Nell’ orto.

In autunno anche l’ orto e il giardino si devono preparare per  l’ inverno : dopo aver raccolto gli ultimi frutti si dovevano togliere le piante ormai secche dei pomodori e dei fagiolini, tagliare l’ erba  e raccogliere le foglie secche.

Quest’ anno ho avuto un aiutante d’ eccezione: il mio nipotino Samuele, di 4 anni, si è appassionato ai lavori dell’ orto e si è dato un gran da fare con rastrello e zappetta; poi mentre interravo  alcuni  bulbi  ha saputo spiegarmi che sarebbe stato necessario ricoprirli con la terra e poi aspettare, aspettare…aspettare tanto ” quasi cinquanta cento” , Questa dev’ essere una quantità davvero grande per lui perchè anche alla mamma vuole bene  cinquanta cento!!!

Ora tutte le mattine andiamo a controllare che tutto sia in ordine e Samuele sa che sotto la terra nera e umida ci sono delle piantine che aspettano la primavera.

Lavarsi le mani.

http://www.amref.it/doc_din/aggiornamentSAD1010.pdf 

 Oscurata dalle notizie sui cortei degli indignati, si è celebrato oggi anche il “Global Handwashing day”: la giornata del lavaggio delle mani.

Lavarsi le mani: è un gesto semplice, ma fondamentale per combattere molte malattie mortali nei paesi poveri . Per questo nella giornata di oggi in molte scuole si spiegano ai bambini le ragioni per cui lavarsi le mani deve diventare un’ abitudine per loro stessi e per i loro familiari.

Il guaio è però che molti bambini non hanno nemmeno la possibilità di avere a disposizione acqua pulita, quindi come potranno lavarsi le mani?

E’ noto che  anche per  noi è di primaria importanza lavarsi le mani ogni volta che si rientra dal fare la spesa , ad esempio, infatti il carrello dei supermercati è fonte formidabile di diffusione di germi .

Aminata Traorè .

http://www.repubblica.it/solidarieta/cibo-e-ambiente/2011/10/12/news/la_sovranit_alimentare_per_il_diritto_dei_popoli_al_cibo-23124519/

E’ un lungo, interessantissimo articolo in cui Aminata Traorè, scrittrice e sociologa del Mali, spiega come un Nobel alle donne africane possa apparire solo una mossa ipocrita per nascondere la rapina selvaggia che si sta operando nei confronti delle ricchezze del continente nero.

Responsabile di questo stato di cose, che porta alla fame e costringe a fuggire dall’ Africa i suoi figli , sono prima di tutto la globalizzazione senza regole e il capitalismo spietato , che dopo aver messo in ginocchio l’ Africa ora sta facendo lo stesso con la Grecia. E’ sempre questo modo di intendere i rapporti economici che porta alla fame: il cibo non è più un diritto , ma una merce e sta rincarando sempre più. La stessa logica predatoria porta le multinazionali a sottrarre ai popoli le terre da coltivare e a fare la guerra in Libia per poter avere il controllo sul suo petrolio.

C’ è da dire (e questo lo aggiungo io) che in tutto questo ha la sua parte di responsabilità la classe politica africana, che anzichè difendere i diritti dei propri cittadini, si allea spesso e volentieri con chi li vuole depredare..

Il mondo si dibatte in questi problemi epocali e noi ci siamo impantanati in un vicolo cieco per assecondare la megalomania di un uomo che vuole essere al di sopra di ogni legge umana e morale in virtù dei suoi soldi….. e a pagare la nostra miopia saranno i nostri figli.

 

Il futuro è alle porte.

http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2011-10-07/coltivare-verticale-ecco-prime-190803.shtml?uuid=AaXP2tAE

L’ agricoltura richiede consumi elevatissimi di acqua , bene che scarseggia sempre più, ma d’ altronde l’ aumento della popolazione mondiale rende necessario aumentare anche la produzione di cibo ed ecco che cominciano a diffondersi nuovi modi di coltivare : dall’ agricoltura in vasti spazi all’ aperto si potrà passare a quella in edifici appositi, a più piani e a coltivazioni idroponiche che non abbisognano di terra. Gli esperimenti effettuati in varie parti del mondo dimostrano che questa è una sfida che vale la pena tentare per sconfiggere la fame e la povertà; queste nuove tecniche  consentirebbero di abbassare il fabbisogno di acqua per la coltivazione e diminuirebbero fortemente l’ inquinamento da fertilizzanti e antiparassitari.

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http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2011-10-08/casa-ecologica-sembra-farfalla-151645.shtml?uuid=AaqkjIBE

E cosa dire (Jim Tetro/U.S. Department of Energy Solar Decathlon)di questi progetti per una casa del futuro in grado di produrre energia e di sfruttare l’ acqua piovana per la coltivazione dell’ orto ,situato sul tetto, per la produzione del cibo necessario a chi la abita?

