UTE: La separazione delle carriere in Magistratura – L’ipercolesterolemia.

Cose che accadono all’UTE: Il dr. Spagnuolo aveva programmato la sua lezione di diritto su “le persone fisiche”, ma entrando in Sala alcuni soci gli hanno posto delle domande su un tema molto dibattuto sui media in questi giorni: la separazione delle carriere dei magistrati ed ecco che il nostro docente, data la sua indubbia competenza, ha cominciato a rispondere alle domande iniziali e, via via a alle successive. E’ così che è passato tutto il tempo della lezione e abbiamo potuto capire quanto segue: i magistrati si dividono in GIUDICI, che emettono le sentenze, e PUBBLICI MINISTERI (PM) che, sotto il controllo del PROCURATORE GENERALE, conducono le indagini servendosi di polizia, carabinieri e guardie di finanza. Nei processi i pubblici ministeri sostengono l’accusa.

L’organo di autotutela della magistratura è il Consiglio Superiore della Magistratura (CSM), presieduto dal Presidente della Repubblica.

Attualmente i PM possono scegliere di cambiare il loro ruolo e ricoprire quello di giudici, ma solo l’1% dei magistrati fa questa scelta ed è per evitare questa “mobilità” di ruoli che è stata avanzata la proposta della separazione delle carriere, argomento in discussione da almeno una trentina d’anni. Gli oppositori di questa proposta temono che i PM possano essere influenzati dal potere politico (governo).

Attualmente il CSM è composto da 2/3 dei membri eletti dai magistrati e da 1/3 eletto da Parlamento e la proposta avanzata dall’attuale governo prevede invece che siano estratti a sorte senza prevedere dei requisiti di competenza o anzianità di servizio.

Come al solito, il dr. Spagnuolo ha saputo esporre concetti non sempre facili in modo chiaro e semplice, non sembrava certo che stesse improvvisando, anche se l’argomento non era stato programmato.

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L’IPERCOLESTEROLEMIA- La sovrabbondanza di notizie da cui siamo sopraffatti in molti casi crea confusione in coloro che non hanno competenze specifiche per valutare e distinguere ciò che è accertato scientificamente e ciò che invece è solo disinformazione.

Per questo il dr. Ferrai, cardiologo, ha cominciato la sua lezione mettendo a fuoco la definizione di colesterolo: è il grasso che svolge la funzione fondamentale di sostegno alla membrana cellulare e rientra nella sintesi della bile. Viene prodotto in gran parte dal nostro stesso corpo e solo per il 30% dipende dall’alimentazione. Esso viene trasportato ai vari tessuti dalle lipoproteine.

Il fegato produce colesterolo LDL (cattivo) che viene trasportato alle periferie; il colesterolo HDL (buono) raccoglie il grasso che ristagna nelle periferie e lo riporta al fegato.

L’eccesso di colesterolo può depositarsi nei vasi sanguigni e formare delle placche aterosclerotiche, che sono spesso causa di infarto o ictus, come hanno dimostrato molti studi scientifici. Esistono casi di predisposizione genetica alla produzione di un eccesso di colesterolo.

Fino a 15 anni fa si stabiliva un valore unico di riferimento per il livello di colesterolo nel sangue, ora invece si valutano i singoli casi in base a tutti i fattori di rischio presentati dai singoli pazienti.

Diabete, scarsa attività fisica, ipotiroidismo sono cause dell’innalzamento del valore di colesterolo nel sangue. Ne consegue che attività fisica e una dieta sana 8 raccomandati soia e sesamo, carciofi) servono a prevenire l’ipercolesterolemia. La cura invece è oggi affidata a farmaci della famiglia delle statine, che hanno tuttavia come effetti collaterali dolori muscolari e miopatie.

UTE: Gli Estensi signori di Ferrara – La musica pianistica di Beethoven

Proseguendo il ciclo di lezioni sulle signorie minori, la nostra apprezzatissima docente Alberta Chiesa ci ha parlato ieri della Signoria degli Estensi, che per secoli ha governato il territorio di Ferrara e non solo.

