Un segno di speranza? o una minaccia?

Ho letto la storia di Sadiq Khan, il nuovo sindaco di Londra. E’ la storia di uno che, nato povero, ha saputo con lavoro e sacrifici raggiungere il successo, è la storia di un musulmano che crede nell’integrazione e nella democrazia….Sembrerebbe una favola con intenti educativi, invece è realtà.

Chissà se l’elezione a sindaco di questo musulmano a Londra potrà spuntare le armi dei terroristi ….. chissà se potrà far capire che l’integrazione e la convivenza sono possibili…. chissà…

Mi rendo conto tuttavia che molti vedranno in questa notizia la minaccia di quella islamizzazione dell’Europa così paventata  e io ci crederò solo se Sadiq Khan imporrà il velo o il burqa alle donne londinesi….(e vorrei proprio vedere…)

Pensando a Fortuna…

Questa è una di quelle storie che non si vorrebbero  mai leggere sui giornali: farebbe morire di disgusto anche se fosse stata inventata per costruirci attorno un film degli orrori……Leggendo ho sentito subito una gran pena per la mamma di Fortuna (una bimba invece molto sfortunata): come non sentire pena profonda per una madre che piange la morte orribile della sua bimba di appena 6 anni per opera di un mostro? Poi ho letto che l’autopsia ha riscontrato sul corpo della piccola segni di reiterati atti di violenza…… reiterati…..E allora mi sono chiesta e mi chiedo: perchè quella mamma non ha capito nulla dell’incubo che stava vivendo la sua bambina? Fortuna non ha mai pianto di notte? Non ha mai mostrato segni di disagio quando veniva lasciata dalla vicina? Non ha notato, la madre, sul suo corpicino i segni della  violenza bestiale di cui veniva fatta oggetto? Può una bimba così piccola dissimulare  il suo dolore e il suo terrore così bene da nasconderlo anche ai suoi familiari?

Eppure Fortuna aveva paura, tanta paura…tanta paura da correre fin sul tetto di un palazzo di otto piani per sfuggire al suo carnefice, che lì l’ha raggiunta e spinta nel vuoto…. Non voglio esprimere giudizi avventati sulla mamma di Fortuna, ma mi angoscia il pensiero che una madre non senta il dolore che la sua creatura deve pur esprimere, almeno con lo sguardo….

 

Viva internet!!!!.

Oggi si fa festa per i trent’anni di internet in Italia. Al momento di quel primo “ping” , credo, si accorsero in pochi dell’importanza di questo evento che tanto doveva influenzare poi la vita di tutti noi.

Io rimasi a lungo all’oscuro di questo nuovo modo di comunicare , fino a che la lontananza dei miei figli mi costrinse a imparare a spedire e a ricevere delle mail, il che consentiva di risparmiare sui costi elevatissimi delle telefonate verso l’estero.

Poi spinta dalla curiosità , anni dopo, un giorno trovai il coraggio di iscrivermi al forum di un quotidiano e lì imparai cosa significassero alcuni termini come “username”, “password”, “link”, ” login- logout “…..e fu per me una meraviglia poter commentare notizie e dibattere con utenti che abitavano in tutte le regioni d’Italia . Poi scoprii il “Sudoku” on line e infine la possibilità di aprire un blog……e di vedere attraverso Skype i nipotini lontani o mia sorella in Thailandia…..

Internet ha cambiato la nostra vita,. ma come ogni altro mezzo, è positivo se usato in modo consapevole e responsabile, è negativo se usato per diffondere corruzione, calunnie e fanatismo.

Tutto sommato però io resto tra quelli che oggi dicono “Viva Internet”

Vespa ha diritto di godersi la pensione !!

Bruno Vespa a maggio farà 72 anni, visto che è del 1944. E’ in pensione , pertanto riscuoterà ogni mese il suo assegno che forse non sarà nemmeno tanto modesto….però sente il bisogno (lui!!!) di continuare a lavorare come esterno in TV in un programma di punta (ritengo anche questo moooolto ben retribuito).

Mi chiedo : visto che paghiamo il canone, perché nessuno ci chiede di cosa e di chi abbiamo bisogno noi utenti?

Chi aveva bisogno di sentire e vedere in TV il figlio di Riina? Chi aveva bisogno di sentire e vedere in TV il clan che domina la malavita romana? Chi ha bisogno di sentire e vedere in TV tante puntate di Porta a Porta dedicate ai delitti più atroci ed efferati con relativi modellini per ricostruire la scena del delitto?

Cosa possiamo imparare da trasmissioni di questo genere? Credo ben poco, anzi : dare spazio a certi personaggi è solo offensivo per tutti coloro che da essi hanno avuto motivi di sofferenze e di lutti e per tutti coloro che condividono i valori su cui è  fondata ogni società civile.

