Voglia di verità.

Questa foto in bianco e nero di un Al Pacino invecchiato e che porta con dignità ed eleganza tutte le sue rughe , ha vinto il premio di Repubblica per la foto più bella scattata al festival del cinema di Venezia.
Il pubblico è forse stanco di gente mummificata dalla chirurgia plastica, gente che non riesce quasi più a muovere la bocca torturata da mille interventi, nè a sorridere perchè ogni muscolo del viso è pressochè paralizzato.
Mi ha fatto impressione nei giorni scorsi vedere le immagini di Putin anche lui quasi irriconoscibile: il volto liscio come una palla da bigliardo, lo sguardo inespressivo e una leggera tumefazione diffusa rendevano la sua immagine ancor più inquietante di quanto già lo era da sempre.

Al Pacino ha fatto un’ altra scelta, dettata forse dalla consapevolezza che il proprio valore non è legato tanto all’ estetica, ma al suo essere un vero artista.
E il pubblico ora pare apprezzare queste scelte; forse dopo tanta mistificazione della realtà la gente ha finalmente voglia di veritù.

Francesca Comencini, il giorno dopo…

Copio e incollo le riflessioni di Francesca Comencini sulla mobilitazione delle donne del movimento “Se non ora quando?” Mi sembrano parole degne di attenzione:

Quello che mi rimane in mente e nel cuore, per ora, della giornata di ieri è l’estrema pluralità di voci di donne che da quel nostro palco si è levata, e l’estrema attenzione con la quale quella piazza, straordinaria, libera, auto convocata, le ha ascoltate. Mi rimangono in mente le voci delle due ragazze italiane di seconda generazione, Kalida e Elvira, la saggezza e la profondità delle loro parole. Le voci di Giordana Curati di arcilesbica e di Simona Davoli di donne e informazione. Le voci dell’economista Francesca Bettio, che invocava un nuovo new deal delle donne con una chiarezza, un rigore e una libertà che non avevo mai sentito in nessuna manifestazione di piazza. Mi rimangono e mi rimarranno per sempre nel cuore le voci delle nostre sei giovani attrici che raccontavano le giornate e le piccole cose della vita delle cinque ragazze morte a Barletta, e su quella piazza è sceso un silenzio come mai ne avevo sentito uno, un silenzio che respirava insieme per loro, Maria, Tina, Matilde, Giovanna e Antonella. Mi è rimasta la passione con la quale la piazza ha ascoltato l’orchestra Europa Musica e la voglia di raccontare di sé di Emma Marrone, della sua fatica per arrivare lì dov’è e della sua complessità di persona, da Amici a Se non ora quando. Mi sono rimaste tante, tante altre cose. Paola Turci e Marina Rei, gli interventi delle donne di snoq Luisa, Sara, Fabiana, Licia e della giornalista di GIULIA, e tanto altro. In ultimo, mentre facevo il mio intervento, mi è sembrava di parlare di tutta la mia vita e del significato di ogni cosa che ho fatto fino a oggi e che mi ha portata a essere su quel palco a dire quelle parole: mandiamo in frantumi le immagini irreali delle donne e facciamo irrompere la realtà, che, come abbiamo visto anche ieri, è ancora la cosa più poetica che esista.
http://www.senonoraquando.eu/?p=5871

“Madre coraggio” ci ha lasciato.

http://www.corrieredellacalabria.it/stories/cronaca/2191__morta_angela_casella_la_madre_coraggio_che_sfid_le”>
E’ morta Angela Casella, la mamma che sfidò la ‘ndrangheta sul suo territorio. Nell’ articolo linkato qui sopra si può leggere la sua ultima intervista rilasciata a un giornale calabrese qualche mese fa, quando già stava per finire la sua lunga , vana battaglia contro la malattia che l’ ha stroncata.
Mi pare giusto ricordarla, dedicarle un pensiero di omaggio per la forza, la determinazione e il coraggio dimostrato allorchè del suo figlio diciottenne rapito nessuno parlava più.
Non ha potuto aspettare le mosse della polizia nella sua casa di Pavia e se ne è andata tutta sola in Calabria, a S. Luca, a Platì, dove le ‘ndrine controllano ogni cosa, ogni foglia, ogni soffio di vento.
Si è incatenata sulle piazze, si è attendata tra le case dei malavitosi, sfidandoli a mani nude, e facendo risaltare quanta vigliaccheria ci fosse in quei rapimenti che speculavano sui sentimenti dei familiari dei rapiti.
Si è messa a parlare con la gente per le strade e parlava da mamma con le mamme di laggiù, che certo hanno dovuto capire quanta determinazione e quanto coraggio ci fosse in quella piccola donna apparentemente tanto fragile. E le donne si sono schierate dalla sua parte e hanno organizzato fiaccolate di protesta contro i rapimenti e alla fine “madre coraggio” ha potuto riabbracciare suo figlio.
Poi è tornata nell’ ombra a fare la mamma e la nonna, fino a ieri.

