Teatro: L’affare Kubinski.

Ieri sera nel salone della parrocchia di Arcellasco, la compagnia teatrale di Albavilla ha rappresentato una divertentissima commedia: L’AFFARE KUBINSKI.

La vicenda è ambientata negli anni che seguirono la crisi del 1929, ma potrebbe benissimo riferirsi alla situazione attuale. Un disoccupato di lunga data, tale Wiesinger, si intrufola tra il personale di una banca e finge di essere un impiegato. Per attirare l’attenzione dei superiori e avere una legittimazione si inventa ” l’affare Kubinski” , un affare di cui nessuno naturalmente sa nulla , ma per il quale tutti devono fare riferimento a lui che, a quanto pare è l’unico a saperne qualcosa. Tutto va per il meglio fino a quando si arriva a  concludere l’affare, ma nessuno riesce a trovare il dossier relativo ….Le cose andrebbero sicuramente molto male, se non intervenisse la figlia del Presidente della banca, la quale nel frattempo si è innamorata di Wiesinger. Il lieto fine è immancabile, ma la commedia fa ridere tantissimo, ma fa anche riflettere sulla condizione di chi perde il lavoro, sulla necessità per ogni persona di potersi sentire utile per non perdere il rispetto di se stessi.

L’affare Kubinski, nato per la fantasia di Wiesinger, a poco a poco diventa reale solo perchè tutti coloro che lo sentono nominare non possono e non vogliono ammettere di non saperne nulla: farebbero una pessima figura con i superiori……è lo stesso meccanismo psicologico preso di mira nella storia di “Il Re Nudo” che abbiamo sentito raccontare da bambini.

Gli attori sono tutti dilettanti, ma bravissimi e il pubblico ha partecipato con grande divertimento e lunghi applausi finali.

UTE: Lettura scenica di ” IN DIFESA DI DANILO DOLCI”

“……Ma questa è, appunto, la maledizione secolare che grava sull’Italia: il popolo non ha fiducia nelle leggi perché non è convinto che queste siano le sue leggi. Ha sempre sentito lo Stato come un nemico. Lo Stato rappresenta agli occhi della povera gente la dominazione. Può cambiare il signore che domina, ma la signoria resta: dello straniero, della nobiltà, dei grandi capitalisti, della burocrazia. Finora lo Stato non è mai apparso alla povera gente come lo Stato del popolo.”

E’ uno dei tanti stupendi passaggi dell’Arringa di Piero Calamandrei in difesa di Danilo Dolci, che verrà letta e “rappresentata” da un binomio che è per tutti noi garanzia di qualità e di successo: il prof. Porro e l’attore Christian Poggioni.

L’evento è fissato per lunedì 5 dicembre alle ore 15 in sala Isacchi. Chi ha già avuto modo di assistere a uno spettacolo di Porro-Poggioni, non si lascerà certo sfuggire l’occasione di rivederli e riascoltarli.

Film: Un bacio.

La rassegna di film in programma per il cineforum del martedì ieri sera ci ha dato l’opportunità di vedere  “Un bacio” di Ivan Cotroneo, nei panni di regista e sceneggiatore.

E’ una storia di adolescenti di oggi che usano le nuove tecnologie e a volte ne abusano, senza rendersi conto delle conseguenze.

Tre ragazzi, Lorenzo, Antonio e Blu, emarginati per diversi motivi dal resto della loro classe, formano gruppo e passano insieme momenti di spensieratezza. Poi Lorenzo, il ragazzo gay, manifesta la sua simpatia per Antonio, che lo respinge  in modo violento sia per paura di scoprirsi anche lui “diverso” da ciò che ha sempre creduto di essere, sia per la paura del giudizio degli altri compagni. L’unica che si salverà in questa storia sarà Blu, che troverà il coraggio di confidarsi con la mamma e di denunciare gli abusi subiti da colui che lei riteneva il suo fidanzato e che invece ne ha fatto uno zimbello per sè e per i suoi amici.