Il mondo attuale è certo in una fase di cambiamenti epocali e l’ uomo come sempre sta mettendo a punto nuove strategie per rendere possibile la continuazione della vita su questo nostro pianeta. Sarà bello e interessante seguire l’ evoluzione di questi progetti e vedere come l’ umanità saprà adattarsi a nuovi modi di vivere.

 

Mattinata al volante.

Mattinata al volante : sono partita da Erba verso le dieci  e ho imboccato la strada per Bergamo .Il primo tratto si snoda tra i laghi di Pusiano e di Annone, che appaiono splendenti e lisci sotto il sole di questo fine- settembre. Poi , a Lecco , ecco che ti accompagna per un bel tratto la vista del ramo orientale delLario e subito dopo  quella dell’ Adda che lì riprende il suo cammino verso la pianura. I panorami sono bellissimi, non c’ è che dire , anche grazie alle montagne che si specchiano nelle acque calme e gremite di uccelli acquatici .Un altro scorcio di  notevole bellezza ti coglie , quasi d’ improvviso sul ponte di Brivio sotto il quale l’ Adda compare per l’ ultima volta lungo il mio itinerario.

A questo punto si entra nel cuore del Leghismo  e, attraversate alcune contrade, si arriva al sancta sanctorum : il “pratone ” di Pontida.  E questo fazzoletto poco più grande del mio orto sarebbe il “pratone”? Ma non fatemi ridere!!! Tolto lo spazio per il palco e per l’ immancabile angolo barbecue rimane spazio solo per poche decine di persone.

Così pensando a come può essere manipolata la realtà da una telecamera, arrivo all’ autostrada: un bel traffico, non c’ è che dire, ma abbastanza ordinato , anche se i continui sorpassi tra camion costringono spesso ad occupare la terza corsia, mentre nella direzione opposta un lungo serpentone di auto e TIR fa capire che c’ è stato un incidente.

In sottofondo l’ autoradio, che mi fa compagnia , fa una rassegna di spezzoni di commedie cinematografiche che illustrano il rapporto degli Italiani con il fisco, considerato da sempre , come una sanguisuga, un vampiro, un mostro da incubi notturni.

Imbocco la Modena- Brennero verso mezzogiorno e  mi ritrovo dopo poco nelle terre dei Gonzaga, dove il Mincio e il Po  si incontrano per continuare insieme il loro viaggio.  Il mio (viaggio) si sta concludendo, proprio all’ inizio dell’ Emilia; metto la freccia e …sono arrivata.

Una cartolina dalla Brianza: Caslino d’ Erba.

 

Oggi , con le mie amiche , ho camminato per le strade di Caslino d’ Erba, un paesino molto antico dalle viuzze strette , tipiche di tutti i centri storici dei paesi qui attorno. 

Una di queste era interrotta ad un certo punto da un ampio arco: da lì si accedeva a una corte sulla quale si affacciavano varie abitazioni su piani diversi, mentre scale e scalette portavano ai fienili e alle legnaie. Sopra un piccolo portico c’erano enormi travi di legno, veri e propri tronchi d’ albero,  che parevano essere lì da secoli e che sostenevano la costruzione soprastante .

Qui  si vede il paesino immerso nel verde delle Prealpi

     Questa è la chiesetta romanica di S. Calocero (o Calogero) che sorge a monte  del paesino e che è stata recentemente spogliata di gran parte dei suoi pregevoli arredi antichi dai ladri. Sullo sfondo si può vedere la cima della Grigna (a destra) , mentre al centro si notano i Corni di Canzo. Gli anziani che abbiamo incontrato ci hanno raccontato che anche questo paese va via via impoverendosi di servizi: c’ erano sedici negozi in paese fino a pochi anni fa, ora ne restano solo quattro e nessuno compra le numerose case vuote del paese.

Una volta le filande , l’ agricoltura e la pastorizia davano lavoro ai residenti, ma ora il lavoro bisogna cercarlo nei centri più o meno lontani, quindi abitare qui vorrebbe dire accollarsi spese notevoli di trasporto. 

 E’ tuttavia un luogo ideale per chi ama la quiete e il silenzio: le vie  sono percorse da rare automobili e negli angoli siedono le donne a “ciaciarà” (chiacchierare).

C’ è anche un minuscolo parco con alcune panchine su cui ci si può fermare a godere il fresco all’ ombra di grandi alberi; è intitolto a Giovanni D’ Anzi, il musicista milanese autore di tante canzoni famose , che veniva spesso a riposarsi in questo paese . Cliccando su questi link potrete riascoltare: “Quand sona i campann” e ” O mia bela Madunina”

 http://www.youtube.com/watch?v=9JKS8C2P0_A

http://www.youtube.com/watch?v=5GCiZzo9mjM&feature=related