Parigi brucia.

La Francia brucia, è messa a ferro e fuoco dopo l’uccisione immotivata di un minorenne da parte di un poliziotto.

Già altre volte le periferie delle città francesi hanno dato prova di essere delle polveriere pronte a saltare in aria e questo terribile abuso di potere non ha fatto altro che dare il pretesto per manifestazioni di  violenza che, pur motivate, non dovrebbero mai verificarsi perché non risolvono certo il problema dell’emarginazione, ma anzi lo accentuano.

Forse che i cittadini, francesi di nascita, guarderanno con più comprensione i ragazzi delle periferie dopo averli visti saccheggiare, devastare, incendiare? Certamente no, anzi crescerà la diffidenza e la volontà di tenerli a distanza …

Creare dei ghetti è sempre sbagliato e qui deve intervenire la politica per creare le condizioni che favoriscano la convivenza e l’integrazione: politiche che facilitino l’accesso al lavoro dignitoso, una politica della casa che calmieri i prezzi degli affitti anche in zone tranquille e una politica scolastica mirata a una effettiva integrazione.

In Italia ancora non si sono verificate situazioni di tanta gravità, ma ciò che accade in Francia oggi potrebbe accadere anche qui da noi se non sapremo prevenirlo con saggezza, spirito di solidarietà e rispetto delle diversità.

Bambini come arma di guerra…

Qualcuno pensa sia solo propaganda antirussa, ma non credo che Papa Francesco avrebbe mandato il card. Zuppi a Mosca a trattare questo problema se non sapesse che è un fatto accertato.

Mi riferisco ai bambini deportati dalle zone ucraine occupate in Russia, di cui si parla anche in questo video .

Che cosa orribile approfittare della propria forza, del proprio potere per imporre a dei poveri bambini un cambiamento di identità, convincendoli che i loro genitori sono morti o che non li vogliono più …

Mi pare che Zuppi abbia ottenuto dalla funzionaria russa, responsabile di questi ostaggi di guerra, l’impegno a restituire ai legittimi genitori che ne facciano richiesta i propri figli. Ma se davvero sono stati sottoposti a un così terribile lavaggio del cervello, cosa ne  sarà di quei bambini?

La guerra riesce a tirar fuori dagli uomini il peggio di sé e, come sempre , le vittime che vengono colpite più crudelmente sono i più inermi, i più innocenti …

 

L’uomo che amava il deserto.

Sto leggendo un libro che parla della vita e della spiritualità di Charles De Foucauld, proclamato santo da Papa Francesco. Ecco in breve la sua vita.

Nato a Strasburgo il 15 settembre 1858, rimasto orfano andò a vivere presso il nonno materno e durante il liceo abbandonò la pratica religiosa considerandosi ateo. Nel 1876 entrò nell’accademia militare e nella scuola di cavalleria, ma fu espulso per indisciplina aggravata da cattiva condotta, dopo aver sperperato l’eredità del nonno. Nell’ottobre 1886 entrò nella chiesa di S. Agostino a Parigi e grazie all’aiuto di un sacerdote di grande spiritualità cominciò un cammino di conversione. Dopo un pellegrinaggio in Terrasanta, entrò prima nella trappa di Notre-Dame des Neiges, nell’Ardèche, poi in quella di Akbè, in Siria; dopo 7 anni si recò a Nazareth lavorando come domestico in un monastero di Clarisse. Vi trascorse alcuni anni, ma consigliato dal suo direttore spirituale si preparò al sacerdozio e fu ordinato il 9 giugno 1901. Si recò quindi a Beni Abbès, nel Sahara algerino, dove costruì un romitaggio e si dedicò all’accoglienza dei pellegrini, collaborando al riscatto degli schiavi. Si stabilì poi definitivamente nel villaggio di Tamanrasset, facendo amicizia coi Tuareg e imparandone la lingua al punto che compilerà un dizionario tuareg-francese. Tra il 1909 e il 1913 compì alcuni viaggi in Francia nella speranza di coinvolgere dei laici nell’opera di evangelizzazione secondo il modello delle prime comunità cristiane organizzandoli in una Unione dei fratelli e sorelle del Sacro Cuore di Gesù. Ma il 1° dicembre 1916 una banda di predoni, aiutati da un uomo che fratel Charles aveva beneficato, prese in ostaggio l’eremita per saccheggiargli la casa. Purtroppo, il giovane incaricato di sorvegliarlo, all’arrivo di due cammellieri francesi si spaventò e sparò alla tempia di Charles uccidendolo sul colpo. Il suo sogno di fondatore verrà realizzato pochi anni dopo da René Voillaume, dando vita alla congregazione dei Piccoli Fratelli di Gesù. Charles de Foucauld è stato beatificato da Giovanni Paolo II il 13 dicembre 2005. Mentre è stato proclamato Santo da papa Francesco il 15 Maggio 2022