La vicenda è narrata in modo vivace e piacevole, con intervalli da musical gradevoli anche se la parte del ballo è un po’ carente.

Si è portati a riflettere sulle difficoltà dell’adolescenza, sulla quasi impossibilità dei genitori di prevenire le sconfitte dei figli che in quell’età si chiudono in silenzi impenetrabili e, per parte mia, mi si è riconfermata la convinzione che quella è l’età più difficile nella vita di un essere umano: tutto è così incerto, fluido, evanescente…come e dove trovare punti di riferimento, quando gli adulti ti appaiono così fragili e confusi anch’essi?

UTE: Storia (la donna nel novecento) e Filosofia (l’abécédaire di Gilles Deluze)

Nel momento in cui l’Austria il 28 luglio del 1914 dichiara guerra alla Serbia, si è in piena estate e le femministe  (suffragette si diceva allora) sono in vacanza, godendo di un momento in cui ritengono che la loro lotta per il voto stia dando i primi risultati, infatti è prevista la loro partecipazione al voto nelle elezioni comunali che si svolgeranno in Francia nel 1916.

Il 1914 che doveva essere l’anno delle donne diventa invece l’anno della guerra e tutti i discorsi di emancipazione vengono accantonati.

Dopo il fallimento delle operazioni di attacco dell’esercito tedesco che dovevano portare alla guerra-lampo, seguono 4 anni di estenuante guerra di posizione  e in questo periodo anche le donne danno il loro apporto nelle mense, come infermiere, ma anche nelle fabbriche per poter mantenere i propri figli in assenza dei mariti al fronte. In Germania, al momento dell’assunzione delle donne, si fa loro firmare in bianco anche la lettera di licenziamento: alla fine della guerra quei posti di lavoro verranno assegnati agli uomini. In Inghilterra le donne lavorano anche nelle fabbriche di armi , mentre in Serbia e in Russia vengono arruolate nell’esercito e vengono mandate anche in prima linea.

In Inghilterra, dove si è costituito un esercito ausiliario,  si arriva a squalificarle con studi pseudo-psicologici ben e si diffondono molti sospetti sulla moralità delle donne.

Tuttavia è in questo periodo che esse riescono ad accedere alle scuole (anche all’Università) tradizionalmente riservate agli uomini, sia come studentesse che come docenti.

Nel 1917 in Francia le donne entrano nel governo.

Anche la moda cambia radicalmente : scompare il busto e le gonne si accorciano per consentire una maggiore libertà di movimento.

Con la fine della guerra le donne vengono licenziate.

Durante la Seconda Guerra Mondiale , dopo l’occupazione della Francia Settentrionale, nel Sud viene proclamata la Repubblica di Vichy sotto il governo di Pétain, che vuole portare avanti un discorso di ricostruzione morale della Francia: vengono abolite molte libertà personali, si propaganda l’idea che la donna è per sua natura votata alla maternità e ha il dovere di amare il marito (che però non ha lo stesso dovere). Le donne che rifiutano la maternità sono corrotte o frivole. E’ qui che nasce la Festa della Mamma (in Europa).

Nella Resistenza le donne fanno da staffetta, ospitano i fuggiaschi, fanno spionaggio correndo enormi rischi, ma alla fine della guerra solo pochissime potranno entrare in politica, come invece faranno molti partigiani. (docente prof. Massimiliano Cossi)

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Il prof. Marco Creuso ci ha presentato la figura e il pensiero di uno dei più importanti filosofi del Novecento: Gilles Deluze.

Egli ritiene che la filosofia non sia un affare di pochi, ma apre la sua facoltà a tutti coloro che desiderano partecipare alle sue lezioni nell’Università di Vincennes. A un certo punto della sua vita raccoglie e sintetizza le sue opere e il suo pensiero nell'”Abécédaire” ( anche Voltaire aveva scritto il suo Dizionario Filosofico), esprimendo la volontà che venisse pubblicato solo dopo la sua morte, che avvenne nel 1988 per suicidio o incidente.

