Tricolore e Unità d’ Italia.

http://www.reggioemilia150.it/Sezione.jsp?titolo=7 gennaio – Il programma completo&idSezione=97

E’ con particolare soddisfazione che prendo nota degli avvenimenti di oggi a Reggio Emilia, mia terra d’ origine: il Presidente Napolitano sta presenziando alla celebrazione della nascita del tricolore , dando contemporaneamente inizio ai festeggiamenti del 150° anniversario dell’ unità d’ Italia.

Spero che questa ricorrenza serva a riscoprire il valore dell’ unità, anche se raggiunta con metodi spesso poco orodossi: l’ unità è un bene in sè specie oggi in un mondo in cui sono le aree continentali a competere a livello mondiale.

Io per parte mia non mancherò di sintonizzarmi su Rai Storia alle 12 per seguire il concerto da Reggio Emilia e spero che saremo in tanti davanti al teleschermo.

Quando si specula sulla povertà…

Quando più di quarant’ anni fa sono arrivata qui in Brianza si era in un periodo di grande immigrazione dal sud e ricordo che alcuni miei alunni , arrivati di recente dalla Calabria o dalla Sicilia, abitavano in locali fatiscenti, in certi casi erano stalle sottratte da poco al loro uso originario e nemmeno ristrutturate,  altri occupavano un locale ricavato alla base di un’ antica torretta, che non aveva certo i carismi dell’ abitabilità.

Ricordo che sentivo una grande indignazione nel vedere dei bambini costretti a vivere in condizioni così miserabili e ancor più mi indignavo al pensiero che comunque c’ era qualcuno che si faceva pagare un affitto per quei rifugi che assomigliavano più a tane che a case.

Ora al posto degli immigrati meridionali ci sono gli immigrati extracomunitari e forse chi affitta loro le case non pone tutta l’ attenzione necessaria al buon funzionamento degli impianti e così accadono le tragedie, come quella nella quale un’ intera famiglia  (papà, mamma, due bambini di 3 e 4 anni e uno in arrivo) sono morti nel sonno per il cattivo funzionamento di una caldaia.

http://milano.repubblica.it/cronaca/2011/01/06/news/la_famiglia_sterminata_dal_monossido_la_procura_indaga_il_padrone_di_casa-10898346/

Gli anni passano, ma non cambia il cinismo di chi specula sulla povertà…

Dal panettiere.

Giovanotto: – Lo sa che il giovedì lavoro in un negozio come questo? Lo faccio per arrotondare…. a furia di arrotondare sto diventando un compasso …

Fornaia:-Sempre in vena di scherzi, neh!!-

Giovanotto:- Una volta arrotondavo lavando i vetri al semaforo, ma adesso con le rotonde è dura….-

Il giovanotto se ne va salutando , mentre la fornaia , diventata seria d’ un colpo, dice alla cliente che stava servendo:- Lui ci scherza su, ma la sua è una situazione veramente difficile!-

Non ho osato chiedere particolari, ma ammiro quel giovane che affronta con il sorriso le sue difficoltà.

Non sono mica tutti bamboccioni…

“Non c’ è amore più grande …”

lea_garofalo1E’ una storia terribile quella di Lea Garofalo. Nata e vissuta in un ambiente di ‘ndrangheta, di faide infinite, a un certo punto, forse per amore della figlia cerca di allontanarsi dal paese. Denuncia il proprio compagno e i suoi affari loschi, diventa testimone di giustizia, ma per questo viene ucciso suo fratello.

Per un certo periodo usufruisce di un programma di protezione, poi ci rinuncia, o come dice qualcuno , la protezione le viene tolta. A quel punto sa di rischiare , sa che la sua vita è appesa a un filo , ma sempre per soddisfare una richiesta della figlia , si reca Milano per incontrarla ed è qui che scatta la trappola: Lea scompare. 

Solo ora, dopo un anno, un pentito ha raccontato di come sia stata sequestrata, uccisa e sciolta nell’ acido.

Chissà se questo suo estremo sacrificio basterà a proteggere sua figlia e a darle la possibilità di vivere una vita serena.

 Lea va  ricordata come donna coraggiosa che ha saputo dire “no”. Sta scritto che “non c’ è amore più grande di chi dà la sua vita ” e Lea Garofalo questo lo ha saputo fare.

Omaggio a una mamma.

http://bologna.repubblica.it/cronaca/2010/10/03/news/modena_dramma_in_una_famiglia_pachistana_uccisa_la_madre_si_opponeva_a_nozze_combinate-7684710/?ref=HREC1-4

E’ accaduto nel paese che confina col comune dove sono nata, quindi conosco bene il modo di vivere delle ragazze della zona e immagino il tormento di una madre pakistana, che sa come il marito sia legato a tradizioni , che in un contesto di tal genere sfociano in imposizioni assurde…. Immagino l’ angoscia di sentimenti violenti e contrastanti: l’ obbedienza cieca al marito cui è stata educata e l’ amore per quella figlia che non vuole sottomettersi alle regole antiche di una terra lontana…. Ma ieri il suo istinto di madre ha avuto il sopravvento ed ha affrontato la morte per salvare la vita a sua figlia….

Se non si impongono per legge i diritti delle donne anche dentro le famiglie  degli immigrati, queste tragedie si ripeteranno all’ infinito. Intanto però credo sia doveroso un pensiero di omaggio per questa madre, che ha donato la vita due volte a sua figlia, offrendo in cambio la sua.

un’ avventura

Comincia qui una nuova avventura.

Che senso può avere per una persona  di una certa età aprire un blog? Per me la molla è stata la necessità, che sentivo forte, di raccontare, ai miei nipotini lontani, i miei vissuti presenti e passati e di fissare in qualche modo le tappe della loro crescita e gli episodi più significativi . E’ un modo per lasciare loro la possibilità di conoscermi meglio, un giorno , se lo vorranno, ma è anche un mezzo per inserirmi nella realtà di oggi, visto che col passare degli anni è inevitabile che si restringano sempre più le possibilità di relazionarsi col mondo circostante. 

 Ringraio fin d’ ora quelli che avranno la pazienza  di seguirmi in quest’ avventura.