Charles si era costruito da sé un piccolo eremo e conduceva un’esistenza poverissima, tanto che rischiò di morire di denutrizione e fu curato dai tuareg. Penso a quanto dovevano essere disperati e miserabili quei predoni che hanno assalito e saccheggiato la sua casa …

Una storia interessante e sorprendente.

E’ esattamente da una settimana che non aggiorno questa pagina, perchè in pochi giorni abbiamo dovuto allestire la mostra parrocchiale sul restauro dell’organo di Arcellasco.

E’ stato un lavoro impegnativo, anche perché il materiale fotografico ci è stato consegnato soltanto all’ultimo momento, ma tuttavia è stata anche una preziosa occasione per imparare tante cose e per aver modo di ammirare ciò che l’ingegno umano è/è stato in grado di creare.

Per prima cosa mi ha stupito scoprire che questo organo ha una storia che risale a tre secoli prima di Cristo, quando un certo Ctesibio di Alessandria d’ Egitto inventò uno strumento chiamato Hidraulos perché era azionato ad acqua, poi i Greci lo diffusero e i Romani se lo portarono a Roma per fare da colonna sonora alle feste nei circhi, prima però lo perfezionarono e l’organo funzionò attraverso un mantice.

I primi cristiani, memori delle terribili feste in cui nei circhi i cristiani venivano torturati e sbranati al suono dell’organo, bandirono questo strumento e, addirittura i musici che volevano farsi battezzare, dovevano cambiare mestiere.  Per molti secoli i riti religiosi furono accompagnati solo dalle voci maschili nel canto gregoriano.

OrganoL’ostracismo contro l’organo continuò per secoli, fino a quando Pipino il Breve ne ricevette uno in dono dall’Imperatore Bizantino. Il tempo aveva cancellato i brutti ricordi legati a questo strumento, che poté riaffacciarsi nelle chiese e nelle abbazie, avendo ben presto una grande diffusione in tutta Europa. Nel corso dei secoli furono costruiti organi sempre più complessi, tanto da avere migliaia di canne di metallo e legno e da avere la possibilità di esprimersi con tantissime voci diverse.

Già questa storia mi aveva colpita, poi ieri ho potuto visitare l’organo di Arcellasco ancora non del tutto rimontato dopo il lungo restauro a cui è stato sottoposto e sono rimasta sbalordita!!!!.

Occupa in larghezza  tutta la parete di fondo della chiesa, contiene quasi duemila canne, ad ogni canna corrisponde un foro che riceve aria dai somieri (uno di questi è un cassone enorme in cui l’aria viene pompata da un motore elettrico), ci sono canne alte più di quattro metri e molte parti interne sono ancora quelle costruite 170 anni fa manualmente dal maestro organaro Franzetti.

E’ sbalorditivo pensare a come sia stato possibile costruire una tale meraviglia con congegni tanto complessi avendo a disposizione una tecnologia molto limitata come quella di cui si disponeva nella metà del 1800.

Davanti a tutto questo ti viene da pensare a quanto sia meraviglioso l’essere umano quando pone la sua intelligenza al servizio della bellezza!!! (E per contro viene subito da pensare anche quanto sia stupido  perseguire invece finalità degradanti e aberranti…)mostra organo foto

Una nuova vita per un antico organo a canne.

