La pace della NATO e quella di De Foucauld

Non posso accedere alla lettura integrale di questo articolo, visto che non sono abbonata a Repubblica, ma già la lettura del titolo mi mette i brividi. Questo rinforzare la presenza militare ai confini della NATO mi pare tutto tranne che un segno di speranza di pace.

“Si vis pacem, para bellum” (se vuoi la pace, prepara la guerra) dicevano gli antichi Romani, ma io non credo che sia la ricetta giusta.

Sono più propensa a credere alle parole di Charles de Foucauld: LA PACE VERRA’

Se tu credi che un sorriso è più forte di un’arma,
Se tu credi alla forza di una mano tesa,
Se tu credi che ciò che riunisce gli uomini è più importante di ciò che li divide,
Se tu credi che essere diversi è una ricchezza e non un pericolo,
Se tu sai scegliere tra la speranza o il timore,
Se tu pensi che sei tu che devi fare il primo passo piuttosto che l’altro, allora…
La pace verrà.

Se lo sguardo di un bambino disarma ancora il tuo cuore,
Se tu sai gioire della gioia del tuo vicino,
Se l’ingiustizia che colpisce gli altri ti rivolta come quella che subisci tu,
Se per te lo straniero che incontri è un fratello,
Se tu sai donare gratuitamente un po’ del tuo tempo per amore,
Se tu sai accettare che un altro, ti renda un servizio,
Se tu dividi il tuo pane e sai aggiungere ad esso un pezzo del tuo cuore, allora…
La pace verrà.

Se tu credi che il perdono ha più valore della vendetta,
Se tu sai cantare la gioia degli altri e dividere la loro allegria,
Se tu sai accogliere il misero che ti fa perdere tempo e guardarlo con dolcezza,
Se tu sai accogliere e accettare un fare diverso dal tuo,
Se tu credi che la pace è possibile, allora…
La pace verrà.

 

 

Tutto il dolore del mondo.

Ieri sera la Via Crucis al Colosseo ha dato voce a tutte le sofferenze del mondo.

A portare la croce nelle tradizionali 14 stazioni, si sono alternate persone provenienti da tutte le zone più martoriate della terra:  da quelle afflitte dalla guerra a quelle devastate dal terrorismo che costringe intere popolazioni ad abbandonare le proprie case e ad affrontare viaggi pericolosi in balia di trafficanti senza scrupoli e di ogni avversità.

Ancora una volta al dolore del Crocifisso si è unito il dolore di un’umanità oppressa  non tanto da un fato ineluttabile, ma dall’ egoismo di chi coi soprusi e con la violenza più spietata vuole imporre le ragioni del proprio meschino tornaconto.

Chi raccoglierà il grido di dolore del mondo che ieri sera abbiamo ascoltato? Chi vorrà veramente far trionfare diritto e giustizia? Dietro le parole di tanti politici che proclamano il loro desiderio di pace ci sarà davvero una ferma volontà di perseguirla con onestà e fermezza?

Possiamo solo sperarlo e pregare.

A Brescia sulle orme di Paolo VI

Non dico certamente nulla di nuovo, affermando che ovunque il nostro paese offre meraviglie di arte, di cultura e di storia.

Paolo VI 3Il pellegrinaggio di sabato a Brescia mi ha fatto conoscere una città diversa da quella che avevo sempre immaginato, visto che non mi ci ero mai soffermata. Ne avevo l’idea di una città industriale un po’ grigia, poco attraente, invece ho scoperto che nasconde tesori inestimabili: il duomo vecchio con la sua struttura originalissima, inconsueta ti sorprende anche per la sua austera semplicità che ti riporta indietro di un millennio. E che dire della chiesa del Corpo e del Sangue di Cristo, meglio nota come del San Cristo? Non è più adibita al culto, ma le sue pareti e il suo soffitto sono meravigliosamente affrescati con immagini altamente suggestive. Sfortunatamente non abbiamo potuto sostare nella zona del foro romano o al museo di S. Giulia: occorrerebbe una giornata intera dedicata a questi siti per poterli apprezzare. L’ultima tappa era a Rodengo di Saiano, dove ci ha accolto un frate olivetano che ci ha illustrato la storia, l’architettura e le opere d’arte dell’antica abbazia dedicata a S. Nicola e a Paolo VI.

Già, Paolo VI …. in tutto il nostro pellegrinaggio abbiamo incontrato questa figura che ha segnato il secolo scorso e ha lasciato grande impronta di sè in ogni luogo in cui ha esercitato la sua missione religiosa.

Fine della siccità?

Che siamo tutti preoccupati per la scarsità di piogge (per non dire assenza) in questo inverno, almeno qui nelle nostre zone, è inutile dirlo. Vediamo tutti i fiumi al minimo della portata come se fossimo in agosto e, solo per dirne una, io ho dovuto (prima volta nella mia vita) innaffiare l’aiuola per consentire a primule e viole di fiorire.

Se si protraesse questa situazione credo che saremmo in grave difficoltà nei prossimi mesi estivi, ma qualche meteorologo ci dà qualche motivo per ben sperare … a noi conviene credergli e fare qualche danza della pioggia.

Riflessioni sul voto.

Ebbene sì! Ci godremo ancora per cinque anni la sanità lombarda targata Lega e FdI!!!

