Il mal d’ Africa e i suoi mali.

Non so se si parla ancora di mal d’Africa, cioè di quella nostalgia, di quella voglia di tornarci, che coglie coloro che l’hanno conosciuta e se ne sono poi allontanati.

Quand’ero piccola c’era un nostro vicino che era stato soldato in Africa e che affermava di sentirne ancora tanto il calore, che anche d’inverno lo si vedeva andare in giro in maniche di camicia.

Ora di Africa si parla ben poco; i nostri giornali hanno una visione del mondo molto limitata: in genere si occupano quasi esclusivamente di politica di casa nostra o al massimo di quella europea, ma dedicano ben poca attenzione al continente nero.

Chi riesce a tenerlo d’occhio è certamente Romano Prodi e lo dimostra questo suo articolo pubblicato ieri sul “Messaggero” non per parlare di mal d’Africa, ma per parlare di uno dei tanti mali dell’Africa.  E’ la nostra dirimpettaia sulle rive del Mediterraneo e l’evoluzione più o meno positiva e pacifica  dei tanti popoli che la abitano, determinerà anche il futuro dei paesi europei: vale la pena dunque occuparsene e darsi da fare per farne un continente pacificato e in grado di contribuire, con le sue infinite risorse, al benessere della comunità mondiale.

Al Milite Ignoto.

Bello e doveroso onorare il Milite Ignoto: rappresenta tutti i giovani morti sui campi di battaglia e sepolti in fosse comuni o comunque mai riconsegnati alle loro famiglie per un ultimo saluto e per una pietosa sepoltura.

Sulla sua tomba ogni madre, ogni sposa, che ha aspettato invano per giorni e notti interminabili notizie di quel soldato partito e mai più tornato, può pregare dando a quelle spoglie il caro nome che porta nel cuore e sciogliere in pianto un dolore che non finirà.

53 anni in Thailandia.

Il 4 Novembre di 53 anni fa, nascevano due bellissime gemelle.Laura e Monica e intanto la loro zia Suor Giovanna, suora cappuccina 25enne, stava volando in Thailandia.

Ora le sue consorelle hanno preparato questo video per festeggiare la ricorrenza. Eccolo:

Problemi di oggi.

Oggi due notizie mi fanno riflettere:

i ristoratori non trovano più manodopera;  Gualtieri pensa di impiegare i percettori di reddito di cittadinanza (RDC) per pulire Roma.

Se chi lavorava da anni nella ristorazione, come dipendente, ora non accetta più di ritornarci, avrà le sue buone ragioni, dato che non è così facile trovare lavoro.  I ristoratori  dicono che è colpa del reddito di cittadinanza e che chi lo percepisce non trova conveniente rinunciarvi per accettare la loro offerta di lavoro….. ma il RDC  prevede al massimo 700/800 euro al mese: a quanto ammontano gli stipendi offerti dai ristoratori? Forse se questi imprenditori riflettessero un po’ riuscirebbero a risolvere il loro problema offrendo retribuzioni più giuste e dignitose.

Quella di Gualtieri mi sembra un’ottima idea: chi percepisce il RDC deve rendersi disponibile per lavori utili alla comunità, ma credo che il problema dei rifiuti non stia solo nella raccolta, quanto nello smaltimento e se gli impianti resteranno quelli attuali, dove verrà allocato il materiale raccolto? Intanto formulo a Gualtieri i miei più sentiti auguri di buon lavoro, perchè possa riuscire nella “mission impossible” di dare a Roma un aspetto e un’amministrazione degna di una grande capitale europea.

A quest’ ora, 78 anni fa…

rastrellamento nel ghettoA quest’ora, 78 anni fa, si era da poco concluso il rastrellamento nel ghetto di Roma ricostruito in questa pagina di Wikipedia.

A quest’ora, 78 anni fa, 1007 persone, per la maggior parte donne e bambini, si trovavano rinchiusi in una prigione provvisoria e improvvisata dopo essere stati strappati dalle proprie case in modo brutale e dopo aver pagato il riscatto in oro che era stato richiesto in cambio della loro libertà.

A quest’ora, i bambini (oltre 200) si stringevano alle loro mamme con le quali sarebbero morti poche ore dopo….

E’ tragicamente assurdo che, ancora oggi, dopo 78 anni di testimonianze dirette di quegli orrori, qualcuno possa irridere ai superstiti …come è avvenuto ieri a Bologna, dove è stata insultata Liliana Segre.

