Domani a Carpi Focherini beato.

5/9/44 all’alba
Maria carissima,
prima di partire per la nuova sede che mi allontanerà ancor per poco, spero , da te ti rinnovo il saluto di ieri sera.
Sto bene, sereno e tranquillo riprendo il cammino e in fiduciosa attesa prego e spero che l’ultima tappa sia più che breve.
Il Signore ci accompagni e ci benedica ed accettando il nuovo sacrificio più tuo che mio lo ricambi evangelicamente in tante benedizioni ed in tante grazie per tutti.
Ò avute le tue lettere del 24 e del 25 che attendevo in ansia e che ò salutate col più grande piacere. Viatico più bello non potevo ricevere.
Baciami ancora tutti i piccoli ed accetta col cuore più intensamente affettuoso tutte le più belle espressioni della gratitudine per tutto il bene che mi hai voluto e mi vuoi per tutto quello che di bene mi hai fatto per tutte le gioie che mi hai donato per la lieta corona di figli che mi hai offerto.
Di tutto il Signore terrà conto.
Dio sia con te, ti guidi, ti accompagni, ti preservi, ti benedica.
È la preghiera di ogni momento col cuore più rassegnato alla sua volontà. Fede e coraggio non mi mancano e ne chiedo ogni giorno al Signore per te che delle vicenda porti il carico più doloroso e pesante. E per te prego tanto tanto, più che per me che non abbisogno altro che di sapervi sicuri e tranquilli. – A me non pensare, non ti preoccupare che sto benissimo e non abbisogno di nulla.
Ed ora andiamo. Ma prima un caldo bacio per te e per tutti. – Rassicura Mamma e Babbo. – Nella piena fiducia in Dio ti bacio, anche per tutti i piccoli e ti abbraccio teneramente.
tuo Odo

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Sembra essere una normale lettera di un uomo innamorato della moglie che si prepara a un breve periodo di lontananza, tanta è la serenità che traspare dal testo…..invece è una delle lettere che Odoardo Focherini riuscì a far pervenire alla moglie dalla prigione in cui era rinchiuso , prima di partire per un lager dove troverà la morte pochi mesi dopo. Nel momento in cui la lettera viene scritta , Focherini è in carcere da quattro mesi circa e si può immaginare che non fosse proprio una vita facile, ma nella lettera non compare una sola parola di lamento o di autocommiserazione; i suoi pensieri e le sue preghiere sono unicamente per la moglie trentacinquenne che resta da sola a casa con i suoi sette figli e per i genitori.

Arrestato per aver aiutato oltre un centinaio di ebrei a  sfuggire alla cattura , certo sa quale destino può attenderlo, ma la sua fede è tanta da fargli accettare con serenità anche  l’ ingiustizia che lo ha colpito.

Domani a Carpi Odoardo Focherini verrà beatificato con una solenne cerimonia nella bellissima piazza della città.

Chi conosce Emily Davison?

Emily-Davison-350x270Chi era Emily Davison?

Cliccando sul link riportato qui sopra si può leggere la storia di una donna morta 100 anni fa, di cui non sapevo nulla.

Prima dello scoppio della prima guerra  mondiale, in Inghilterra, le suffragette lottavano per il riconoscimento alle donne del diritto al voto. Emily era una di loro e quell’ 8  giugno di 100 anni fa aveva accettato di compiere un gesto dimostrativo plateale per richiamare l’ attenzione dell’ opinione pubblica sull’ ingiustizia che negava alle donne il diritto di votare: a Epsom si stava svolgendo un importante avvenimento ippico ed Emily doveva attaccare la bandiera simbolo del suo movimento alle redini del cavallo del re. Purtroppo fu travolta e riportò ferite tanto gravi da causarne la morte. Fu fatta passare per una fanatica  kamikaze, ma solo ora un attento studi dei fotogrammi dell’ epoca ha ristabilito la verità e a Londra le verrà dedicata una targa ricordo sul luogo della morte.

Festa della Repubblica: conosciamo il nostro inno?

