Ci risiamo….

La tanto temuta seconda ondata è qui …. il virus è tra noi più gagliardo che mai, forte anche delle nostre “distrazioni” e di qualche leggerezza di troppo.

Quando è scattato a febbraio il primo lockdown ero un po’ frastornata: cosa stava capitando? Cosa era  questo virus? Come ci si poteva difendere?  Queste domande mi rimbalzavano in testa, ma sentivo di avere le energie fisiche e psichiche per affrontare il lockdown serenamente , anche perchè si era alla fine dell’inverno e si sperava nell’ aiuto che poteva venire dalla bella stagione incipiente.

Da domani, per noi che siamo in zona rossa (rossissima, direi), comincia un nuovo periodo di clausura, con però un po’ di sfiducia in più e con meno speranze man mano che arrivano notizie di contagiati sempre più vicini alla nostra cerchia di relazioni.

Ho il freezer pieno, così posso limitare al minimo le uscite e cominciare ad affrontare quello che si annuncia un triste, buio e solitario  inverno.

Un po’ di Sicilia in Alto Lario.

Ieri coraggiosamente noi del gruppo “terza età” di Arcellasco abbiamo preso il pullman (meno della metà dei posti era occupata)  e siamo andati a Gravedona.

La giornata soleggiata e il vento robusto che increspava le acque del lago, Foto da Diana Catellani (23)hanno messo in grande evidenza la bellezza  di tutti i paesi costieri dell’Alto Lario: acque azzurre scintillanti sotto il sole, prati verdeggianti, montagne vicinissime (le Prealpi) e Alpi dalle cime innevate che  si stagliano nel blu del cielo. Ogni tanto un porticciolo con tante piccole imbarcazioni in attesa di poter prendere il largo.

Giunti a Gravedona, abbiamo potuto visitare il complesso architettonico comprendente la Chiesa di S. Vincenzo (di epoca barocca) e la chiesa  romanica medioevale della Madonna del tiglio (così chiamata per un tiglio che era cresciuto sul campanile).

All-focus
All-focus

Ma direi che, a parte la suggestione del luogo testimoniata dalle foto, la cosa che più ha sorpreso tutti noi è stato ciò che la nostra guida ci ha raccontato.

Durante la disastrosa dominazione spagnola, caratterizzata da malgoverno, soprusi e epidemie di peste, i contadini e  i pastori della zona, per sfuggire alla fame, cominciarono  a migrare verso la Sicilia, allora fiorente centro di traffici commerciali con l’oriente e l’occidente. Là trovavano lavoro nei porti  scaricando e caricando le merci. Inviavano i loro risparmi alle famiglie rimaste sulle rive del Lario, che, per gratitudine verso la Sicilia e Palermo in particolare, diedero inizio alla costruzione di chiese dedicate a S. Rosalia, patrona della città

Foto da Diana Catellani (21)capoluogo della Sicilia.  Al loro ritorno a casa, i gravedonesi e gli abitanti dei paesi vicini, portavano in dono alle  donne di famiglia collane, orecchini , bracciali di corallo rosso, che come ex-voto ora adornano le statue della Madonna dei paesi dell’Alto Lario.

Forse se questa storia fosse stata più ampiamente conosciuta, si sarebbero potuti evitare contrasti e  incomprensioni quando il flusso migratorio portò tanti Siciliani in Lombardia.

La Prima Comunione al tempo del COVID

La cerimonia era prevista per Maggio, ma il COVID ha mandato tutto a monte, così domani i bambini del IV anno di catechismo di  Arcellasco faranno la loro prima Comunione.

In questi mesi molti di loro sono cresciuti tantissimo e i vestiti preparati la primavera scorsa non andavano più bene, perciò ci è voluto un bel pomeriggio di prove per poter assicurare a tutti l’abito adatto.

Le disposizioni governative di sicurezza ci hanno poi imposto di calcolare il numero di posti disponibili, di assegnare a ogni famiglia due posti per i genitori e 4 per i parenti e tutti questi avranno un gettone di diverso colore da presentare all’ingresso agli incaricati dell’accoglienza. I posti in chiesa sono stati assegnati in anticipo e saranno contrassegnati da cartellini nominativi. I bambini dovranno indossare sempre la mascherina e potranno toglierla solo per il momento della Comunione.

prima comunioneDue giorni fa abbiamo fatto le prove  perchè i bambini sappiano bene cosa fare e come muoversi mantenendo le distanze di sicurezza: sono stati tutti bravissimi nonostante l’emozione che si leggeva sui loro volti.

