Storia di una monaca….(prima parte)

Sto imparando a manipolare le vecchie foto al computer ed eccomi a tentare il primo esperimento con alcune vecchie immagini che ricordano momenti significativi della vita di mia sorella Vanna, che oggi ha compiuto 53 anni di vita monastica.

Eccola, diciassettenne , alcuni giorni prima della sua entrata in convento e poi nel giorno della sua vestizione insieme a me e a mia sorella Ilva.

 

S. Anna di Stazzema.

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Questi bambini hanno smesso di giocare il 12 agosto 1944.

Il paese circondato dalle truppe tedesche, era stato abbandonato dagli uomini per non essere deportati.

Erano rimasti solo bambini, donne e vecchi…

Furono trucidati tutti 560, di cui 120  bambini. La piccola  Anna, di appena 20 giorni, fu trovata tra le braccia della madre morta .

Durante la guerra, sotto ogni bandiera, gli uomini danno il peggio di sè, si scordano di ogni senso di umanità e ritornano allo stadio di bestie feroci…..sarà bene ricordarlo alle nuove generazioni che hanno la fortuna di essere nati e cresciuti in tempi di pace….

 

 

 

Auschwitz 9 agosto 1942: muore Edith Stein.

Oggi 9 agosto: Santa Edith Stein.

Ho trovato su “Avvenire” questo articolo che ricorda la Santa Edith Stein morta  (9/8/1942) in un lager nazista.

Nell’ articolo si può trovare la sua biografia , che mi ha sempre affascinato : ebrea, abbandona adolescente la fede della famiglia per professarsi atea poi gli studi filosofici, la ricerca in ambito universitario e a 30 anni (nel 1921) l’ incontro col cristianesimo che la porterà dieci anni dopo circa a entrare in un convento di clausura dove continuerà i suoi studi. Quando le persecuzioni contro gli Ebrei si fanno più feroci, viene trasferita in un monastero olandese, ma qui, durante l’ occupazione tedesca, una lettera di denuncia delle deportazioni scatena la vendetta nazista contro il clero cattolico. Edith rifiuta di fuggire: vuole condividere la sorte del suo popolo; insieme alla sorella si lascia arrestare e di lì a poco morirà ad Auschwitz.

Sembra che elementi di eterna contrapposizione (origini ebraiche – cattolicesimo / ricerca scientifica – Fede) trovino in Edith un punto d’ incontro e di armonia difficilmente riscontrabile .

2 Agosto 1980: strage di Bologna – Io c’ ero…

Ripubblico questa testimonianza toccante, per i lettori di recente acquisizione ; Vincenzo racconta….

Ero allo Stadio per lavoro,quando ho sentito quel botto così forte che mai avrei pensato  venisse dalla stazione, che sta a qualche Km da dove mi trovavo.
Di quel che successe dopo, ricordo l’ urlo delle sirene ,le strade bloccate, il traffico in tilt.

Quando arrivai in sede, già altri erano andati sul posto per i vari TG.
Sul luogo del disastro fui presente solo dal pomeriggio .
Le ambulanze non bastavano e gli AUTOBUS allora vennero utilizzati per il trasporto delle vittime e dei feriti. Sul posto tante macerie ,un formicaio di persone indaffaratissime a scavare e a trasportare corpi straziati. C’ era tanta polvere e un gran vociare. sotto il sole che scottava.

I sentimenti di tutti erano angoscia e incredulità per la dimensione della tragedia.
(racconto di mio fratello Vincenzo, che quel giorno era in servizio alla RAI di Bologna)

Dopo oltre trent’ anni tutto questo resta confinato in qualche cerimonia di commemorazione , come congelato dentro una vetrina da cui non possono uscire il dolore e la rabbia di chi quei fatti li ha sentitti sulla propria pelle e che ancora non ha avuto risposta ai suoi tanti “perché”.

Sarebbe il tuo compleanno….

Canarini: erano la tua passione. Ne avevi moltissimi nelle gabbie e li curavi per molte ore ogni giorno. Eri diventato un vero esperto , tanto da vincere dei premi nei concorsi indetti da associazioni varie e molti ricorrevano ai tuoi consigli .

Ricordo quando, armato di stuzzicadenti, imboccavi i piccoli appena nati, se la loro mamma , cresciuta in gabbia, non era in grado di occuparsene. Riuscivi a salvarli : da esserini poco più grandi di un bruco, diventavano via via graziosissimi uccellini canterini. E tu spesso restavi lì seduto ad ascoltare quei canti .

Oggi sarebbe il tuo compleanno, se fossi ancora qui. La mia preghiera possa raggiungerti e farti sentire ancora il mio affetto.  Ciao, papà!

24 giugno : la “guassa” di S. Giovanni

Riti solstiziali per la notte di S. Giovanni

Il 24 giugno, festa di S. Giovanni, ha sempre avuto un ‘ importanza particolare. Ricordo che, quando ero piccola, essendo quelli i primi giorni di vacanza, potevamo solitamente indugiare a letto un po’ di più, ma la mattina di S. Giovanni invece ci alzavamo di buon’ ora: non dovevamo perdere la “guazza di S. Giovanni”.

Fatta colazione, andavamo “sota ai pom” (un lungo prato che si estendeva sotto un  filare di meli) e lì dovevamo chinarci a bagnare le mani nella rugiada caduta sull’ erba durante la notte. La raccomandazione delle nostre mamme era quella di bagnarci bene il viso e soprattutto gli occhi e la fronte: quella rugiada doveva proteggere i nostri occhi e la nostra testa dalle malattie per tutto l’ anno successivo.

Nel link citato sopra si possono trovare molte altre usanze e tradizioni popolari di varie parti del mondo legate a questa ricorrenza .

Buon onomastico a tutti i Giovanni e alle Giovanna!

 

Profumo di caprifoglio.

Oggi ,

passeggiando qui attorno con Davide, ho raccolto un rametto di caprifoglio da un cespuglio che cresce ai lati della strada. E’ stato il suo profumo intenso e gradevole a farmi accorgere della sua presenza.  I fiori sono poi particolarmente elaborati.

Mi fanno ricordare una siepe che rivestiva la recinzione di un giardino in via Villabianca : era il giardino della “siora    Savina” e quando le sere di maggio si andava al rosario nella sua cappellina , il profumo di quel caprifoglio si spandeva per l’ aria insieme ai canti delle donne alla fine della preghiera.

Quasi cento anni fa…

Facebook mi ha fatto ricordare che  quasi cento anni fa in giugno si stava combattendo una delle battaglie più sanguinose della prima Guerra Mondiale : la battaglia dell’ Ortigara. (cliccando qui potrete riascoltare il canto di guerra che ricorda quell’ avvenimento tragico e assurdo visto con gli occhi di oggi)