Solitamente del nostro inno nazionale si canta solo la prima strofa che è forse quella meno significativa; oggi perciò voglio postare qui il testo integrale scritto da Mameli .


Fratelli d’Italia
L’Italia s’è desta,
Dell’elmo di Scipio
S’è cinta la testa.
Dov’è la Vittoria?
Le porga la chioma,
Ché schiava di Roma
Iddio la creò.
Stringiamoci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.

Noi siamo da secoli                          
Calpesti, derisi,
Perché non siam popolo,
Perché siam divisi.
Raccolgaci un’unica
Bandiera, una speme:
Di fonderci insieme
Già l’ora suonò.
Stringiamoci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.

Uniamoci, amiamoci,
l’Unione, e l’amore
Rivelano ai Popoli
Le vie del Signore;
Giuriamo far libero
Il suolo natìo:
Uniti per Dio
Chi vincer ci può?
Stringiamoci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.

Dall’Alpi a Sicilia
Dovunque è Legnano,
Ogn’uom di Ferrucci
Ha il core, ha la mano,
I bimbi d’Italia
Si chiaman Balilla,
Il suon d’ogni squilla
I Vespri suonò.
Stringiamoci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.

Son giunchi che piegano
Le spade vendute:
Già l’Aquila d’Austria
Le penne ha perdute.
Il sangue d’Italia,
Il sangue Polacco,
Bevé, col cosacco,
Ma il cor le bruciò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò

A parte il linguaggio che risente dei quasi due secoli che ci separano dal momento in cui l’ inno è stato scritto, mi pare invece ancora molto attuale l’ invito all’ unità: l’ individualismo, il campanilismo, la mancanza di un sentimento collettivo di appartenenza ad una stessa comunità nazionale sono ancora il nostro male peggiore, dal quale discende buona parte dei nostri guai.

Da notare poi come con pochi tratti il testo richiami tutta la nostra storia: dall’ Impero Romano, alle lotte medioevali e seguenti contro i vari invasori, fino alla dominazione austriaca. Per molto tempo si è considerato questo inno , solo una scelta provvisoria e per questo si sono più volte avanzate proposte per la sua sostituzione, ma tutto sommato a me pare che esprima bene i sentimenti che hanno reso possibile la nascita dello Stato unitario e poi, se ben suonato e ben cantato, non è poi così male nemmeno da ascoltare……. http://www.youtube.com/watch?v=2eiDUKF_y00 (cliccando qui si può ascoltarel’ inno di Mameli).

P.S. : le stranezze nell’ impaginazione di questo post sono del tutto indipendenti dalla mia volontà.         :-)))

24 maggio 1915.

Il 24 maggio di 98 anni fa l’ Italia entrava in quella guerra, che fu talmente tragica e cruenta da meritarsi il titolo di GRANDE GUERRA. Quante giovani vite furono sacrificate in quegli anni? Quante distruzioni…quanta miseria  provocò quel conflitto?

Ho trovato questa lettera di un giovane soldato dal fronte e leggendola sembra quasi di vedere questo ragazzo pieno di paura, che vuole tenere i contatti con la realtà, con la sua vita, quasi per reagire all’ incubo assurdo che sta vivendo. E’ un giovane contadino….forse anche il mio nonno materno potrebbe avere scritto una lettera così, prima di morire.