Spero che tutti questi preparativi non li distolgano dal significato più profondo del momento  che stanno per vivere e spero anche che la giornata di domani  sia  per loro e per le loro famiglie un bel giorno, da ricordare sempre con piacere e tenerezza.

E se l’UTE dovesse chiudere i battenti?

Ho saputo che esiste poco lontano da qui  un’amministrazione comunale che apprezza talmente il servizio offerto ai suoi cittadini dalla locale Università della Terza Età, da assicurare a docenti e iscritti tutto ciò che è necessario per il proseguimento delle attività anche nell’attuale situazione.

Dispiace dire che invece a Erba l’UTE è pressochè dimenticata: è vero, un anno fa le è stato assegnato l’Eufemino d’oro,  ma oltre all’onorificenza nessun aiuto viene offerto da molti anni.

Nella situazione attuale si potrebbe forse sperare in un sostegno almeno  per individuare soluzioni logistiche adeguate, viste la difficoltà derivanti dalle disposizioni sul distanziamento sociale, invece il silenzio regna sovrano…

Forse solo se l’UTE  soccomberà, ci si accorgerà di quanto fosse preziosa e di quale patrimonio di cultura e di umanità fosse la solerte custode.

P.S. Copio e incollo qui il commento di un assiduo lettore di queste pagine al quale va il mio più sentito “grazie!”

Cara Diana,

ho letto, ma solo in parte perché non so come rintracciare il resto, i tuoi pensieri sull’UTE-ERBA. La felicità degli altri non deve indurre alla malinconia, perché ogni medaglia ha il suo rovescio. La facilità nel proporre un’attività e il “dovuto” sostegno a qualcosa che serve alla comunità, può generare qualche problema nel momento in cui nascono le difficoltà. Penso che il momento della prova possa essere importante per crescere e valutare a fondo quali sono le finalità che guidano il nostro agire e se, necessario, modificare o meglio ritrovare lo slancio iniziale, che ha sorretto in questi 25° anni i fondatori e tutti i Soci che frequentarono, frequentano o desiderano frequentare l’Università della Terza Età di Erba.

È un servizio per la città e per il territorio circostante che dà la possibilità alle persone di trovare un momento in cui pensare insieme ad altri al nostro presente e la proiezione nel “nostro” futuro, i figli e i nipoti. Tutto il nostro agire ha un’influenza su quello che ci circonda. L’ottimismo deve comunque sospingere e soffiare nelle vele della nostra “barca”.

Come ci disse il prof Damiani:

Nessuno è mai solo

Mai visto il nevicare di un fiocco solo,
per quanto di cattivo carattere. 
Mai visto il piovere di una goccia sola,
per quanto idrofoba.
Mai vista fluire la sabbia di un granello solo,
per quanto scontroso.
Mai visto il respiro d’aria di un atomo solo
per quanto tutto d’un pezzo.
Mai visto di qualcosa o qualcuno l’essere solo
perché è il turbinare della vita come la tua
che sola può mostrarti chi sei, da dove vieni
e dove andrai

Grazie per avermi “costretto a riflettere” e ripensare il perché mi sto impegnando per l’Università della Terza Età di Erba.

Eufemino 2020: una cerimonia particolare.

Si è da poco conclusa a Lariofiere di Erba la cerimonia della consegna dell’Eufemino d’ oro, che  ha avuto inizio con l’inno di Mameli e con un minuto di silenzio durante il quale scorrevano sullo schermo i tanti nomi di coloro che sono morti a causa del coronavirus.

E’ stato un momento particolarmente  emozionante, poi la sindaca Veronica Airoldi ha consegnato la massima onorificenza cittadina all’ospedale Fatebenefratelli, per l’opera svolta nel fronteggiare la pandemia. A seguire è stato consegnato un segno di riconoscenza ai rappresentanti di tutte le categorie di operatori sanitari che hanno lavorato in ospedale, con sacrifici inimmaginabili, per portare aiuto ai malati che affollavano i reparti covid  allestiti in gran fretta.

Un segno di ringraziamento è stato consegnato anche a tutti i medici di base, ai rappresentanti della Protezione Civile, del Lariosoccorso, del personale delle scuole, delle farmacie cittadine, degli impiegati comunali, dei commercianti, degli artigiani, dei supermercati, insomma a tutti coloro che nei momenti più difficili hanno garantito alla comunità il mantenimento dei servizi essenziali.

Grande commozione ha poi suscitato la consegna di due targhe ricordo alla memoria di due persone stroncate dal COVID, contratto mentre si dedicavano a soccorrere  le persone che chiedevano aiuto: il dr. Ivan Mauri di Erba, ma operante a Brivio, e una volontaria della Protezione Civile cittadina, salutata con un applauso particolarmente sentito dai suoi colleghi e dai presenti tutti.

