Martiri dell’emancipazione…

Un altro terribile femminicidio con l’aggravante della circostanza che la donna era incinta di sette mesi…

E’ difficile per certi uomini, abituati da sempre a pensarsi padroni della donna che hanno accanto, accettare la sua autodeterminazione, il suo diritto a decidere della propria vita e le donne che intendono farlo valere vanno incontro a molte difficoltà sia morali che economiche, ma il delitto non dovrebbe mai essere ipotizzato da nessuno.

L’orrore che suscita il ripetersi di questi crimini dovrebbe indurre la nostra società a dichiarare le vittime “martiri” della emancipazione femminile. Dovremmo istituire una giornata mondiale delle vittime di femminicidio e in quel giorno fare memoria di tutte le donne che sono cadute sotto la mano omicida di quelli che avrebbero dovuto amarle e custodirle.

 

Una vittoria per due.

premiazioneChe bella questa foto!!

Roglic, il campione sloveno di ciclismo,  ieri ha vinto il Giro d’Italia e sul palco della premiazione ha portato anche il figlioletto.

Anche il bambino vestiva la maglia rosa come il padre e ha ricevuto in dono un pupazzetto di peluche. Al momento degli applausi, entrambi hanno alzato le braccia con il loro trofeo in mano ed erano tutti e due raggianti: era commovente vedere l’intensità e l’orgoglio con cui il bambino partecipava alla vittoria del padre. Mi sono un po’ commossa… credo che nessuno dei due dimenticherà mai quel momento

Priorità è l’interesse politico?

In una situazione di estrema emergenza come quella che si è creata in Romagna, cosa imporrebbe il buon senso? Quale dovrebbe essere la priorità assoluta?

La risposta è semplice: il bene dei cittadini così provati da una calamità senza precedenti, senza tener conto degli interessi politici di parte. Il governo è intervenuto con un decreto per stanziare due miliardi per i primi interventi, ma chi è autorizzato a spendere questi soldi se non si nomina il commissario responsabile della ricostruzione e della bonifica dei territori?

La logica seguita in altre occasioni è quella di nominare subito il presidente della regione, che ha il vantaggio di conoscere i territori e la struttura organizzativa, ma questo non sta accadendo … Lega e Fratelli d’ Italia pensano che a Bonaccini e al suo partito ne deriverebbe troppa visibilità e quindi troppo consenso, perciò la nomina tarda a venire: la Romagna può attendere…con le case invase da acqua stagnante e putrida, con le strade ingombre di masserizie rese inservibili, con  rischi sanitari facilmente ipotizzabili.

Bonaccini  in questo frangente si mostra ancora una volta una persona perbene: ha avuto parole di plauso per gli interventi tempestivi del governo nei primi momenti, ha accolto la Meloni con grande cordialità e ora si dissocia dalle polemiche in corso per invitare tutti a tener presente soprattutto il bene della gente.

Io ammiro Bonaccini!

 

 

Gente di Romagna.

Eravamo nei primissimi anni ’60. Mia sorella mi  chiese (avevo 16 anni) di andare con lei al mare per aiutarla con la sua piccola Elisa di due anni. Aveva affittato un appartamento sulla riviera romagnola (forse Riccione). Quando fummo arrivate, capii a quale prezzo i nostri “padroni di casa” ci avevano dato la possibilità di vivere la nostra vacanza… Avevano svuotato l’appartamento in cui vivevano e avevano ammucchiato tutte le loro cose sotto una tettoia, dove cucinavano e mangiavano. Non ho capito però dove dormissero. Nonostante le condizioni difficili in cui passavano le loro giornate, non è mai mancato il loro saluto cordiale e il loro sorriso.

Era una famiglia di pescatori, gli uomini uscivano in mare e le donne contribuivano al bilancio familiare affrontando i disagi di una vita da “baraccati” per tutta la stagione estiva. E’ con questo spirito di sacrificio e di accoglienza che la Romagna ha saputo diventare una delle zone balneari più frequentate d’Europa, dove la cordialità, l’allegria, la creatività e il gusto della convivialità fanno la differenza.

E sarà questo antico spirito che aiuterà la gente di Romagna ad affrontare questa nuova devastante calamità, tuttavia abbiamo tutti il dovere di dimostrare concretamente la nostra solidarietà.

 

Vittime collaterali.

Ieri sera in seconda serata su Rai1, è andata in onda la terza puntata di “Vittime collaterali” condotta da Emma D’Aquino.

Cliccando sul link qui sopra avrete modo di avere informazioni esaurienti sul tema della trasmissione, tema che mi ha sempre molto interessato e coinvolto: il dramma delle giovani donne cresciute in Italia in famiglie di cultura diversa.