La festa patronale di Arcellasco è alle porte e quest’anno c’è un motivo in più per fare festa: l’antico organo a canne, che per secoli ha accompagnato i riti religiosi della comunità, ritorna a nuova vita, grazie all’impegno corale dei parrocchiani e ai contributi della CEI, della Fondazione Comasca e del Comune di Erba.

Per la sua preziosità  questo strumento meritava di essere salvaguardato. anche per rispetto all’ingegnosità dei costruttori, che con mezzi non comparabili a quelli odierni sono riusciti a realizzare un organo così complesso da poter sostituire un’intera orchestra.

Per rendere omaggio agli antichi costruttori e agli attuali restauratori , la ditta Dell’Orto & Lanzini di Dormelletto (No), stiamo allestendo una mostra imperniata sulla documentazione dell’opera di restauro e sulla storia di questo strumento che ha origini antichissime.

N.B. : Nel pomeriggio di domenica, 25 giugno, sarà possibile visitare per piccoli gruppi l’organo con la guida di un esperto.

arcelmostra7a4

 

Quando è amore vero…

E’ tempo di grandi addii.

Tre giorni fa abbiamo salutato Berlusconi con rituali forse eccessivi (a mio parere); ieri si è celebrato molto normalmente il funerale di Flavia, la moglie di Prodi, che tutta Bologna ha salutato con commozione.

E più commosso è apparso  Prodi nelle parole che sono seguite al rito religioso: sono parole che trasudano amore intenso e pieno di stima, gratitudine per la felicità vissuta insieme, nostalgia per i momenti che non torneranno più.

Esempi di amore così limpido, durato per 56 anni, dovrebbero essere raccontati ai giovani (che spesso scambiano per amore sentimenti senza un vero fondamento) per dare loro fiducia nella vita e nella possibilità di perseguire una felicità vera, fatta di dedizione rinnovata giorno per giorno.

Ecco le parole del messaggio inviato da Papa Francesco a Romano Prodi:

««La fede in Cristo, nostra Speranza, ti sostenga nel vivere questo momento di dolore» Sono convinto  che dopo più di 50 anni di matrimonio saprai raccogliere l’eredità di fede e di fortezza di Flavia continuando a testimoniare, nel suo vivo ricordo, la bellezza del vincolo di amore che vi ha tenuti uniti, mano nella mano fino all’ultima passeggiata insieme. Nell’esprimerti il mio affetto e invocando la protezione della Santa Vergine, di cuore benedico te e quanti piangono la scomparsa di Flavia. Fraternamente, Francesco»

Cantando la fraternità.

Non so quanti, ieri pomeriggio, si siano sintonizzati su RAI1, ma chi lo ha fatto ha assistito alle esibizioni di tanti artisti famosi e alla firma del documento sulla fraternità scritto e firmato da 30 premi Nobel.

E’ stato coinvolgente ed emozionante. L’assenza di Papa Francesco ha velato di malinconia l’intera manifestazione, ma il suo messaggio è scaturito forte e chiaro dalla piazza: l’unica via di salvezza e di sopravvivenza per l’umanità è amarsi.

Auguri a Papa Fracesco.

Tanti stanno pregando per Papa Francesco: l’intervento che ha subito non deve essere stato una passeggiata, soprattutto se si pensa alla sua età. Tanti, e con loro anch’io, si augurano che possa riprendersi al meglio e in poco tempo: la Chiesa ha ancora bisogno del suo coraggio e della sua mitezzache si esprime con lo spirito di accoglienza verso tutti.

Tra i suoi tanti meriti il più grande è, a mio parere, il coraggio di guardare alle miserie della sua Chiesa e di volerle affrontare finalmente a viso aperto, dopo che per tanto tempo si era sempre cercato di nascondere la sporcizia sotto il tappeto…

Auguri, Papa Francesco! Noi preghiamo per poterti rivedere alla finestra che dà su Piazza S. Petro per la recita dell’Angelus! A presto!