Povero Angelo!!

angelo-custodeGioele è rimasto al nido fino alle quattro del pomeriggio per la prima volta e quando ha visto la mamma si è commosso e gli sono venuti i lacrimoni. Giovanni era già uscito con la zia ed è salito in macchina tutto contento.

Una volta a casa, Gioele ha continuato per un po’ la sua protesta per quella lunga giornata fuori casa, poi si è messo a giocare di nuovo sereno come sempre.

Giovanni invece era affamato e si è messo a fare merenda con le pesche sciroppate che gli piacciono tanto e con i Ringo. Gli ho chiesto :

  • -Che cosa avete fatto a scuola? –
  • -La maestra ha parlato dell’Angelo Custode.-
  • – E dov’ è il tuo Angelo? –
  • – E’ qui – risponde Giovanni toccandosi con un dito la punta della spalla destra; facendo quel gesto sente il freddo della cerniera della sua felpa aperta e allora aggiunge: – Mi sa che questa cerniera lo sta pungendo…!!!

Auguri a Samuele!

Ricordo cimg_20160801_125125_resized_20160803_115148404ome fosse oggi quella notte in cui sei nato 11 anni fa.

La trepidazione in quella sala d’attesa e poi la gioia di vederti che si è rinnovata e si rinnova ad ogni incontro.

Tanti auguri, Samuele! Il mio amore di nonna ti segue sempre.

E non ci si abitua mai…

Quando li vedi tutti partire, dopo un mese di allegra confusione, di litigi, di giochi, di salti, senti che, ad ogni bacio d’addio, un pezzetto di cuore si stacca dal tuo cuore per seguire figli e nipoti sulle strade che vanno a percorrere lontano da te…… e non ci si abitua mai…..

Sostando in riva al lago.

Siamo in riva al lago: io sono seduta su un tronco adibito a panchina a contemplare la placida bellezza del Segrino e Davide corre avanti e indietro: è l’ora del suo allenamento…

In uno spiazzo erboso accanto a noi si fermano due giovani uomini vestiti con gli stessi jeans corti e la stessa maglietta rossa. Hanno con sè un grosso cane nero dalla pelliccia foltissima e un bambino nero  di forse cinque anni. Tutti e tre si accingono a prendere il sole.

Io, guardandoli e vedendo la buona armonia che regna fra quelle tre persone, provo a indovinare che storia le leghi  e immagino che i due giovani siano una coppia omosessuale che ha adottato il bambino, ….ma non ho certo modo di controllare…

A questo punto rifletto: gli omosessuali non hanno scelto la loro condizione e mi pare giusto che possano vivere alla luce del sole la loro vita e non siano condannati a una disperata marginalità come accadeva nel passato. Non credo però che abbiano diritto ad avere figli tramite pratiche contro-natura come l’utero in affitto. Se però possono dare affetto e protezione a bambini sfortunati senza famiglia, credo sia cosa buona.

Davide è stanco e ritorniamo sui nostri passi, lasciando alle nostre spalle un sereno quadro di vita ferragostana sulle rive del lago…

A Mandello.

Mandello Lario è un’amena località in riva al Lago di Como, sulla sponda orientale.

E’ a pochi chilometri da Lecco, ma non c’ero mai stata, per questo ieri è stata per me una bella sorpresa poterne ammirare il Lido, il parco e il panorama bellissimo che si gode dalla riva del lago.

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Al Lido i miei nipotini si sono divertiti un mondo coi sassi da caricare e scaricare sui loro camion-giocattolo, a inventare situazioni drammatiche di incendi da spegnere, di  incidenti con feriti da curare per poi andarsi a tuffare ogni tanto (Davide) nelle fresche acque del lago, fra papere placidamente indifferenti alla presenza dei turisti. Nel parco vicino, c’erano molte persone a godersi il sole o il fresco all’ombra degli alberi, mentre i bambini affollavano  le giostrine, le piste ciclabili, il campo giochi o i tappeti elastici. C’è tutto quello che consente a famiglie con o senza bambini di trascorrere una bella giornata di vacanza.

Una cosa vorrei suggerire alla giunta comunale di Mandello: perchè non mettere delle macchinette per pagare la sosta delle auto? Ieri eravamo in tanti a guardare in giro smarriti per capire come pagare la sosta una volta arrivati in una via non vicinissima al lago, dopo aver vagato a lungo per le strade della cittadina. I negozi che rivendono le schede gratta e sosta non sono poi così facilmente individuabili e raggiungibili ….

 

Fratelli.

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Non sono i miei nipotini, ma me li ricordano molto…

Giovanni e Gioele giocano spesso insieme con le macchinine e con i grossi camion dei pompieri. Come è naturale ogni tanto si contendono i giocattoli, allora vola qualche spintone e ad avere la peggio è quasi sempre Gioele, che è più piccolo.