Sono ragazze che vivono in una specie di terra di nessuno: sono andate a scuola in Italia, hanno assorbito la nostra cultura, il nostro modo di vivere, ma in famiglia questa cultura viene osteggiata. Quelle che riescono a soffocare il loro desiderio di indipendenza e libertà, riescono a sopravvivere  costringendosi a sopportare una vita di subordinazione e di umiliazione. Quelle che rifiutano questa prospettiva  vanno incontro a lotte terribili all’interno della famiglia e della comunità e, nei casi più tragici (e la cronaca ne ha riportati parecchi), si arriva anche al “delitto d’onore”.

Per prevenire eventi delittuosi si dovrebbe puntare sull’informazione e sull’educazione, affidando questo compito alla scuola per le nuove generazioni e ai capi delle comunità straniere in Italia per gli adulti. Dovrebbero essere gli Imam ad assumersi la responsabilità di spiegare ai membri delle loro comunità le nostre leggi, il nostro diritto di famiglia, aggiornandoli anche su come si evolve la società nei loro paesi di origine: da sempre gli emigranti conservano nelle loro menti un quadro fossilizzato del modo di vivere del loro paese, mentre in realtà là tutto, come è giusto che sia, si evolve e si adegua alle innovazioni culturali, economiche, sociali.

Bisogna affrontare in fretta questo problema perché anche in questo momento tante donne e tante ragazze vivono situazioni terribili, con sofferenze che provocano ferite profonde nelle menti e nei cuori.

 

Brividi.

Mi si torce lo stomaco mentre ci penso, mi vengono i brividi, ma mi rendo conto di essere d’accordo con la Meloni!!!

L’utero in affitto, o, per dirlo meglio, la “maternità surrogata” mi fa orrore!!!

Far nascere un bambino nel ventre di una donna che accetta questa situazione dietro un compenso, togliere il neonato alla donna di cui ha sentito per nove mesi il battito del cuore, le sensazioni, positive e negative, e la  voce per essere dato a un’altra “mamma” (ma potrebbe essere un “mammo”) del tutto estranea mi pare una cosa talmente contro natura da far accapponare la pelle.

Spero vivamente che tutte le donne, indipendentemente dalle loro idee politiche, difendano la meraviglia della maternità, così come la natura ha predisposto in miliardi di anni di evoluzione.

Film: Ordinary love . Un amore come tanti.

ordinary loveUna coppia, che ha vissuto insieme una vita intera e ha superato la tragedia della morte della figlia, si trova ad affrontare una nuova dura prova: la donna, mentre fa la doccia, scopre di avere un nodulo al seno.

Dopo le visite e gli esami cui si sottopone, arriva la diagnosi: tumore al seno. Comincia così l’iter che la porta a sottoporsi alla chemioterapia, all’intervento chirurgico e alla mastectomia totale. Il marito le sta accanto in ogni momento, con affetto, pazienza e delicatezza, sopportando anche gli sbalzi d’umore della moglie. Il film ritrae i due nei momenti che molti di noi conoscono: le attese delle visite, le sedute di chemioterapia, l’ansia in attesa di un referto… I dialoghi tra loro sono quelli che nella realtà intercorrono tra due persone che stanno affrontando insieme una situazione difficile, di cui non si può conoscere l’esito, ma che sanno sostenersi mano nella mano con semplicità.

I protagonisti, Liam Neeson e Leslie Manville, sono molto bravi e interpretano il  loro ruolo con grande naturalezza, dando credibilità ai loro personaggi.

In quali casi si può richiedere una visita della guardia medica?

Una mia vicina ha il marito (86 anni) ammalato da molto tempo e riconosciuto invalido al 100%; questa notte, questi forse risentiva di una probabile forma influenzale incipiente o chissà per quale altro motivo ha passato una notte molto agitata ed è caduto dal letto più volte: non si reggeva in piedi.

Questa mattina la sua temperatura era salita notevolmente e i familiari, dopo aver provato a chiamare inutilmente i medici di loro conoscenza (ed è comprensibile che non rispondessero), hanno chiamato la guardia medica : e si sono sentiti rispondere di caricare il malato (80 chili??) in macchina e di portarlo alla sede del presidio sanitario, perchè è prevista la visita domiciliare solo per persone allettate.

Io mi chiedo: se uno non si regge in piedi non è da considerarsi allettato? In queste situazioni come ci si deve comportare? chiamare l’autoambulanza e portare il malato alla guardia medica o al pronto soccorso? O è forse l’età del paziente a suggerire la mancata sollecitudine per il paziente? Non esiste più il diritto costituzionale alle cure ad ogni età?