Le origini di Ferrara si perdono nella notte dei tempi, ma il primo documento che cita il nome della città risale all’VIII secolo dopo Cristo, al tempo della dominazione Longobarda. Nel 774, Carlo Magno, dopo aver sconfitto i Longobardi, dona la città di Ferrara al Papa, che la concede in feudo al duca di Mantova Abelardo; dopo la morte di Matilde di Canossa ultima discendente di Abelardo) Mantova diventa libero Comune (che dura 150 anni circa) e vi si verificano le immancabili lotte tra famiglie. Tra queste, prevale la famiglia degli Adelardi; l’ultima discendente sposò Azzo VI d’ Este e fu così che la città di Ferrara divenne la sede di questa dinastia di origine veneta. Nel corso degli oltre due secoli, in cui gli Estensi governarono la città, la arricchirono di monumenti, di palazzi e di opere d’arte di gran pregio, che tutt’ora attirano turisti da ogni parte d’Italia e non solo. Tra i personaggi più importanti vanno ricordati Leonello e Borso d’Este che governano insieme fino alla morte di Leonello, poi Borso ottiene dall’imperatore anche il titolo di duca di Modena e Reggio Emilia. E’ questo il periodo d’oro degli Estensi che chiamano alla loro corte gli artisti più famosi del loro tempo.

L’ultimo duca è Alfonso II che ama il lusso sfrenato e per questo impone tasse gravose, attirandosi l’ostilità del popolo e dei nobili. E’ di questo periodo anche un terribile terremoto seguito da un lungo sciame sismico. Il ducato conosce un periodo di decadenza e, alla morte di Alfonso II, che non lascia eredi, torna sotto il governo diretto del Papa. (1567)

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LA MUSICA PIANISTICA DI BEETHOVEN – Il maestro Scaioli ci sta viziando: le sue lezioni concerto ci regalano momenti piacevolissimi nei quali ci fa gustare la buona musica dei grandi maestri del passato. Ieri è stata la volta della musica di Beethoven . Abbiamo potuto ascoltare “Il chiaro di luna” e brani tratti dalla “Patetica” con repentini cambi di ritmi e di atmosfera. In seguito abbiamo potuto scoprire come il grande genio tedesco abbia innovato la musica del suo tempo apportando nuovi schemi e nuove atmosfere che fanno di lui il primo musicista “romantico” e introducendo innovazioni che precorrono addirittura di un secolo le modalità compositive.

E’ stato un altro bellissimo pomeriggio: grazie UTE!

Dal “QUADERNO” Ricordando Budapest

Prendo dal “QUADERNO” pubblicato lo scorso autunno dall’UTE, questo stralcio tratto da un racconto di viaggio.

Budapest è divisa in due dal Danubio che scorre placidamente tra i palazzi con le sue acque, ora non più blu, percorse da barche e battelli; ed è proprio a bordo di uno di questi battelli che una sera abbiamo potuto attraversare la città, mentre nell’aria risuonavano le note del valzer di Strauss dedicate al grande fiume che scorreva sotto di noi. Intanto tutti rimanevamo incantati dalle luci che illuminavano i palazzi sulle rive e dai loro riflessi nelle acque che il battello solcava agitandone la superficie. Sembrava di vivere in una delle tante operette di inizio ‘900 ambientate nella Budapest scintillante dei tempi della “Bella Époque”.

UTE: Come far fronte a stress ed ansia nella terza età. (Todaro)

Ieri tutti i soci UTE hanno salutato con grande affetto e gioia il ritorno della Dr.ssa Lucia Todaro, dopo la sua forzata pausa. Con rinnovato entusiasmo, la nostra docente ci ha parlato di un tema che interessa tutte le età della vita: come controllare l’ansia e lo stress, che hanno alcuni sintomi in comune, ma sono stati emotivi diversi, che, se non controllati, possono sfociare in forme patologiche.

Cosa si intende per STRESS: è una risposta psicologica e fisiologica verso eventi ESTERNI valutati come eccessivi o pericolosi (la stessa situazione può essere vissuta in modo diverso da persone diverse).

Le fasi dello stress vanno dall’allarme, alla resistenza, all’esaurimento, caratterizzato quest’ultimo da stanchezza, apatia, tristezza… Lo stress ci rende irritabili, può produrre ipoglicemia, difficoltà di concentrazione, dolori articolari, problemi digestivi, può influire sul sistema immunitario e portare ansia, insonnia, inappetenza (o bulimia) e diminuzione del desiderio sessuale ( o un abnorme aumento). Spesso chi è stressato ricorre a fumo, alcol, farmaci, che tuttavia danno risposte immediate, ma di breve durata. Si dovrebbe invece ricorrere a risposte diverse come: almeno 6 minuti di lettura per distogliere la mente dalla causa dello stress, mezz’ora di camminata, una doccia rilassante, ascoltare musica, ridere.