Tutti gli intervenuti, che hanno preso la parola, hanno comunque reso omaggio anche alla cittadinanza di Erba, che si è dimostrata generosa, solidale e rispettosa delle norme.

 

I ragazzi sono più saggi di quanto si pensa?

Noi anziani siamo sempre così pronti a parlare male dei ragazzi di oggi  e li definiamo solo in base alla loro “mania” per cellulari, computer, play-station ecc.

E’ vero, è innegabile che stanno troppo tempo con la testa sul cellulare, ma io noto dai miei nipoti che hanno atteggiamenti molto positivi per ciò che riguarda la sana alimentazione o l’ecologia….

I miei nipoti ad esempio rifiutano le bevande zuccherate e anche se offro loro il gelato loro non cedono alla tentazione, come invece faccio ancora io qualche volta; si interessano di come vanno smaltiti i rifiuti che produciamo in casa e seguono le notizie che riguardano l’ambiente.

Pongono domande non banali, che rivelano preoccupazione su come sarà la loro vita in futuro su questo pianeta e io cerco di rassicurarli  dicendo che alla fine l’umanità saprà trovare la via giusta da seguire ….. ma la serenità che ostento davanti a loro, dentro di me vacilla un po’…

Il Parco Gabbia.

Eupilio_Parco-Gabbia_2020-5-768x432Era quasi un anno che non andavo a passeggio sulla riva del lago del Segrino, e sono rimasta sorpresa di vedere i lavori che vi sono stati realizzati.

Una volta c’era solo un brutto campo sterrato pieno di buche (e di fango quando pioveva) a costeggiare la strada di accesso, ora al suo posto, c’è un bel giardinetto con piante, panchine, un ponticello che scavalca un ruscelletto e porta verso unaltro piccolo parco pieno di verde, con una ripida  riva erbosa: è il Parco Gabbia, inaugurato questa primavera alla fine del lockdown.

Lì, su quella discesa, i miei cucciolotti (Davide e Samuele) si sono divertiti un sacco a lasciarsi ruzzolare giù sull’erba . Quando si rialzavano in piedi avevano il capogiro, quindi spesso perdevano l’equilibrio e cadevano di nuovo.

Non credo che la sistemazione di quell’angolo sia costata tanto, ma è stata certamente una bella idea quella di valorizzare così anche tutta la passeggiata, che ora offre anche la possibilità di una sosta piacevole nel verde.

Alitalia: gioie e dolori…

Da quanti anni ALITALIA  viene tenuta in piedi nonostante il suo stato cronico di agonia lenta e inesorabile? Quanti miliardi dei contribuenti ci è costata e continua a costarci? Non so rispondere…

C’è comunque da dire che è una delle pochissime compagnie che offra il servizio di assistenza ai minori non accompagnati e questo le fa onore.

Appurata questa possibilità ci siamo rivolti a un’agenzia di viaggi per prenotare un volo assistito per mio nipote.  Ci son voluti due giorni perché il centralino di Alitalia  rispondeva solo dopo lunghissime attese, ma alla fine eravamo riuscite nell’intento. Tutto sembrava a posto: biglietto, prenotazione dell’accompagnamento da parte  di un operatore Alitalia, dati di chi consegnava il bambino all’aeroporto e di chi sarebbe andato a prenderlo all’arrivo…..

Ma al momento del check-in scoppia lo psicodramma: al computer non risultava nessuna prenotazione!!! Inutile descrivere lo sconcerto di mia figlia, che subito mi ha telefonato angosciata, ma doveva essersi trattato di un errore dell’impiegata al check-in e dopo poco la prenotazione è comparsa sullo schermo; ma nessuno aveva provveduto a segnalare la richiesta di assistenza che pure era stata pagata, inoltre non erano stati trasmessi i dati di chi avrebbe ricevuto il ragazzo all’aeroporto, cioè i miei dati e quindi  si è dovuto provvedere a colmare questa lacuna…. Il tutto è costato mezz’ora di grande stress a tutti noi, anche all’impiegata dell’agenzia di viaggi che aveva seguito le pratiche della prenotazione e che io avevo nel frattempo contattato.

In conclusione direi che, è vero, ALITALIA continua a offrire servizi di pubblica utilità che pochi ormai si accollano, ma non sarebbe male se si impegnasse un po’ di più a dare anche un’immagine di maggiore efficienza organizzativa.

P.S.:all’aeroporto di Linate c’era pochissima gente e così pure a Heathrow, da quel che mi ha detto Samu: l’effetto covid si fa sentire pesantemente.