Tuttavia trasmissioni come queste sono fatte  per attirare audience e, se ci riescono, la colpa è anche di tutti coloro che al momento buono non riescono a cambiare canale.

Boicottiamo tutti “Porta a Porta” e forse anche Vespa potrà godersi in pace la sua pensione , senza più avere l’ossessione di solleticare il lato meno nobile che si trova in ognuno di noi.

Piccoli in fuga.

bambini-migranti-generiche-496716.610x431Questo articolo , che ho trovato su “Avvenire”, fa venire un gran “magone”: bambini costretti a scappare dalla loro terra per non cadere nelle mani di una criminalità spietata, che li costringe a scegliere tra una vita da assassino e una da clandestino .

Questi bambini non avrebbero il diritto di essere considerati dei “rifugiati” e quindi di entrare in un paese in cui poter vivere serenamente la loro età? O perchè si tollera che in certi paesi la gente si trovi in balia della violenza più disumana?

L’articolo parla di bambini sud-americani, ma chissà quanti sono nelle stesse condizioni (anche se forse non sempre per gli stessi motivi) nei nostri centri di accoglienza o davanti ai muri di filo spinato sorti a protezione dei nostri privilegi…..

Uno dei bambini intervistati racconta che la madre stessa lo ha spinto a fuggire, accompagnandolo all’autobus dopo avergli dato tutto il denaro che ha potuto raccogliere, e lo ha salutato senza una lacrima, sapendo che forse non lo potrà più rivedere…..Credo che dopo la partenza dell’autobus quegli occhi abbiano continuato a piangere a lungo….

Se si accorgono che sono vecchia….

In mia suocera , negli ultimi anni della sua vita, si era sempre più rafforzata la sua naturale, forse atavica, diffidenza verso tutte le istituzioni pubbliche, in particolare non amava dire la sua età quando veniva ricoverata in ospedale e   diceva : ” Se si accorgono che sono vecchia non mi curano più”.

Certo era un’ idea piuttosto balorda, ma, a sentire i casi di “angeli della morte”, che vengono denunciati a intervalli più o meno regolari, forse non del tutto infondata.

Proprio oggi la notizia dell’arresto di un’ infermiera di Piombino fa pensare e volendoci scherzare su si potrebbe avanzare un’ipotesi: non è che ogni tanto l’ INPS o il premier di turno inviano in qualche ospedale un agente segreto sotto copertura per sfoltire le fila dei pensionati , notoriamente responsabili del debito pubblico nazionale?

Verità per Giulio.

verità-giulio-regeniDopo aver visto il proprio figlio ucciso tra torture e sofferenze inaudite , penso che una mamma non avrebbe altro pensiero se non quello di nascondersi a piangere il suo dolore, ma alla mamma di Giulio Regeni non è concesso nemmeno questo. Ieri al Senato in una conferenza stampa, con ciglio asciutto e voce ferma, ha chiesto di nuovo con forza la verità sulla morte di suo figlio. Insieme a lei il marito che con la stessa pacatezza ha parlato delle cose in cui credeva il giovane Giulio.

Io penso che nessuno avrebbe dovuto permettere a un giovane , da solo, di esporsi al rischio di sfidare il sistema di potere che governa l’ Egitto, indagando sui soprusi che in quel paese vengono quotidianamente perpetrati, tuttavia credo che la ricerca di verità sulla morte di questo giovane sia un dovere per tutti noi, non solo nei suoi riguardi e nei riguardi della sua eroica famiglia, ma anche nei riguardi di quei cittadini egiziani che si trovano esposti a quotidiani soprusi , in balia di un regime feroce.

VERITA’ PER GIULIO REGENI deve essere il grido da ripetere ogni giorno su tutti i media fino ad ottenere una ricostruzione credibile e onesta: la famiglia di Giulio se lo merita.

 

Pasqua insanguinata.

Pasqua insanguinata a lahoreE’ stata una Pasqua schiacciata tra  attacchi terroristici che ci hanno gettato nell’angoscia: gli attacchi di Bruxelles e la strage di Lahore.

Negli attacchi di Bruxelles colpisce il fatto che queste cellule terroristiche possano agire indisturbate nell’ombra, favorite dall’inefficienza e dalla sottovalutazione di chi dovrebbe invece vigilare e colpisce anche il venire a sapere che fino a qualche mese fa i terroristi, che dicono di agire in nome dell’ Islam, si davano invece alla bella vita incuranti dei precetti religiosi  del loro presunto credo.

Che cosa è dunque in verità che li spinge a cercare la morte per sè e per altri ? Chi riesce a plagiarli fino a far loro rinnegare l’istinto di conservazione? Chi ha interesse a spingere le nazioni verso una guerra di civiltà che segnerebbe la rovina per il mondo intero?

Nell’attacco di Lahore fa orrore che si siano voluti colpire intenzionalmente bambini e mamme in un momento di festa. Chi può perseguire questa ideologia di morte?