Al mercato, questa mattina…

Al mercato questa mattina, (ore 9)  ho notato che qualche cosa non stava

il piazzale del porticato.
il piazzale del porticato.

andando per il verso giusto: sulla via antistante la Chiesa di S. Eufemia erano posizionate le bancarelle su entrambi i lati della strada, così che la gente non poteva certo mantenere la distanza di sicurezza, mentre il piazzale del porticato e quello davanti alla farmacia erano completamente deserti. Forse chi doveva occupare quegli spazi ha rinunciato ad essere presente? o c’ è un altro motivo che ha indotto le autorità preposte a scegliere quel tipo di distribuzione degli spazi?

Spero che la mancata osservanza della distanza di sicurezza (per la verità, tutti indossavano la mascherina), che ho notato questa mattina, non porti a un aumento dei casi di contagio nei prossimi giorni.

(L’immagine qui sopra è stata presa da internet: non è stata scattata questa mattina)

L’ ora di Braga…

Ieri sera una interessante videoconferenza ha dato modo di avere un quadro dell’attuale situazione. Ne riferiva da Roma l’on. Chiara Braga del PD, che ha illustrato ampiamente gli innumerevoli provvedimenti deliberati a favore di famiglie, imprese, lavoratori autonomi, per la riqualificazione edilizia ed energetica, per preparare la scuola alla riapertura autunnale, per facilitare la trasformazione del sistema dei trasporti incentivando la mobilità individuale sostenibile … e molto altro. E’ stata un’impresa gigantesca, mai affrontata prima d’ora, ma certo potrà essere migliorata nei prossimi passaggi parlamentari.

E’ poi intervenuto un rappresentante dei commercialisti e dei consulenti del lavoro, che ha dato voce al “grido di dolore” che viene dal mondo delle imprese e del lavoro autonomo, alle prese con una crisi feroce e con una burocrazia che non riesce a  comprendere le esigenze di tanti che sono in attesa che i provvedimenti approvati vengano calati nella realtà concreta.

Il Segretario Provinciale, Federico Broggi, ha sottolineato positivamente il gran lavoro fatto dal governo in questi mesi, ma ha ribadito che i temi più scottanti sono ora la liquidità e e la scuola: le famiglie non potranno continuare a lungo a far fronte alle conseguenze della chiusura delle scuole, ma d’altro canto va ripensata tutta l’edilizia e l’organizzazione scolastica e non è problema facilmente risolvibile.

L’on. Braga ha poi sottolineato quanto l’Europa abbia cambiato atteggiamento in questo frangente e l’aiuto che ci può venire dalla  UE sarà determinante. Tutti hanno individuato nella burocrazia un ostacolo alla ripartenza veloce del Paese.

Gli amministratori locali hanno denunciato l’aumento esponenziale di domande di aiuto alimentare da parte delle famiglie, lo scarso coordinamento tra i gestori delle risorse erogate, la mancanza di sussidi telematici per le lezioni a distanza e la difficoltà di intravvedere una strategia chiara nei provvedimenti a pioggia del governo, le difficoltà dei comuni di assicurare i servizi di scuolabus, di mense scolastiche, di spazi per l’avvio del prossimo anno scolastico

Il taglio dei capelli…

Ieri dalla parrucchiera: avevo dimenticato  a casa la mascherina che avevo preparato prima di uscire, ma per fortuna ce n’erano a disposizione diversi modelli e dopo averne indossata una è cominciato il rito della sanificazione.

Prima di tutto il cellulare è stato inserito in un sacchetto trasparente, mi è stato spruzzato addosso uno spray disinfettante, ho indossato i guanti e i soprascarpe e, tenendo in mano la mantellina che mi sarebbe stata assegnata, mi sono accomodata sulla poltrona per lo shampoo mentre mi veniva controllata la temperatura….

E dopo tutto questo cerimoniale che penso sia molto stressante per le parruucchiere, finalmente mi son vista liberare da quei capelli che mi avevano afflitto  in questo periodo di isolamento e ora mi riconosco, guardandomi allo specchio….

Ho seguito il consiglio delle mie parrucchiere e ho già messo in borsa e in auto un sacchetto contenente mascherine e guanti da usare in caso mi capitasse ancora di dimenticarmene prima di uscire.

Di nuovo a Messa, ma come?

Dal 18 maggio si potranno celebrare le messe festive e feriali alla presenza dei fedeli.

E’ una bella notizia, che farà contente molte persone che, giustamente,  sentono la mancanza della partecipazione fisica ai riti religiosi.

Sarà bello ritrovarsi, anche se con mascherine, guanti e gel. Un problema però mi lascia un po’ perplessa: i parroci dovranno stabilire il numero massimo di fedeli per ogni celebrazione, penso in base alla superficie delle singole chiese e ci dovranno essere dei volontari all’ingresso che controllano il numero di quelli che entrano, dopo aver loro misurato la temperatura e offerto il gel disinfettante; potrà perciò succedere che uno arriva davanti alla chiesa e si sente dire che non può entrare? O sarà necessario prenotarsi? O dovremo procurarci in anticipo un gettone che indichi a quale messa possiamo accedere?