Cosa si intende per ANSIA: risposta fisiologica a situazioni di pericolo reale o valutate come tali, una sorta di sistema di allarme, che nasce da stimoli INTERNI, da una interpretazione personale delle cose. L’ansia anticipa problemi che potrebbero insorgere e li fa vivere come se fossero presenti. Il farmaco dà sollievo immediato, come già detto, ma è spesso seguito da un senso di vulnerabilità.

I sintomi sono diversi: si è portati a rimuginare, sono presenti accessi di sudorazione, problemi digestivi, attacchi di panico, bisogno di rassicurazione, movimenti ripetitivi, difficoltà respiratoria , insonnia, tendenza a rinviare impegni e decisioni, tachicardia, scarsa concentrazione.

Rimedi: attuare una corretta respirazione ventrale, parlare con qualcuno o anche fra sè e sé delle nostre preoccupazioni, scrivere i propri pensieri ossessivi, rileggerli e poi stracciare in minuscoli pezzi il foglio su cui sono stati scritti.

Occorre tuttavia accettare stress e ansia come elementi del vivere quotidiano; bisogna comprendere la possibilità di prevenire l’insorgere dell’ ansia; bisogna poi convincersi che le situazioni si possono affrontare e superare, ma anche valorizzare (gioco di Pollyanna; cercare anche nelle situazioni più difficili quel po’ di positivo che certamente visi trova).

La lezione è finita con la lettura di storielle divertenti, ma significative: la nostra cara Lucia Todaro è riuscita ancora una volta a portare una visione rasserenante di un problema certamente diffuso: Grazie, Lucia!

Ute: Confini e territorio della Diocesi di Milano – Il lievito madre.

Oggi don Vismara ha continuato il suo breve ciclo di lezioni sulla diocesi di Milano prendendo le mosse da un documento del 1200, scritto da Goffredo da Bussero,

in cui viene raccontata la vita dei santi a cui sono dedicate le chiese della diocesi di Milano. L’elenco presenta alcune lacune, ma vi viene citata la Pieve di Incino e l’altare ivi dedicato a Santa Eufemia. Non è certa l’appartenenza continuativa della nostra Pieve alla diocesi di Milano, infatti c’è chi ipotizza che per un certo periodo essa fosse soggetta alla diocesi di Como.

Tra i personaggi che più hanno lasciato la loro impronta nella storia della diocesi di Milano, spicca certamente S. Carlo Borromeo che fu vescovo di Milano dal 1565 al 1584. La diocesi era in uno stato deplorevole sia dal punto di vista organizzativo che morale e religioso. S. Carlo divise innanzitutto la città di Milano in sei zone affidandone la responsabilità a sei prefetti nominati da lui; divise anche il restante territorio in regioni: Rba faceva parte della V regione insieme a Lecco e Monza.

Attualmente la diocesi è composta da sette zone pastorali, che comprendono 63 decanati e 1.100 parrocchie. La carenza di presbiteri e le mutate condizioni sociali richiederanno ben presto una radicale revisione di tale organizzazione.

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IL LIEVITO MADRE – La dr.ssa Anna Sartori, della rinomata pasticceria di Erba, oggi ci ha parlato di un argomento interessante senza farci mancare il delizioso momento di degustazione che da sempre accompagna i suoi incontri.

Per preservare le caratteristiche peculiari del lievito madre è sorto un consorzio di produttori per portare chiarezza in un ambito che presenta molti motivi di confusione. Tale consorzio si avvale della collaborazione di docenti universitari, i cui studi si stanno concentrando su ciò che, pur essendo invisibile, rende prezioso ogni lievito: i microrganismi che contribuiscono a trasformare parte degli zuccheri in gas e acidi vari rendendo i cibi più gustosi e più digeribili.

Come avviene una degustazione? Naturalmente sono coinvolti tutti i nostri sensi: dalla vista all’olfatto, dall’udito al tatto e, ovvio, al gusto.

Parlando in particolare del panettone, si può dire che esso è un prodotto artigianale quando contiene ingredienti di origine certa, prodotti in quantità limitata il cui costo influisce sul prezzo finale.

Per artigianalità si intende l’abilità di produrre prodotti unici fondandosi sulla propria esperienza. Per ottenere il lievito madre bisogna fare un impasto di acqua e farina, lasciarlo riposare fino alla formazione di lieviti e batteri. Occorre poi una quotidiana e sapiente cura che prevede il “rinfresco dell’impasto tre volte al giorno o il lievito potrebbe “morire”; ciò premesso è evidente che è una lavorazione che richiede elevata professionalità e che non è esente da rischi.

