Diario .

In questi quattro giorni il tempoe` stato il tipico tempo londinese: cielo grigio, qualche breve sprazzo di sole quando la fortuna vuole essere magnanima, frequenti scrosci di pioggia e vento a volonta`…

Ciononostante la primavera si fa sentire anche qui e ieri io e Samuele siamo andati nel parchetto qui vicino a raccogliere un po` di margherite e qualche pervinca. Negli angoli piu` soleggiati c` erano anche dei cespugli e delle giunchiglie fiorite.
Visto il freddo che fa passiamo le giornate a giocare in casa e spesso ci ritroviamo a dire i nomi delle cose nelle nostre due lingue: io parlo in italiano e lui traduce in inglese , cosi` sto imparando piu` io da lui che lui da me.
Ieri mi ha detto sforzandosi di parlare in italiano: -Perche` mia casa non diventa tua casa?- deve aver pensato che la cosa risolverebbe parecchi suoi problemini….

Specie invasive.

Una brava biologa (che ho scoperto essere una compagna di scuola di mia figlia) l’ altro giorno ha illustrato all’ UTE le specie invasive (flora e fauna) che recano danni ingenti all’ ecosistema ambientale autoctono.
Le foto qui accanto ne ritraggono alcuni esemplari.
Se tutti sanno quali inconvenienti siano legati alla zanzara tigre, forse non tutti sanno quali danni economici possa portare il tarlo asiatico (non c’ è la foto)che divora le piante dall’ interno e mette in pericolo i nostri boschi .
La regione Lombardia ha stilato la lista nera di queste specie e sta mettendo in atto azioni di monitoraggio e contenimento; anche i cormorani sono nel mirino e vengono abbattuti per limitare i danni alla fauna ittica dei laghi e dei fiumi.
E’ triste pensare che si possa arrivare all’ eliminazione di animali che sembrano innocui, ma là dove l’ ecosistema non riesce più a ritrovare i suoi equilibri, è giocoforza intervenire.

P.S. lo sciattolo alloctono invasivo è quello grigio che in breve porta all’ estinzione dello scoiattolo rosso nostrano.

Gennaio 2012


Amo questo gennaio:
l’aria gelida, il cielo azzurro,
i tramonti infuocati, il sole che indugia
più a lungo sull’ orizzonte.
E tra l’ erba inaridita dal gelo
trovo già le viole e le primule
fiorite sfidando la brina
Le gemme cominciano a ingrossarsi:
l’ inverno appena cominciato
parla già di primavera
e di promessa di vita nuova

Tempo di cambiamenti.

Poche sere fa , in un talk-show televisivo su non so quale canale,il filosofo Cacciari diceva che stiamo vivendo un momento simile a quello succeduto alla crisi e poi alla caduta dell’ Impero Romano.
Oggi viviamo la fine dell’ Occidente.
Trent’ anni fa abbiamo vissuto la fine del comunismo. Ricordate le ondate migratorie di polacchi, albanesi, ucraini? Ricordate le immagini dei disperati che morivano di fame e di freddo per le vie di Mosca?
Allora forse molti tra noi dicevano quasi con qualche compiacimento :- L’ avevo detto che non poteva durare troppo a lungo un sistema come quello comunista che comprime e annulla le libertà individuali. Il nostro sistema economico è un’ altra cosa… avrà pure i suoi difetti , ma vuoi mettere?-

Oggi invece assistiamo al declino dell’ occidente che ha fatto sua l’ idea del capitalismo e del mercato, pensando di poter contare su uno sviluppo interminabile, mentre altri capitalismi si stanno affacciando prepotentemente sulla scena mondiale.

Tutto questo porta con sè un rimescolamento di popoli e di culture paragonabili solo alle invasioni dell’ Impero di 1600 anni fa e protrattesi per alcuni secoli, provocando la scomparsa di civiltà e culture millenarie per far posto a nuovi modi di vivere e ad altre culture.

Credo che sia del tutto inutile arroccarsi in difesa dell’ esistente: la storia non si ferma. Sarebbe saggio cercare di capire come si stia evolvendo il mondo per preparasi a guidare questi cambiamenti prima che ci travolgano.
Oggi in chiesa si celebrava la “giornata dei migranti” e il parroco ha colto l’ occasione per parlare dei rifugiati cui il Comune di Erba ha offerto ospitalità, per evidenziare le loro sofferenze, i loro timori, il tormento di essere sradicati dalla propria terra e dai propri affetti.

E’ verso questi uomini e queste donne che va esercitata la virtù dell’ accoglienza in concreto, con gesti che ne favoriscano l’ inserimento e l’ integrazione.
Ricordo delle parole pronunciate tanto tempo fa e che sono ancora e sempre molto valide:” … Da questo riconosceranno che siete miei seguaci: dall’ amore gli uni verso gli altri ”
… E di questi altri non veniva specificato nè il paese di provenienza, nè il colore della pelle, nè la lingua ….

La prima brina.

Stamattina è comparsa la prima brina.  Il sole mi faceva pensare che si trattasse della solita rugiada mattutina, invece no: sulla capote dell’ auto c’ è proprio un leggero strato di ghiaccio .

 Chissà come saranno rimaste confuse le mammole (due) e le primule che erano fiorite fuori stagione nei giorni scorsi !!!

A Fukushima: 30 anni per rottamare l’ impianto.

«Ci vorranno più di 30 anni per rottamare l’impianto nucleare di Fukushima Daiichi». La commissione di esperti ha discusso di come programmare questo colossale intervento di bonifica per tutto il mese di agosto ed il rapporto presentato oggi afferma che «Il trasferimento di combustibile esaurito dagli edifici dei 4 reattori danneggiati della centrale ad una piscina all’interno del complesso avrà inizio entro 3 anni, dopo che i reattori saranno messi in  arresto a freddo». Cosa non ancora del tutto avvenuta. 

La rimozione del combustibile fuso all’interno del reattore numero 2 e nel reattore n.3 avrà inizio entro 10 anni. Le vasche di contenimento dei reattori devono essere prima riparate e riempite con acqua per bloccare le radiazioni». 

Questo è quanto si legge in un articolo di Greenreport che potete leggere integralmente qui: http://www.greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=13149

Credo che non ci sia bisogno di commenti . Soltanto viene da chiedersi : chi può ancora pensare al nucleare come fonte di energia finchè la ricerca non abbia individuato e messo a punto tecniche utili a controllare ogni fase della produzione e dello smaltimento delle centrali stesse?

 

 

Un lago senza nome.

Molti anni addietro, affacciandomi al balcone , vedevo una collinetta alla mia sinistra , un vasto prato di fronte e un dosso a destra coperto di alberi.

Oggi invece , dopo le piogge torrenziali dei giorni scorsi, affacciandomi al solito balcone, vedo la solita collina a sinistra , a destra invece il dosso è sparito insieme al boschetto per far posto a un centro commerciale e davanti a me , oltre il muretto che delimita il cortile, è nato un laghetto, popolato da folaghe e germani reali, che sguazzano felici in questa nuova oasi. E’ un lago che non ha nome e che non si trova in nessuna carta geografica.

Di laghetti qui attorno ce ne sono già parecchi , ma  per portare il pane secco alle anatre ho sempre dovuto prendere l’ auto; ora potrei lanciarglielo con una fionda.

P.S. : L’ abbattimento del dosso con relativa vegetazione e la conseguente cementificazione del sito devono aver alterato il deflusso delle acque verso il lago di Pusiano. Speriamo che che non piova più per un bel po’ altrimenti ci troveremo a dover contendere il cortile agli uccelli lacustri.