Stasera ad Arcellasco il dr. Ghioni (un nome , una garanzia) parlerà del territorio di Erba : tra storia e leggenda.
Credo che sarà una piacevolissima serata, quindi invito tutti gli amici di Erba e dintorni a partecipare.
Io ci sarò!!
Donna è Bello
Stasera ad Arcellasco il dr. Ghioni (un nome , una garanzia) parlerà del territorio di Erba : tra storia e leggenda.
Credo che sarà una piacevolissima serata, quindi invito tutti gli amici di Erba e dintorni a partecipare.
Io ci sarò!!
La notizia della sua uccisione ha occupato le prime pagine solo per qualche momento, forse perchè era solo una donna o forse perchè lottava per l’ ambiente e per il rispetto dei diritti delle popolazioni indigene , che forse contano troppo poco nello scenario politico-economico mondiale.
Lei, Berta Cacères, era stata oggetto di reiterate minacce, ma nessuna scorta le era stata assegnata dal suo governo. Ufficialmente risulta uccisa nel corso di una rapina, ma quali rapinatori sparano a bruciapelo vittime immerse nel sonno ?
Rendiamo omaggio a questa donna coraggiosa, madre di 4 figli, che per preparare loro un mondo migliore non ha esitato a esporsi fino donare la propria vita.
Ho trovato questa poesia di Salvatore Di Giacomo, che del mese di marzo dice quello che diciamo un po’ tutti: è un po’ pazzo, così dibattuto tra il mantenere le caratteristiche dell’ inverno e il lasciarsi conquistare dalla primavera….ma questa poesia è un po’ diversa dalle altre sullo stesso tema, sia per il linguaggio , un dialetto napoletano peraltro comprensibilissimo, sia per il finale che si può definire a sorpresa.
N’ auciello freddigliuso
aspetta ch’esce ‘o sole,
ncopp’’o tturreno nfuso
suspireno ‘e vviole.
Catarì!…Che buo’ cchiù?
Ntiénneme, core mio!
Marzo, tu ‘o ssaie, si’ tu,
e st’ auciello songo io. (Salvatore Di Giacomo)
Stamattina nell’ incontro dell’ associazione “GRANIS” a Eupilio si è parlato dell’ enciclica “Laudato si’ ” , in particolare per quanto riguarda i capitoli 5 e 6.
Il relatore, don Walter Magnoni , ha preso spunto da un brano del vangelo che parla della cupidigia di chi ricerca l’ abbondanza, le ricchezze e perde il senso della precarietà dell’ esistenza. Solo la consapevolezza della nostra fragilità può indurci a vivere bene il presente.
-Riposati, bevi , mangia e divertiti – dice a se stesso a un certo punto colui che ha accumulato tanto grano nei magazzini, tanta ricchezza…..Non c’ è nulla di male nel riposare, bere, mangiare e divertirsi , ma se ci limitiamo a questo saremo inevitabilmente indotti a ripiegarci su noi stessi, perdendo la prospettiva del fare PER gli altri quello che pure è nelle nostre possibilità.
Il brano evangelico poi prosegue con il passo famoso che fa riferimento agli uccelli che non seminano e ai gigli che non tessono : Dio li nutre…Dio li riveste… L’ invito alla contemplazione e all’ascolto del creato è palese, ed è questo l’atteggiamento che ha caratterizzato il monachesimo di benedettini e francescani, che tanto hanno contribuito al miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni medioevali e rinascimentali con le loro invenzioni (mulini ad acqua e a vento, per esempio, o monti di pietà e monti frumentari).
Nella nostra epoca è molto diffuso il consumismo compulsivo; il consumo è un modo per mettersi in relazione con gli altri, ma il suo eccesso vuole solo colmare il vuoto del cuore. Acquistare è sempre un fatto morale , oltre che economico e noi dobbiamo diventare consumatori intelligenti, consapevoli del potere che come consumatori abbiamo nei confronti delle multinazionali e del mercato in genere.
Di fronte ai problemi sociali è inutile e addirittura nocivo assumere l’atteggiamento di chi si lamenta e semina sfiducia, bisogna invece far gesti positivi e concreti nel proprio ambito sociale, bisogna fare rete per ingenerare processi di cambiamento, che richiedono però tempo. Bisogna imparare ad apprezzare le cose buone (il creato, le relazioni…) e imparare a camminare lentamente e a riflettere sui limiti che la tecnica deve imporsi: non tutto ciò che è tecnicamente possibile è sempre da realizzare.
