Una delle storie più sconvolgenti del nostro recente passato è quella che vede protagonista una giovane donna calabrese, nata in una famiglia di ‘ndrangheta e che, diventata madre, vuole per la figlia una vita diversa da quella che ha avuto lei. Per questo si allontana dalla famiglia e dalla sua terra sfidando le leggi terribili dell’ organizzazione criminosa.
Se volete conoscere meglio questa storia, domani all’UTE potrete assistere alla proiezione di immagini del film “LEA” che la ripercorre, mettendo in risalto il coraggio di una eroina del nostro tempo.
Ascoltare don Walter Magnoni è sempre un’esperienza piacevole e costruttiva e anche l’incontro di questa mattina a Eupilio, organizzato dal Granis di Erba, lo ha confermato.
Il nuovo Arcivescovo, Mario Delpini, ha indetto il SINODO DELLE GENTI, per interrogare il popolo di Dio al fine di dare risposte nuove e più adeguate ai problemi di un mondo e di una società in sempre più rapida evoluzione.
Nel documento di preparazione a questo Sinodo minore, ma cruciale vengono proposti tre motivi principali di riflessione:
denatalità
terza età
ambiente.
La Chiesa, popolo di Dio in cammino, deve innanzitutto interrogarsi sul contesto ambientale in cui stiamo vivendo oggi e prendere atto che parlare di Dio oggi è fuori moda, che l’invecchiamento della popolazione comporta problemi di sostenibilità per il sistema pensionistico e sanitario, che il problema del lavoro diventerà sempre più urgente, che i rapporti affettivi sono sempre più liquidi, precari …
Serve coraggio per guardare con obiettività al proprio tempo e alla propria storia, visto che i cambiamenti in atto innescano invece paura…L’immigrazione ad esempio scatena, soprattutto nelle fasce più deboli, la paura di perdere qualche piccolo beneficio conquistato a fatica, ma non possiamo dimenticare il monito evangelico: “Ero straniero ….”, nè possiamo dimenticare anche che nell’Antico testamento si raccomanda ad ogni passo di soccorrere orfani, vedove e stranieri…
La paura è un’emozione che va ascoltata e rasserenata e la Chiesa di Milano ha fissato, fin dagli anni ’60 con Montini, la sua attenzione sul problema dell’immigrazione (che allora era immigrazione interna, ma che aveva ugualmente creato malumori e resistenze); poi il card. Martini aveva creato la comunità di Monluè dove gli stranieri sostavano per due mesi in attesa di una sistemazione (allora bastavano due mesi!!!); sulla stessa linea di sensibile attenzione al problema immigrazione si erano mossi anche i card. Martini, Tettamanzi e Scola.
Ora il fenomeno migratorio che scuote la nostra società e le nostre certezze, ci lancia tre sfide:
una sfida culturale: approfondire i problemi attraverso lo studio e la lettura di opere che offrano spunti di riflessione;
una sfida della memoria: leggere la storia nei suoi processi evolutivi per saperla interpretare: il ritorno nostalgico al fascismo è sintomo di perdita di memoria;
una sfida della spiritualità: recuperare il valore delle cose importanti, fondamentali, significative.
Il tema così attuale da fare da spartiacque nella vita politica odierna, ha stimolato una serie di quesiti da parte dei presenti, a cui don Magnoni ha dato risposte sempre molto condivisibili e obiettive, che io sintetizzo così:
Bisogna creare reti di comunicazione interpersonale: usare sì le tecnologie moderne, per poi arrivare alla comunicazione interpersonale; è necessario anche vigilare sulla comunicazione, contrastando fake news e rabbia irrazionale.
Per influire sulle scelte economiche, bisogna rendersi conto del potere che abbiamo tra le mani noi consumatori, facendo delle scelte eticamente corrette ed ecologicamente sostenibili; per le delocalizzazioni si dovrà arrivare a una normativa europea che unifichi i sistemi fiscali dei 27 paesi dell’UE, contestualmente ai sistemi previdenziali.
Se oggi la minoranza, che si professa cattolica, milita in partiti diversi, deve però farsi portatrice degli stessi valori irrinunciabili nelle diverse aree politiche.
Se la società oggi impone a tutti ritmi frenetici, noi dovremmo imporci di agire secondo il motto “Age quod agis” (fai quel che fai) intendendo che è importante fare bene ogni cosa in cui si è impegnati, senza farci trascinare dall’ansia delle tante cose da fare, rischiando così di essere schiacciati dallo stress e di fare male tutto.
Lo sport e il gioco sono certamente spazi privilegiati di incontro e di integrazione.
Bisogna anche arrivare a imporre un sistema fiscale più equo, che consenta di alleviare il carico fiscale per chi ora sta pagando di più.
Bisogna coinvolgere i giovani stranieri (ma direi anche quelli di casa nostra) cristiani nelle iniziative politiche.