Ai Lombardi deve essere piaciuta molto la gestione della pandemia da parte del governatore (ricordate i primi malati di COVID ricoverati nelle RSA??), visto che lo hanno riconfermato …. e devono aver gradito anche il fatto che non esiste una sanità a livello territoriale ….

Quanti sfottò e quanti risolini di compatimento si sono visti e sentiti sul PD partito bollito, partito in confusione, partito in liquidazione, ma mi pare che abbia tenuto, mentre chi lo dava ormai per spacciato (Terzo Polo) si ritrova ridotto ai minimi termini.

L’amarezza più grande però è constatare le dimensioni dell’astensionismo: chi si astiene è come se insultasse le tombe dei tanti che hanno dato la vita perchè potessimo votare liberamente. Tanti nel mondo lottano ancora per conquistare questo diritto e noi qui non sappiamo apprezzare la fortuna di poterlo esercitare.

Mattarella a Sanremo.

Qualcuno avrà certamente storto il naso per la presenza di Mattarella a Sanremo, considerando questa manifestazione come qualcosa di Kitsch  (vedi spiegazione del termine secondo Treccani).

Io invece sono del parere che il nostro Presidente abbia fatto bene : comunque lo si consideri, è innegabile che il festival italiano per antonomasia sia un evento che riscuote l’interesse di gran parte della popolazione e rappresenti un fenomeno socio-economico di grande rilievo ( basta vedere quanti e quali spot pubblicitari si alternino alle canzoni). Mattarella ha perciò voluto rendere omaggio a questo aspetto rilevante della cultura popolare per mostrare la sua vicinanza al popolo italiano.

Fiorello ha poi fatto notare che il Presidente si è allontanato dall’Ariston subito dopo l’inno di Mameli e il monologo di Benigni sulla Costituzione, ma credo che alla sua età (81 anni) e con la probabile  necessità di rientrare a Roma per espletare oggi i doveri del suo ruolo non si possa stare in ballo fino alle ore piccole.

Del resto, devo confessare che non ho capito nulla di nessuna canzone, soprattutto di quelle dei cosiddetti rappers: sia per il modo di cantare, sia per la pronuncia indecifrabile. Mi sono sentita molto vecchia….

Quando la natura ci fa sentire piccoli…

Il terremoto in Turchia di questa notte, raccontato in questo articolo di Avvenire, ha provocato una vera catastrofe: già ora si registrano più di mille morti, ma alcuni ipotizzano che si possa arrivare a contarne fino a 10.000 !!!

Di fronte a notizie come questa, ci si sente piccoli, impotenti, in balia di forze incontrollabili e immani e viene subito da pensare a quanto sia senza senso fare delle guerre per qualche pezzo di terra in più.  Se Putin può forse sentirsi forte perché ha distrutto intere città in un anno di guerra, ora dovrebbe impallidire: questo terremoto, oltre a danneggiare molte città in pochi secondi, ha fatto spostare la penisola Anatolica di tre metri!!!!

Siamo tutti “naufraghi” su questo piccolo pianeta che fluttua nel cosmo e dovremmo capire che l’unica nostra possibilità di sopravvivenza è darsi una mano ogniqualvolta se ne presenti la necessità… E credo che tutti quelli che ne hanno la possibilità debbano contribuire a portare un po’ di aiuto a che in pochi secondi ha perso tutto.

Una lunga odissea.

Mercoledì sera, ho partecipato ad una breve “cerimonia” in occasione dell’inizio della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. E’  un momento suggestivo e cerco sempre di partecipare.  Accanto ai momenti di preghiera c’è stata la testimonianza di due immigrati: una donna Ucraina, fuggita dal suo paese con la sua bambina poco dopo lo scoppio della guerra, e un ragazzo nigeriano. Quest’ultimo, di religione cristiana, nella sua lunga testimonianza ha raccontato di essere fuggito dal suo villaggio dopo che, in un’incursione da parte di un gruppo di terroristi, la sua casa è stata incendiata, causando la morte dei suoi genitori  e il rapimento di due suoi figli ancora molto piccoli.

Lui e la moglie si sono messi in viaggio seguendo strade diverse. L’attraversata del deserto è stata penosissima: ai bordi della pista erano disseminati i resti di cadaveri, cibo e acqua scarseggiavano al punto che ognuno per sopravvivere è stato costretto a bere la propria urina. Dopo un breve soggiorno in Libia, dove si era ricongiunto alla moglie, a bordo di gommoni sono giunti in Italia, ma non avevano documenti e hanno tentato di raggiungere la Germania, da cui però sono stati respinti di nuovo in Italia. Dopo tante peripezie sono giunti a Erba, dove la Caritas li sta aiutando.

Questo ragazzo non si è soffermato molto sui particolari delle varie tappe della sua lunga odissea, ma non è difficile immaginare quante sofferenze abbia dovuto affrontare.

Nell’ascoltarlo pensavo a quanto sia ingiusto il mondo che siamo venuti creando nel tempo e come stiamo anche oggi perpetuando ingiustizie vecchie di secoli. Credo che se fino a pochi decenni fa i diseredati del mondo erano rassegnati al loro destino perchè non conoscevano altri modi di vivere possibili, ora le nuove comunicazioni hanno abbattuto queste barriere e chi può cercherà sempre più di prendersi quel briciolo di felicità e di benessere a cui ogni essere umano ha diritto.