 

Il coraggio della compassione.

Questo è il vero coraggio, il coraggio della compassione, che fa andare oltre il quieto vivere, oltre il non mi riguarda e il non mi appartiene“, queste parole sono state dette ieri da Papa Francesco nel discorso pronunciato  a conclusione di due giorni di convegno tra tutti i capi religiosi del mondo che hanno aderito all’iniziativa promossa dalla Comunità di S. Egidio.

Tale iniziativa è stata voluta da Papa Giovanni Paolo II 35 anni fa e continua ogni anno a ribadire la necessità che siano proprio le religioni, tutte le religioni, a  perseguire il bene supremo della Pace.

Ogni religione infatti ha in comune con tutte le altre l’idea che ogni credente si riconosce “creatura” e quindi   riconosce l’esistenza di un Essere  che, per definizione, è al di sopra di ogni essere vivente ed è lo stesso Dio, anche se lo chiamiamo con nomi diversi.

Questo ci rende fratelli e compartecipi di un unico destino: che senso ha la guerra in questa ottica? Nessuno, è solo un’assurda, atroce follia a difesa degli interessi di pochi.

D’altra parte, sappiamo come noi, che per caso  abitiamo nella parte giusta del mondo, riusciamo a commuoverci alle notizie delle sofferenze che la guerra impone ad interi popoli, ma sappiamo anche come facciamo in fretta a dimenticarcene.

Avere il coraggio della compassione significa operare perchè le guerre diventino un tabù per tutta l’umanità e, forse, ognuno di noi può fare qualche cosa in questo senso.

 

Eufemino in tempo di pandemia.

Ero presente alla consegna dell’Eufemino, l’onorificienza attribuita ogni anno alle persone o alle associazioni che si siano distinte per i loro servigi alla città.

Quest’anno non era possibile non premiare la FONDAZIONE GIUSEPPINA PRINA e la PROTEZIONE CIVILE di Erba e dei Comuni consorziati.

La pandemia infatti ha impegnato la RSA cittadina nella strenua difesa dei suoi ospiti: è stata una vera battaglia che ha richiesto il sacrificio e l’abnegazione di tutti gli operatori: dai medici, agli infermieri, agli animatori, agli inservienti, al personale amministrativo.  Lo stesso vale per la Protezione Civile e per i suoi volontari che sisono prodigati per mitigare i disagi durante il lockdown e per far funzionare l’hub vaccinale di Lario Fiere.

I discorsi delle autorità e dei rappresentanti degli enti premiati hanno ben messo a fuoco il debito di riconoscenza della città verso di loro e verso tutte le organizzazioni che si sono impegnate per fronteggiare l’emergenza pandemica e alle quali è stata consegnata una targa ricordo.

Un riconoscimento è stato dedicato anche a un operatore di Protezione Civile, che, dopo aver contratto il virus in servizio, è poi deceduto. A ritirare la targa erano presenti i figli e  la vedova commossa fino alle lacrime e in quel momento anche tra i presenti c’era chi ha dovuto ricorrere al fazzoletto per asciugarsi gli occhi.

Una nota gradevole era costituita dall’orchestra dei ragazzi della Puecher, che ha eseguito piacevolmente pezzi di autori moderni.

All-focus
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Alin attesa
Alin attesa

Dove va il mondo?

Dove va il mondo?

E’ questa la domanda che viene da porsi leggendo questo articolo a dir poco inquietante. In estremo Oriente c’è una crescente tensione tra la Cina in costante espansione e i suoi antagonisti, E’ in questa ottica che va letta la notizia dell’alleanza militare tra USA, UK e Australia per la produzione di sottomarini a propulsione nucleare.

La notizia, in Italia, è rimasta in primo piano per breve tempo, travolta dalle entusiasmanti notizie dei successi sportivi dei nostri ragazzi (pallavolo, ciclismo e altri minori) ma è di quelle destinate a cambiare gli assetti del mondo, stando a quanto ha detto Romano Prodi dall’Annunziata su RAI3 e non è detto che tale cambiamento si realizzi pacificamente,

L’europa rischia davvero di diventare ancora più ininfluente sul governo del mondo, a meno che riesca con uno scatto di orgoglio a darsi quelle riforme che le consentano di parlare con una voce sola e con la piena consapevolezza che solo così può avere un peso nei destini di questo mondo oltremodo inquieto.