Ma basta che Giovanni si sdrai a terra che Gioele gli si fionda sopra e si mette seduto su di lui per fare la lotta. Giocano anche a rincorrersi tra i mobili di casa, a bordo di triciclo (Giovanni) e di veicolo non ben definibile, spinto coi piedi (Gioele).

L’altro giorno siamo usciti nel loro grande giardino e si divertivano a raccogliere gli aghi secchi dei pini con rastrellini e palettine e a caricarle su una piccola carriola per spostarle da un capo all’altro della piazzola. A un certo punto dovevo rientrare in casa e Giovanni mi ha detto subito con aria seria seria:-Vai pure, nonna! Ci penso io a curare Gioele! Sono il fratello maggiore!!!-

Giovanni ha solo quattro anni, ma si sente già responsabile del fratellino più piccolo…. è bello veder crescere insieme due fratellini che si vogliono bene…

Un miracolo della solidarietà…

I piccoli calciatori thailandesi sono tutti salvi! La solidarietà del mondo ha fatto il miracolo ….. .

Hanno contribuito i migliori speleologi venuti da ogni dove, i sub superspecializzati che si sono sottoposti a sforzi sovrumani rischiando la propria vita (come purtroppo è accaduto a uno di loro) e ha contribuito chi ha inviato mezzi adatti ad affrontare la situazione.

epa06858273 An undated handout photo released by Royal Thai Army on 02 July 2018 shows Thai soldiers carrying equipments inside the flooded cave complex during a rescue operation for a missing youth soccer team and their coach at Tham Luang cave in Khun Nam Nang Non Forest Park, Chiang Rai province, Thailand. Rescuers are attempting to pump water out of a cave complex in an effort to continue the rescue of 13 young members of a youth soccer team including their coach that are believed to have been trapped in the flooded cave complex since 23 June 2018. EPA/ROYAL THAI ARMY HANDOUT EDITORIAL USE ONLY/ NO SALES HANDOUT EDITORIAL USE ONLY/NO SALES

A me però piace pensare che una parte del merito vada anche alle preghiere che in ogni parte del mondo e in ogni lingua si sono indirizzate al Cielo in favore di quelle tredici giovani vite intrappolate nel ventre della Terra. E la coincidenza che le pompe per svuotare la grotta si siano rotte appena salvato l’ultimo giovane, pare quasi sancire l’intervento divino in questa vicenda.

Mi piace poi constatare come dalla mitezza dei Thailandesi ci venga una bella lezione: quanta gente si è raccolta in preghiera davanti alla grotta! Che esempio ci viene dalle famiglie dei piccoli calciatori, che hanno perdonato l’allenatore imprudente! Che generosità hanno dimostrato i contadini che hanno accettato  (quasi tutti senza chiedere risarcimento) di lasciar allagare i propri campi per consentire lo svuotamento dei cunicoli della grotta. Che esempio di forza ci è stato dato anche dai bambini, che hanno resistito eroicamente a un’avventura così straordinariamente rischiosa!

Unendo le forze di tanti si possono risolvere anche i problemi più spinosi: dovremmo sempre tenerlo presente e dovrebbero tenerlo sempre presente anche i  governanti italiani ed europei, che in questi giorni si troveranno a discutere problemi che solo con la buona volontà di tutti si possono risolvere.

I bambini giocano (poesia).

I miei nipoti maschi più grandicelli, Davide (12 anni) e Samuele (10 e mezzo), amano i videogiochi e, tra questi giochi, moltissimi parlano di guerra, di agguati e si deve sparare a un potenziale nemico, guardandosi sempre alle spalle. Anche quando ero piccola io, i maschi giocavano alla guerra, ma era un gioco più coinvolgente, in cui entravano fantasia e interazione fra amici.

Quello delle guerre virtuali, non mi sembra un bel modo di giocare, anche perchè anzichè rilassare e rasserenare, ti fanno stare sempre in all’erta, in tensione spasmodica …. Mi dico che sarebbe ora di giocare alla pace, così come dice Brecht in questa poesia…

I bambini giocano di Bertolt Brecht

I bambini giocano alla guerra.
È raro che giochino alla pace
perché gli adulti
da sempre fanno la guerra,
tu fai “pum” e ridi;
il soldato spara
e un altro uomo
non ride più.

È la guerra.
C’è un altro gioco
da inventare:
far sorridere il mondo,
non farlo piangere.

Pace vuol dire
che non a tutti piace
lo stesso gioco,
che i tuoi giocattoli
piacciono anche
agli altri bimbi
che spesso non ne hanno,
perché ne hai troppi tu;
che i disegni degli altri bambini
non sono dei pasticci;
che la tua mamma
non è solo tutta tua;
che tutti i bambini
sono tuoi amici.

E pace è ancora
non avere fame
non avere freddo
non avere paura.