La mattinata si è conclusa con la celebrazione della messa e con lo scambio dei numeri di telefono con una persona che mi ha fatto molto piacere incontrare dopo tanti anni. Ho ringraziato su TWitter don Magnoni per il bell’incontro.
Sono a un convegno e ci è stato dato un quarto d’ora di intevallo per prendere qualcosa di caldo al distributore automatico.
Passeggio un po’ per i corridoi e vedo una giovane donna che ammira il paesaggio esterno: lago, montagne, colline….
Mi metto accanto a lei, che dopo qualche attimo dice:- Bello, vero?- E io: Se ha notato, gli ordini religiosi hanno le loro sedi nei posti più belli…-
Lei si gira a guardarmi…… d’improvviso riconosco in quegli occhi chiari e profondi lo sguardo di una carissima collega scomparsa da tanti anni …. dopo un attimo di sconcerto, esclamo:- Ma sei tu, Magda? – Anche lei allora riesce a ritrovarmi nei suoi ricordi di bambina e ci mettiamo a parlare della sua mamma e delle nostre vicende personali. E io ritrovo in lei il sorriso dolce che mi ha accompagnato in tanti anni di lavoro, che ricordo sempre come i più belli e intensi della mia carriera scolastica.
Alla ripresa dei lavori del convegno, ci sediamo l’una accanto all’altra e alla fine ci scambiamo i numeri di telefono. Forse è Marisa, sua mamma e mia indimenticata collega, a farci incrociare questa mattina: siamo venute al convegno in solitudine e ce ne andiamo via con un’amica in più.
In ogni borgo, in ogni centro abitato italiano si possono trovare tesori d’arte di grande valore e si corre il rischio di andare per il mondo in cerca di ciò che viene più pubblicizzato e di continuare ad ignorare ciò che è vicino a noi.
Forse perchè le mete proposte quest’anno dal pellegrinaggio quaresimale erano proprio dietro l’angolo, molti hanno forse pensato che non valesse la pena di partecipare, ma ora che è appena finito, devo dire loro che hanno avuto torto!!!
Infatti la visita al battistero di Oggiono, ci ha consentito di conoscere un monumento tra i più antichi della nostra zona e di partecipare ad una breve, ma significativa cerimonia che ci ha aiutato a rinnovare il ricordo del battesimo.
Ad Annone, abbiamo potuto ammirare il polittico della Passione, un’opera di grandissimo valore restaurata a Milano e solo recentemente riportata nella chiesetta di S. Giorgio, per la quale era stata concepita.
Infine siamo stati al santuario di S. Maria della Noce di Inverigo, costruito per ricordare un episodio che la tradizione popolare ha considerato prodigioso: tra i rami di un noce, la Madonna sarebbe apparsa a due fanciulli che, andati a cercare legna, si erano smarriti nei boschi e avrebbe loro indicato la strada del ritorno dando loro anche un pane per sfamarsi. E lì, sul sagrato della chiesa anche noi abbiamo mangiato pane e noci….
Resta in tutti coloro che hanno partecipato il ricordo di una giornata trascorsa in serenità, gustando la bellezza che i nostri antenati hanno saputo creare e lasciarci in eredità.
Per ricordare la fine della Grande Guerra (1918), il gruppo culturale Lazzati della Parrocchia di Arcellasco, invita i concittadini ad aprire cassetti e scatoloni alla ricerca di foto e documenti che ricordino quell’evento e, insieme, si vorrebbe riportare alla luce i momenti sereni e laboriosi degli anni a seguire. A questa iniziativa è stato dato il titolo di “GUERRA E PACE”.
Chi volesse rispondere a questo appello, deve scrivere dietro ogni documento (foto, poesie, lettere, cartoline…): nome, cognome e numero di telefono, quidi consegnare il tutto in busta chiusa in SEGRETERIA PARROCCHIALE ENTRO LA FINE DI APRILE.
Il materiale eventualmente raccolto verrà utilizzato per una possibile mostra e/o un calendario; sarà cura del gruppo culturale conservare con cura ogni documento e restituirlo a conclusione dell’iniziativa.
Lunedì 26 febbraio.
ore 14.30 – Don Ivano Colombo ci guiderà alla comprensione del linguaggio cinematografico, attraverso la lettura di immagini tratte dal film ” Il segreto di Esma” che racconta lo strascico di sofferenze e di fatiche che una guerra atroce (ex-Jugoslavia) ha lasciato dietro di sè.
Martedì 27 febbraio.
ore 15.00 – Letteratura – MITO E CONTEMPORANEITA’: CIRCE, LA SEDUZIONE DEL SESSO. – docente: Elena Meggetto.
ore 16.00 – Filosofia – MARXIZMO E NEOMARXISMO. LA SCUOLA DI FRANCOFORTE: MARX VA A SCUOLA DI FREUD – docente: Brunella Tatafiore.
Venerdì 2 marzo.
ore 15.00 – Storia – LE SIGNORE DEL RINASCIMENTO. LUCREZIA BORGIA, DUCHESSA DI FERRARA. – docente: Alberta Chiesa.
ore 16.00 – Medicina – MEDICINA SCIENTIFICA E MEDICINA ALTERNATIVA. – docente: Alberto Lissoni.