Proprio per difendere gli artigiani che utilizzano il lievito madre e lo producono in proprio è necessario che i loro prodotti siano accompagnati da un certificato che ne attesti il valore intrinseco.

Alla fine di questa dettagliata e interessante spiegazione, la dr. ssa Sartori ha fatto distribuire a ogni socio presente un piccolo vassoio contenente tre assaggi di panettoni: uno industriale, uno semiartigianale e uno completamente artigianale.

Per quel che mi riguarda ho confuso i primi due, ma ho capito senza esitazioni quale fosse quello artigianale per la delicatezza del profumo, per il sapore pieno ma delicato e per la consistenza morbida.

Certamente una bella lezione col proverbiale “dulcis in fundo” Grazie dr.ssa Anna! Grazie UTE!!

Io e l’UTE (dal “QUADERNO” per il 30°)

Questo è l’incipit di uno dei racconti contenuti nel “QUADERNO”, libro pubblicato in occasione del 30° anniversario dell’UTE di Erba A.P.S. In seguito, se sarà possibile, pubblicherò altri brani di altri soci per far conoscere la ricchezza del mondo che gravita attorno alla nostra UTE.

“Eravamo in riva al lago a passeggiare. La mia amica E., rivolta a me, disse: – Sai, la nostra amica F. (che mi stava accanto) è molto impegnata e quindi veniamo a passeggiare solo il lunedì e il giovedì, perché al martedì e al venerdì lei va all’Università della Terza Età .

Risposi:- A Erba c’è l’ Università della Terza Età? – cadevo dalle nuvole, non ne avevo mai sentito parlare!!

Era per me un periodo piuttosto difficile; da poco ero rimasta vedova e i miei figli erano lontani ormai da parecchio tempo. La lunga malattia di mio marito mi aveva fatto trascorrere gli ultimi anni tra un ricovero e l’altro, tra una terapia e l’altra, tra corse notturne al pronto soccorso e code negli ambulatori medici. Avevo perso i contatti con le vecchie amicizie …”




Cum grano salis…

Cum grano salis è un’espressione che abbiamo mutuato dal latino e che invita ad agire e a valutare le situazioni con prudenza, a ragion veduta e questo ammonimento vale ancora oggi.

A volte succede infatti che, per troppo zelo, pur avendo le intenzioni migliori del mondo, si finisca per fare un danno proprio a chi si vorrebbe aiutare.

Metti che un operatore di un qualsiasi corpo di intervento (Croce Rossa, pompieri …) assista casualmente a un piccolo incidente e subito (per mostrare quanto bene ha imparato le istruzioni che gli sono state impartite durante i corsi di addestramento) si metta ad allertare tramite il 112 tutti i servizi presenti sul territorio … non sarebbe forse il caso di accertarsi prima della reale gravità della situazione e delle effettive necessità delle persone coinvolte?

Prima di tutto è un danno grave distogliere i corpi di pronto intervento da eventuali chiamate con carattere di urgenza e può essere che, per qualche motivo, proprio le persone che si volevano soccorrere si trovino a imprecare contro la iella di aver incontrato un soccorritore così zelante e con così “poco sale”

Il nostro “QUADERNO”

Molti cittadini erbesi conosceranno questa elegante signora vestita coi colori del Natale, ma per chi non la conoscesse eccomi qui per colmare questa lacuna: si tratta della sig.ra Luigia, la decana dell’UTE.

Cosa sta facendo in questa foto? Sta sfogliando il volumetto intitolato “QUADERNO” appena uscito dalla tipografia. Certamente sta leggendo l’articolo in cui lei stessa ha raccontato la sua vita ricca di tante esperienze interessanti e particolari.

Il QUADERNO infatti è la pubblicazione che raccoglie , dipinti, poesie e racconti di soci e docenti per celebrare i trent’anni di vita dell’UTE di Erba; in una sezione sono poi pubblicati i temi vincitori del concorso 2024 “Racconta e scrivi una storia”, scritti da alunni delle scuole medie di Erba.

Il risultato è un piacevole, interessante volumetto che gli autori degli elaborati pubblicati potranno conservare come ricordo o regalare ai propri nipoti che saranno orgogliosi dei loro nonni/scrittori,

E per chi non ha voluto cimentarsi con carta e penna (o tastiera) potrebbe essere un segno tangibile di una realtà vitale e preziosa come l’ Università della Terza Età di Erba.

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