Etichette anti-schiavitù.

http://www.unimondo.org/Notizie/Nutella.-Il-lato-oscuro-del-cioccolato

Chi non ha mai mangiato “nutella” e chi non ha mai spalmato una fetta di pane con quella gustosa crema per darla ai propri bambini come merenda?
Ebbene, da ora in poi quando mi verrà voglia di acquistarne un vasetto, credo che ci penserò un po’: pare che il cacao utilizzato dalla ditta Ferrero provenga da piantagioni in cui viene impiegato il lavoro di bambini schiavi. Non ci sono prove dirette di queste accuse che vengono mosse alla ditta piemontese, ma sarebbe bene che noi consumatori facessimo pressione perchè si faccia chiarezza in merito a questo problema.
Dobbiamo pretendere che sulle etichette vengano specificati i paesi di provenienza e il rispetto dei diritti dei lavoratori impiegati in tutto il ciclo di produzione.

Da un Roberto all’ altro.

Ieri sera si è conclusa la serie di spettacoli condotta da Fiorello, all’ insegna di due Roberto (senza voler nulla togliere a Jovanotti).
Tutti stamattina parlano di Roberto Benigni , e a ragione, ma la sua genialità è talmente riconosciuta da tutti che non sarò certo io, parlandone, ad aggiungere qualcosa di nuovo. Vorrei invece soffermamrmi su Roberto Bolle.

Vederlo danzare è come veder impersonata l’ ARMONIA : armonia e perfezione delle forme fisiche, armonia dei gesti, armonia globale di un umano che pare volare, come se avesse carpito agli uccelli il segreto della loro leggerezza: i suoi salti e i suoi volteggi sembrano vincere la forza di gravità e lui sembra librarsi nell’ aria come sospeso a fili invisibili che ne rallentino il ritorno al suolo.
Mi piace l’ idea che Bolle porti nel mondo il nome del nostro Paese: la sua è un’ immagine di grande genialità unita a costanza, capacità di sacrificio e umiltà nel sottoporsi a continui allenamenti.
Chi lo ammirerà prossimamente nei maggiori teatri del mondo non potrà non pensare che l’ Italia non è solo un paese arrivato sull’ orlo del baratro per troppa cialtroneria, ma dovrà richiamare alla mente il grande contributo di genio e di sensibilità che il nostro Paese ha dato alla cultura mondiale.

A Fukushima: 30 anni per rottamare l’ impianto.

«Ci vorranno più di 30 anni per rottamare l’impianto nucleare di Fukushima Daiichi». La commissione di esperti ha discusso di come programmare questo colossale intervento di bonifica per tutto il mese di agosto ed il rapporto presentato oggi afferma che «Il trasferimento di combustibile esaurito dagli edifici dei 4 reattori danneggiati della centrale ad una piscina all’interno del complesso avrà inizio entro 3 anni, dopo che i reattori saranno messi in  arresto a freddo». Cosa non ancora del tutto avvenuta. 

La rimozione del combustibile fuso all’interno del reattore numero 2 e nel reattore n.3 avrà inizio entro 10 anni. Le vasche di contenimento dei reattori devono essere prima riparate e riempite con acqua per bloccare le radiazioni». 

Questo è quanto si legge in un articolo di Greenreport che potete leggere integralmente qui: http://www.greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=13149

Credo che non ci sia bisogno di commenti . Soltanto viene da chiedersi : chi può ancora pensare al nucleare come fonte di energia finchè la ricerca non abbia individuato e messo a punto tecniche utili a controllare ogni fase della produzione e dello smaltimento delle centrali stesse?