E’ il filosofo del ’68, l’anno della rivoluzione senza rivoluzione ; infatti egli sostiene (a ragione secondo me) che ogni rivoluzione finisce male . Afferma inoltre che non esiste un diritto umano naturale visto che il mondo ha assistito impassibile allo sterminio degli Armeni (e visto cosa è poi successo recentemente nella Penisola Balcanica): non ci sono strumenti giuridici che difendano questo diritto.

Alla voce GAUCHE del suo abecedario , Deluze afferma che la sinistra ha il compito di dare voce agli umili, ma che se è al potere non è più sinistra; dice che deve dare priorità alla soluzione dei problemi del Terzo Mondo, perchè solo così si possono risolvere i problemi che più ci interessano da vicino.

Il docente ha poi proseguito illustrando le voci  HISTOIRE  e ANIMAL facendo risaltare la grandezza del pensiero di questo filosofo, che forse molti di noi (me compresa) non avevano mai sentito nominare.

Sono state due lezioni molto interessanti e la sala  gremita ha mostrato il suo gradimento con sentiti applausi.

 

Radio Maria e i finanziamenti pubblici.

Copio e incollo da Repubblica .it.

Ebbene, proprio lo Stato che secondo padre Cavalcoli avrebbe scatenato “il castigo di Dio” è il finanziatore numero uno di Radio Maria. Di più: l’emittente religiosa è in cima alla lista delle radio che ricevono ogni anno un contributo pubblico. Negli ultimi tre anni di cui si conoscono le cifre, ha incassato 779 mila euro per il 2011, 730 mila per il 2012 e 581 mila per il 2013: due milioni e 90 mila euro nel triennio. Per svolgere un servizio pubblico? No, a titolo di “mero sostegno”, in base a una legge di 18 anni fa varata per sostenere le emittenti locali che però le assicura un canale privilegiato.

Non mi piace per niente leggere questa notizia, perchè ogni mattina , all’inizio delle trasmissioni, c’è sempre un lungo appello per sollecitare offerte da parte dei radioscoltatori, che in genere sono anziani e/o malati.

Se una radio ha finalità di lucro, non è una radio speciale, è solo una radio locale come tutte le altre che vivono di pubblicità….e direi che anche Radio Maria dovrebbe ricorrervi.

Accade a Erba: Concerto del “Coro Città di Erba”

Voglio ricordare a tutti gli amici di Erba e dintorni che stasera alle ore 21 nella Chiesa parrocchiale di Arcellasco si esibirà l’apprezzatissimo “CORO CITTA’ DI ERBA”, che intende così festeggiare e celebrare il 45° anniversario della sua fondazione.

La scelta della Chiesa di Arcellasco è dovuta al fatto che proprio qui il coro ha mosso i suoi primi passi.

La bravura della corale e la straordinaria voce di alcuni dei componenti fanno sì che l’appuntamento sia imperdibile per chi , come me, ama il canto corale.

Accorrete numerosi!!!

Il terremoto come punizione?

E’ un vero peccato che io non ascolti Radio Maria, di cui mi infastidiscono certi toni….se avessi sentito padre Giovanni Cavalcoli affermare che il terremoto è la punizione divina per le unioni civili, avrei potuto invitarlo alla lezione di ieri all’UTE…..

Don Cavalcoli avrebbe potuto capire come effettivamente nascono i terremoti in genere e soprattutto quelli italiani di questi giorni…..Le unioni civili non c’entrano, ma c’entra invece il movimento delle placche terrestri spinte dal magma sottostante e l’Italia viene spinta verso le coste dalmate…..quando l’Adriatico sparirà si spera che qualcuno (se ci saranno ancora esseri umani sulla Terra) non incolpi la legge sul divorzio…