Dopo l’intervallo è seguito un interessante dibattito sui punti più salienti esposti dal relatore; durante un intervento abbiamo saputo che si sta elaborando un progetto che riguarderebbe la valorizzazione della Villa Amalia di Erba: verrebbero coinvolti giovani, associazioni ed enti locali. Sarebbe un buon modo per mettere in pratica gli insegnamenti della “Laudato si’ ” : reagire allo scoraggiamento della crisi incombente con gesti pratici che, coinvolgendo tutte le risorse positive del territorio, mirino a realizzare il bene comune.
p.s. : Per la prima volta in un incontro culturale ho visto la partecipazione prevalente di uomini ….forse le donne erano a casa impegnate a preparare il pranzo domenicale….
Davanti alla bellezza della natura l’ atteggiamento giusto è solo lo stupore; dare per scontato ciò che vediamo attorno a noi può indurci a non sentirci responsabili del mantenimento e della cura dell’ambiente.
Essere CON il mondo vuol dire che siamo dalla sua parte e che vogliamo prenderci cura della piccola parte di mondo cui apparteniamo. Il nostro impegno va diretto verso le piccole cose che dipendono da noi e sulle quali possiamo esercitare la nostra tutela.
L’ ecologia è problema di tutti e ci impegna a comportamenti coerenti PER il mondo. L’impegno comporta fatica, ma questa diventa più accettabile se viene condivisa: ecco allora che bisogna cercarsi degli alleati per poter fare rete e ottenere risultati più efficaci.
Stiamo vivendo una crisi che investe aspetti ambientali, economici e sociali, ma questo non deve portarci al pessimismo: ogni crisi è un’ occasione per mettersi alla prova e uscirne migliorati . Questo atteggiamento di RESILIENZA consente di pensare che la crisi finirà (come tutte quelle che hanno segnato ciclicamente la storia dell’umanità) e induce a comportamenti positivi che contageranno quelli che vivono intorno a noi, creando un “circolo virtuoso”.
Come al solito la dottoressa Todaro, apprezzatissima psicopedagogista, ha affascinato l’uditorio per due ore e gli applausi finali ne sono la prova.
La lezione ha preso avvio da una frase di Mark Twain il cui contenuto è all’incirca questo : se scambio una moneta con un amico , alla fine tutti e due riavremo una moneta ciascuno, ma se ci scambiamo un’ idea, alla fine ognuno di noi non avrà solo due idee, la mia e la sua , ma ne avremo tre comprendendo quella che risulterà dalla sintesi della mia e della sua.
Poi la nostra apprezzatissima relatrice (i posti in sala erano esauriti) è passata ad analizzare la preposizione NEL che compare nel titolo della lezione: essa implica il riconoscimento di un qualcosa che esiste intorno a noi e il riconoscimento di chi appartiene a quel qualcosa.
Il concetto di MONDO si è ampliato enormemente con le nuove tecnologie e noi fatichiamo ad avvertire la nostra appartenenza a quel mondo.
Mondo è comunque ogni ambiente in cui viviamo e al quale sentiamo di appartenere. Il senso di APPARTENENZA si sviluppa fin dai primi momenti della vita ed è la consapevolezza di sè e del contesto ambientale in cui viviamo.
Solo sviluppando il senso di appartenenza arriviamo ad avere CURA di ciò che sentiamo come NOSTRO (famiglia, beni, comunità, ambiente, mondo…). Per avere cura del mondo dobbiamo ACCETTARE le diversità, come facenti parte del mondo stesso e IMPEGNARCI a conservarne la bellezza e la vivibilità, per riconsegnarle a chi verrà dopo di noi.
la lezione si è conclusa con la lettura di questa filastrocca.
Questa è la storia di 4 persone, chiamate Ognuno, Qualcuno, Ciascuno e Nessuno.
C’era un lavoro importante da fare e Ognuno era sicuro che Qualcuno lo avrebbe fatto. Ciascuno poteva farlo, ma Nessuno lo fece, Qualcuno si arrabbiò perché era il lavoro di Ognuno. Ognuno pensò che Ciascuno potesse farlo, ma Nessuno capì che Ognuno l’avrebbe fatto. Finì che Ognuno incolpò Qualcuno perché Nessuno fece ciò che Ciascuno avrebbe potuto fare.
da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/racconti/narrativo/racconto-39450-1>
Nel mio giardino per tutto l’ autunno hanno continuato a fiorire le primule, che resistono imperterrite anche alle gelate notturne di questo fine- gennaio.
Non si può dire che siano un preannuncio di primavera….forse è meglio interpretare queste fioriture fuori stagione come il mancato inizio di un vero inverno.
Con le temperature basse di questi giorni può accadere a un povero svasso di restare imprigionato nel ghiaccio che copre la superficie del lago….ma per fortuna c’è chi può portare aiuto. Tutto è bene quel che finisce bene.
Salvataggio di uno svasso nel Segrino ghiacciato.