Cari genitori,
Giacché trovo un’ora di tempo voglio farvi sapere mie notizie, la mia salute al presente è ottima come spero di voi tutti in famiglia. Come vi replico ancora che io mi ritrovo in questo paese che si chiama Galeriano qui mi fanno fare l’istruzione tutto il giorno altro che si sta male col rangio che tutti i soldati si lamentano, però a me farebbe poco che non mi darebbe il rangio che mi partiene ne il tabacco pure che mi lasciano qui in Italia e non mandarmi in trincea adesso cari genitori posso ringraziare il Signore che io mi ritrovo qui in Italia che mentre i miei compagni Boris e Palazzi e Gatti loro sono in trincea e ci tocca di fare il turno di 21 giorni e se ci va male li fanno stare anche per quaranta giorni, adesso mi ritrovo contento a pensare che siamo così indietro di più di cento chilometri e pure adesso è due o tre giorni che hanno cominciato a fare degli attacchi sentiamo il cannone come fossero d’essere là in trincea, questo mese di maggio è un mese molto brutto per i soldati che si trova nelle trincee perché arrivano sempre degli ordini di fare delle avansate e fare le avansate è molto brutto. Voglio farvi sapere il Signor Curato che mi
ha scritto una lettera e mi ha detto di non pensar male che in questo fronte nella zona di Gorizia il nemico non può avanzarsi, invece è tutto all’incontrario quel fronte nella zona di Gorizia è il fronte più brutto che ci sia perché è quello più vicino a Trieste. … Caro Padre fatemi sapere come va nella campagna se hanno fiorito bene, e se potete accorgervi se vedete dell’uva e dei frutti; anche qui nelle colline Austriace che anno conquistato i nostri Italiani siamo attendati due giorni prima di venire in Italia si vedevano le belle piante di frutta ben fiorite e poi anche le viti e anche la bella erba, fatemi sapere quanti ne tenete di bachi, io credo che ne tenete molti pochi perché nella campagna del lavoro ne avete anche tropo e che bestie che avete in stalla.

Aspetto vostra risposta.
Intanto vi saluto tutti uniti in famiglia e sono vostro figlio e vi ricorda sempre Isidoro.

Iris.

Oggi abbiamo potuto rivedere il sole per un’ ora o poco più e ne ho approfittato per andare con una vicina a passeggiare in riva al lago; l’ acqua per le continue piogge ha invaso in certi punti anche i prati che lo costeggiano.

Seminascosti tra le canne, si vedevano degli splendidi iris selvatici, proprio come quello della foto qui accanto.

Mi hanno fatto ricordare che lungo le rive dei fossi che costeggiavano le strade della via Villa Bianca, se ne vedevano spuntare tanti in primavera, ma io allora ero troppo abituata a vederli inseriti nel paesaggio e non ci facevo caso. Oggi invece mi sono sembrati un vero capolavoro della natura.

UTE: Leone X , mecenate del Rinascimento.

La storia di Giovanni de’ Medici, divenuto poi papa Leone X, ripercorre la vita di tanti figli cadetti dei secoli scorsi. Secondogenito di Lorenzo il Magnifico, fu destinato alla carriera ecclesiastica già dal momento della nascita. Ebbe come precettore il Poliziano, accanto al quale viene ritratto in una tela del Ghirlandaio.

A 7 anni ricevette la prima tonsura, a 11 fu nominato abate di Montecassino e Morimondo a 13 divenne cardinale (nonostante le regole del tempo vietassero tale nomina prima dei 16 anni).

Quando i Medici furono cacciati da Firenze dopo la morte del Magnifico,  Giovanni si mise a viaggiare per l’ Europa fino a quando ormai trentacinquenne ritornò a Roma, dove si circondò di artisti per far rinascere il prestigio dei Medici. Si fece apprezzare da Papa Giulio II e alla morte di questi fu proclamato suo successore col nome di Leone X.

Praticò il nepotismo in larga scala per rafforzare i Medici e circondarsi di gente a lui fedele. Fu il Papa che si inventò la vendita delle indulgenze, senza capire la gravità di questa sua decisione, che scatenerà lo scisma protestante.

Lavorarono per lui  grandi artisti del nostro Rinascimento, come Raffaello e Michelangelo che produssero capolavori mirabili ancor oggi conservati nei palazzi vaticani

 Raffaello  lo ritrae seduto  a un tavolo con un libro miniato davanti a simboleggiare il suo amore per la cultura ; accanto al libro un campanello d’ argento di squisita fattura ; gli abiti sono riprodotti in modo mirabile. Il colore predominante è il rosso nelle sue più varie sfumature. Raffaello ci fa capire quanto quest’ uomo amasse il lusso e le cose belle, mentre mancano del tutto i riferimenti alla sua carica religiosa….e non credo che questo sia casuale.

 

UTE: Viaggio tra i monasteri serbi.