Il leninismo è l’interpretazione teorico-pratica del marxismo, di cui esalta il carattere rivoluzionario, adattandolo a un paese arretrato.
La lezione della prof. Tatafiore ha preso il via dalla biografia di Lenin, il quale, mentre era studente in giurisprudenza, venne espulso dall’università per aver organizzato manifestazioni di protesta. Era un rivoluzionario per vocazione e per portare avanti le sue idee affrontò la prigione, il confino in Siberia, l’esilio a Londra, a Monaco e a Zurigo.
La Russia era ancora un paese molto arretrato alla fine del 19° secolo; contrariamente a quanto era accaduto in Europa, non vi si era mai formata una classe imprenditoriale borghese e non era mai iniziata una vera industrializzazione del paese. Per questo la popolazione viveva in grande miseria e la situazione si aggravò per la guerra contro il Giappone del 1905 (che fu un vero disastro per la Russia) e per una terribile carestia che si abbattè sul paese.
In questa situazione scoppia una rivolta soffocata nel sangue dalla polizia, ma lo Zar impaurito concede l’istituzione di un parlamento (Duma, che verrà in seguito abolita), mentre nelle fabbriche nascono i SOVIET (sindacati).
Lenin intanto dal suo esilio sostiene che il cambiamento si otterrà solo con l’azione di intellettuali, professionisti della politica che attraverso la rivoluzione sappiano realizzare le riforme utili al benessere del popolo.
Scoppia poi la Grande Guerra, in cui la Russia entra impreparata solo in forza delle alleanze vigenti (Triplice Intesa); le perdite umane e la scarsità di risorse generano molto malcontento e nel 1917, Lenin con l’appoggio dei Tedeschi, rientra in Russia dove con un colpo di Stato viene proclamato un governo provvisorio e lo Zar viene destituito.
Lenin prende le redini del governo e impone la nazionalizzazione delle fabbriche, delle terre e delle banche, ma ben presto si arrivò alla terribile guerra civile tra armata rossa e armata bianca. Accanto a Lenin emergono due personaggi di spicco: Trotzkij e Stalin, che alla sua morte di disputeranno la successione al potere.
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Dopo l’ora di storia abbiamo potuto assistere a una sorprendente lezione di musica, tenuta dal M.° Alessandra Zapparoli affiancata brillantemente dal prof. Francesco Pintaldi, che ha montato per noi splendidi filmati con cui accompagnare il percorso dell’evoluzione della composizione musicale, dal gregoriano, al contrappunto, all’ armonia, alla musica dodecafonica.
Per documentare questa evoluzione abbiamo potuto risentire la splendida voce di un Pavarotti ancora giovane nell’interpretazione di brani di Stradella (Pietà Signore) di Donizetti (Una furtiva lacrima), di Verdi (Di quella pira..). Quest’ultimo brano era accompagnato dal video di una giovanissima e deliziosa ballerina (di cui non ricordo il nome) i cui genitori erano presenti in sala.
Ma la “chicca” del giorno è stata l’esibizione dal vivo di due giovanissimi soprani, che fanno parte del coro UTE : Ivana Montani che ha cantato un brano da “La serva padrona” di Pergolesi e un brano da “Le nozze di figaro” di Mozart, e Silvia Conti che ha interpretato “Vissi d’arte” dalla Tosca di Puccini e il sempre struggente “Un bel dì vedremo” dalla Madama Butterfly di Puccini. Una sarta aveva preparato anche i costumi di scena adatti ai vari personaggi interpretati!!
La sala era al completo e tutti i presenti sono rimasti felicemente sorpresi da questo “happening” imprevisto, che ha reso indimenticabile il nostro pomeriggio. Non credo che sia così facile avere altrove la possibilità di godere di momenti come questo. Grazie al M.° Zapparoli, al prof. Pintaldi e alle due giovani e bravissime cantanti che si sono esibite con bravura in condizioni certamente non ottimali.
C’era un tempo in cui le Poste Italiane stringevano accordi con una compagnia petrolifera per riconoscere uno sconto sulla benzina a chi pagava con il postamat. Puntualmente, ogni volta che partiva questa campagna promozionale, la compagnia petrolifera alzava il prezzo del carburante. Così facendo il consumatore veniva illuso di poter usufruire di un beneficio, invece era soltanto la compagnia petrolifera a trarne vantaggio.
Da quel che ho sentito questa mattina alla radio, pare che lo stesso giochetto sia stato messo in azione da tutte le compagnie petrolifere nelle zone in cui le regioni riconoscono il bonus-benzina per evitare che gli automobilisti delle zone di confine vadano a fare il pieno all’estero.
In questo modo i cittadini vengono doppiamente gabbati: non solo non hanno nessun beneficio dall’introduzione dei bonus, ma devono pure pagare con le tasse un surplus di guadagno alle compagnie.