di unità e vede nell’imperatore Arrigo (Enrico) VII la persona che potrebbe incarnare quella struttura. I tempi, però, stanno cambiando! Il Papa Bonifacio VIII concede l’indulgenza dell’anno 1300, perché spinto dalla volontà popolare dei pellegrini che, giungendo a Roma in massa, richiedevano a gran voce un giubileo emanato dalla politica. Apparentemente sembra che il Papa conceda qualcosa al popolo, in effetti è il popolo che pretende qualcosa dal Papa. Dante si rende conto che la sua costruzione di Impero è solo un’utopia; la breve avventura di Enrico VII finisce con la sua morte. A Dante non rimane che esaltare la sua idea di Impero nel poema e precisamente nel VI canto del Paradiso. In questo canto celebra la figura di Giustiniano, l’imperatore che raccoglie l’eredità dell’Imperatore Augusto.

Quest’ultimo era riuscito a mantenere la pace e l’unità nella diversità dei vari regni, durante il suo potere. Inoltre, Giustiniano unisce alla grandezza di Augusto anche la fede cristiana. In conclusione, il problema che pone Dante di armonizzare particolarismi e pluralità è positivo, ma ha tanti limiti. E’ quello che stiamo facendo noi, a fatica, con la nostra ricerca di unità europea. E’ escluso, però, che Dante abbia avuto un’idea “europeistica” che, ai suoi tempi, risultava ancora impensabile. In altri campi fu, però, un precursore, un “moderno”. Capì che la lingua latina era morta e che bisognava dare spazio alle lingue romanze e anticipò alcune dottrine che in seguito proclameranno la scissione tra potere temporale e spirituale, ma come politico restò un conservatore e un uomo del medioevo!”

Grazie, Angela!

 

Sorella acqua.

…. Laudato si’, mi’ Signore, per sor’aqua,

la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta… (Cantico delle creature)

 

terra-acqua (1)Milena Gabanelli in questo video racconta una proposta di investimenti, nell’ambito del Recovery Plan, che viene dal mondo dell’agricoltura per sfruttare l’acqua piovana e farla diventare sia una risorsa in periodi di siccità, sia una fonte di energia idroelettrica pulita. La realizzazione di questa proposta comporterebbe anche la creazione di molti posti di lavoro e questo non è un aspetto da trascurare di questi tempi.

Mi sembra un’ ottima idea: va nella direzione giusta, visto che è  da tempo universalmente accettato il fatto che l’acqua sarà sempre più in futuro un problema  anche nel nostro paese.

Dovremmo rendercene conto tutti e contribuire tutti in ogni modo a non sprecare un bene così prezioso; dovremmo capire che non  sarà più così scontato averla a disposizione senza limiti come è stato fino ad ora.

Io, per quel che posso, mi sto già attrezzando: ho riflettuto che anche nella mia cucina sprecavo molta acqua che poteva benissimo essere riutilizzata e ho deciso di cambiare le mie abitudini.

Ho acquistato una bacinella di plastica di dimensioni tali  da poter entrare nel lavandino della cucina e quando lavo la verdura o la frutta,  quando mi capita di sciacquare un attimo le mani sena usare il sapone, o quando lavo la caffettiera, recupero l’acqua che altrimenti andrebbe sprecata finendo direttamente nello scarico e la utilizzo per annaffiare orto e giardino.

Certo il mio risparmio influisce solo minimamente sulla mia bolletta dell’acqua e non ha certo ripercussioni  sull’andamento generale del consumo idrico, ma, se tutti provassimo a limitare gli sprechi, certamente ne gioverebbe tutto l’ambiente.

Angoscia.

Sono giorni di angoscia, giorni in cui la gente intorno a me muore …ogni volta che squilla il telefono, mi balza in mente un pensiero che mi fa trasalire: quale altra brutta notizia mi sta arrivando?

Sono amici, conoscenti, vicini di casa, persone con cui ho condiviso momenti della mia vita: se ne vanno in silenzio; qualcuno in modo repentino, altri con un addio più prolungato.

Tutti si portano via qualcosa di me…

Mattine di fine inverno.

In queste mattine di marzo così luminose, con l’aria limpida e fredda, ma col sole splendente che avvolge ogni cosa, appena alzata esco fuori a guardare l’aiuola piena di fiori.

Ai piedi del cedro fanno bella mostra di sé  le primule rosa, bianche, gialle, viola, fucsia che hanno cominciato a fiorire già da tempo. Le primule sono fiori coraggiosi  che sbocciano in avanscoperta quando ancora l’inverno fa sentire il suo pugno di ferro. Poi ci sono, altrettanto impavide, le viole mammole e le viole del pensiero che spiccano tra le tantissime margherite e il verde lucente dell’erba nuova.  E’ molto bello anche vedere come giorno per giorno le gemme sui rami delle rose o su quelli del melo-nano si aprono a poco a poco, facendo intravvedere prima appena un accenno di colore, poi via via si affacciano le foglioline lucenti e morbide come seta  e ogni mattino appaiono un po’ più grandi….

È sempre commovente contemplare la vita che si rinnova e per qualche minuto dimentico le sirene delle ambulanze, le strade vuote e la solitudine di queste lunghe giornate di COVID.Una Nonna On Line