La cinciallegra.

Nel fazzoletto di terra che si trova dietro casa, arrivano abitualmente una coppia di merli con eventuale prole da svezzare,  una quantità imprecisata di passeri che spesso si cibano dei semi delle verdure che intenderei coltivare e,  in inverno , qualche pettirosso infreddolito. 

Oggi,  mentre approfittavo di una desideratissima ora di sole (dono della proverbiale estate di S. Martino) per riordinare all’ esterno, mi è passato accanto un uccellino bellissimo, simile a quello che è rappresentato qui sopra. Era molto piccolo; si è posato sui rami del lillà ed è rimasto lì a pochi metri da me a guardarsi attorno con fare curioso, per nulla disturbato dalla mia presenza. Si è poi spostato sul melo dei vicini e ha beccato  con soddisfazione una mela un po’ appassita rimasta sui rami.

Mentre lo ammiravo mi chiedevo come  la natura abbia potuto concentrare in un esserino di pochi grammi tanta leggerezza e tanta armonia di forme e di colori. Poco dopo ha ripreso il volo ed è scomparso velocemente.

Guardando su internet ho visto che si tratta di una cinciallegra: spero che torni qui ogni tanto durante l’ inverno: potrà dividere coi merli, i passeri e i pettirossi il cibo che sempre lascio a disposizione dei piccoli amici pennuti.

E’ finita la pioggia.

Dopo tre giorni di pioggia e di buio, stamani è tornato il bel tempo e il sole ha acceso d’ un colpo i colori dell’ autunno. I boschi qui attorno sono magnifici : il giallo il rosso, il marrone, l’ arancione, il verde si mischiano e compongono una tavolozza mirabile. Le montagne sullo sfondo appena velate da una leggera foschia, mostrano qualche chiazza bianca  segno delle prime nevicate in alta quota , mentre un pennacchio di nuvole residue ne nasconde parzialmente la cima.

Passando sul ponte , si sente il gorgogliare vigoroso e allegro del Lambrone ingrossato dalle piogge recenti  

L’ atmosfera cupa e triste di qualche ora fa è stata fugata d’ un colpo.

Lambro.

Quarant’ anni fa, quando passavo accanto al fiume Lambro che scorre poco distante da qui,  scommettevo con me stessa sul colore che poteva avere in quel momento l’ acqua del fiume: a volte era blu, altri giorni era rossastra, altre volte ancora marrone ….  dipendeva da quali coloranti le fabbriche tessili dei dintorni avevano utilizzato in quel giorno. Allora si diceva che il Lambro fosse il fiume più inquinato d’ Italia e che dai suoi veleni dipendesse la maggior parte dell’ inquinamento del Po.

A scuola se ne parlava e i bambini riferivano che i loro genitori invece, da piccoli andavano spesso al fiume a pescare, mentre al  momento era pressochè privo di vita.

Poi a poco a poco le cose migliorarono:la depurazione degli scarichi industriali e domestici e, ultimamente anche la deindustrializzazione hanno reso le acque del fiume molto più limpide almeno nel tratto fino al lago.