Questo coronavirus è riuscito a sconvolgere tutte le nostre certezze e le nostre abitudini più radicate.

Rosa canina.

E’ nata qualche anno fa tra le piante di alloro della siepe, certamente portata lì da qualche merlo.

Ora è diventata una bella pianta e puntualmente fiorisce a maggio, come si conviene alle rose. Ma lei è una rosa speciale: la chiamano rosa selvatica, ma a me piace di più dire “spontanea” .  Ogni anno la guardo meravigliata: è la rosa più antica, quella da cui sono derivate tutte le altre specie di rose, che ora mostrano le loro fioriture maestose. Lei no, è rimasta la semplice rosellina di milioni di anni fa, ed è riuscita ad arrivare fino a noi, sempre uguale, sempre semplice e immutabile e generosa con gli insetti che la visitano in cerca di cibo.

Guardarla è per me come tornare col pensiero alle origini della vita.

All-focus
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Videoconferenza: sanità lombarda

Ieri sera c’è stata una videoconferenza coi consiglieri regionali Angelo Orsenigo e Gianni Girelli sulla situazione della sanità lombarda e su come è stata affrontata l’emergenza coronavirus.

Lo avevamo capito che qualcosa non aveva funzionato, che l’ingranaggio si era inceppato, ma forse non riuscivamo a immaginare fino a che livello di caos si fosse approdati.

La testimonianza di un assessore ai Servizi Sociali di un comune limitrofo, ha fatto capire quali situazioni hanno dovuto affrontare gli amministratori locali senza poter contare sul supporto nè  dell’ATS competente né di chicchessia:nessuna organizzazione, nessuna direttiva di comportamento, solo grandi parole scritte nelle numerose circolari che dipingono una realtà che non c’è.

Se questo è lo stato delle cose ancora oggi, non so con quale fiducia si possa affrontare la ormai mitica fase2.

Il mio amico Marco mi ha raccontato la storia di suo padre partigiano.

Nato nel 1921, rimase orfano a 5 anni della madre, morta partorendo la sorella Angela. Un altro fratello, Gaetano era nato nel 22. A 14 anni perse anche il padre, mio nonno Antonio, a causa di una ferita, mentre tagliava un albero nel podere dove era fattore.
Mio padre già lavorava dall’età di 11 anni alle Coltellerie di Caslino e con il fratello muratore, accudivano da soli la sorellina. Poiché era di carattere ribelle, si attirò le ire del Podestà di Proserpio e del Parroco che riuscirono a sottrarre ai due fratelli la sorellina, che venne portata alle Stelline di Milano e poi adottata da una famiglia con la quale mio padre non volle mai avere rapporti, trattandosi di impiegati fascisti della EIAR.
Lui divenne comunista durante la guerra, ma anche da ragazzo aborriva il Regime e i suoi esponenti o adepti.
Nonostante fosse orfano, a 19 anni, venne arruolato e inviato a Ventimiglia dove rimase alcuni mesi, quando ritirata di Russiafu dichiarata guerra alla Francia, senza partecipare ad alcuna operazione. Invece, credo a metà del 41, venne tradotto in Russia e partecipò alla riconquista di una postazione nei pressi di Nowo Kalitwa (era nella fanteria d’assalto) meritandosi la croce di guerra e acquisendo il grado di sergente maggiore. Purtroppo nelle varie peripezie smarrì la maggior parte dei documenti e non mi parlava volentieri di quanto aveva vissuto. Comunque, a quanto ricordo, partecipò alla disastrosa ritirata del Don e la conseguenza fu il parziale congelamento dei piedi.
Di  quei momenti raccontava solo con piacere l’episodio dell’incontro insperato con suo fratello sulla via del ritorno. Successivamente si sbandò (non so se disertò o se fu in seguito all’armistizio) e comunque, dopo qualche mese di latitanza, venne preso dai tedeschi e mandato in un campo di lavoro in Germania da dove fuggì dopo qualche mese. Arrivò con mezzi di fortuna in Svizzera dove conobbe degli antifascisti che lo indirizzarono alla Brigata Giustizia e Libertà nel Cuneese, comandata da Giorgio Bocca (da ragazzo ricordo che teneva da conto un libro dello scrittore con dedica autografa che purtroppo ho smarrito). Rimase aggregato ai partigiani fino al 25 aprile e al ritorno a casa ebbe l’amara sorpresa di sapere che i genitori adottivi della sorella si erano impossessati della sua misera abitazione vendendo tutti i mobili e gli oggetti suoi dei miei nonni. Conoscendo il suo carattere incazzoso, non oso immaginare quale fu la reazione!
Mi spiace di non aver annotato i racconti che sentivo da piccolo, che allora non è che mi interessassero molto e con mio zio non ne ho mai parlato o, se sì, non ricordo.
Ti allego il diploma della decorazione, un encomio del Sindaco di Proserpio e delle foto, purtroppo tutto in cattivo stato di conservazione.
marco