Monastero di Studenica

Oggi pomeriggio abbiamo trascorso due ore immersi nell’ arte, guidati con passione e competenza dalla prof. Beretta.

Avreste mai immaginato che in Serbia, terra che ha fatto da  “cerniera” tra la  civiltà bizantina e quella occidentale, esistessero testimonianze artistiche meravigliose, in cui si possono individuare innovazioni pittoriche  che ritroveremo solo un secolo dopo nei nostri Cimabue e Giotto? Per me, devo confessarlo , è stata una novità.

I monasteri serbi del XII – XIII secolo sono come piccole fortezze racchiuse entro mura circolari, addossate alle quali sorgevano gli alloggiamenti dei monaci . Al centro si innalzava la chiesa principale, cui facevano contorno a volte altre cappelle minori. L’ aspetto esterno delle chiese è sempre molto molto semplice e lineare, simile a quello delle nostre chiese romaniche (soprattutto pugliesi) di quel tempo, le quali però mantengono lo stesso stile austero anche all’ interno; entrando in quelle serbe invece c’ è da restare a bocca aperta nel vedere come ogni parete o soffitto o cupola siano completamente affrescati con pitture di rara bellezza.

Mi ha colpito l’ affresco rappresentante il momento in cui le due Marie vanno al Sepolcro e vi trovano solo un Angelo vestito di bianco, seduto sulla pietra sepolcrale, che addita loro il sudario : è un angelo che occupa la parte centrale dell’ affresco e illumina la scena , mentre le donne restano in ombra in atteggiamento di timoroso stupore. L’ affresco si discosta dalla classica pittura bizantina , caratterizzata da figure ieratiche, rigide e inespressive per dare risalto al movimento e alla espressività dei gesti e dei volti.

 

La Resistenza di Irma….

La Resistenza ha avuto molte donne come protagoniste, ma siccome sono solitamente gli uomini a scrivere la storia, non hanno mai ritenuto degne di menzione tutte quelle loro compagne di lotta che svolgevano ruoli magari non sempre e non prettamente militari, ma ugualmente importanti. Una di queste eroine fu Irma Bandiera; ecco alcune note copiate da Wikipedia.
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Irma Bandiera (Bologna8 aprile 1915 – Bologna14 agosto 1944) è stata una partigiana italianaMedaglia d’oro al valor militare (alla memoria)..Di famiglia benestante, divenne staffetta partigiana nella VII brigata GAP Gianni Garibaldi di Bologna col nome di battaglia di Mimma.Catturata dai fascisti dopo aver trasportato armi alla base di Castelmaggiore della sua formazione, venne torturata e infine fucilata al Meloncello di Bologna il 14 agosto 1944. Il suo corpo fu esposto dai fascisti sulla strada adiacente alla sua abitazione per un intero giorno

In suo onore, nell’estate del 1944, una formazione di partigiani operanti a Bologna prese il nome Prima Brigata Garibaldi “Irma Bandiera”.

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Ecco la motivazione per cui fu insignita della medaglia d’ oro al valore militare:«Prima fra le donne bolognesi a impugnare le armi per la lotta nel nome della libertà, si batté sempre con leonino coraggio. Catturata in combattimento dalle SS. tedesche, sottoposta a feroci torture, non disse una parola che potesse compromettere i compagni. Dopo essere stata accecata fu barbaramente trucidata e il corpo lasciato sulla pubblica via. Eroina purissima degna delle virtù delle italiche donne, fu faro luminoso di tutti i patrioti bolognesi nella guerra di liberazione[1].»

— Meloncello, 14 agosto 1944

Anche a lei andrà il nostro pensiero e la nostra gratitudine nel giorno in cui celebriamo la conquista della libertà.

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La carissima nonna Mimma, che mi fa l’ onore di seguire questa pagina, mi ha segnalato un episodio della Resistenza accaduto a Diano Marina e che gli alunni della locale scuola  hanno ricordato in questo 25 Aprile. Sulle lapidi i nomi dei caduti che, col loro sacrificio, hanno pagato il prezzo per la nostra libertà.

Per non dimenticare.