Perchè non mi compri il gelato?

Ieri pomeriggio i nipotini, Elisa e Davide, mi hanno aiutato a lavare la macchina. Davide continuava a dirmi : – Che bella idea che hai avuto nonna!- e intanto si impegnava a strofinare la spugna piena di schiuma sulla carrozzeria. Non avrebbe voluto finire mai di strofinare, ma a un certo punto abbiamo deciso che l’ auto era ormai splendente e per premio, dopo esserci cambiati gli abiti tutti inzuppati,ci siamo concessi un giro al lago con tappa al chiosco dei gelati.

Nei pressi, c’ è un minuscolo parco giochi che piace molto ai miei nipotini e ci siamo fermati lì. C’ era già una giovane mamma con la sua bimba graziosissima, che si arrampicava sui vari attrezzi.
Mi sono seduta su una panchina e la giovane donna si è seduta poco dopo accanto a me e abbiamo cominciato a parlare dei bambini. A poco a poco la conversazione si è spostata sulla fatica di far quadrare i conti quando si hanno due bambini piccoli e un solo stipendio di poco superiore ai mille euro.
Mi raccontava di aver perso il lavoro dopo la chiusura della fabbrica e che non è più riuscita a trovarne un altro…
– Col mangiare – diceva – si riesce ad arrangiarsi : un po’ di pasta in più e poi con i pacchi che dalla Calabria la suocera manda periodicamente non si soffre certo la fame….ma quando la bimba ti chiede un gelato e non glielo puoi comprare viene un gran nodo in gola ….-

Capivo benissimo il suo stato d’ animo : come si fa a far capire a una bimba di 4 anni che per lei il gelato costa troppo ? E a quel punto mi è venuto in mente che ogni volta che vado in gelateria, mi vien da pensare che da qualche tempo i prezzi in questo campo sono veramente esplosi….Io mi sento derubata, ma qualcun altro deve restare fuori a guardare ….

Essere nonna.

Non ho mai conosciuto i miei nonni (maschi) , entrambi portati via dalla spagnola; ho conosciuto però le mie nonne.
Una, nonna Carolina, viveva nel paese vicino al mio e me la ricordo solo nel momento in cui , già molto anziana , è venuta per un periodo in casa nostra : ricordo solo che allora verso sera l’ accompagnavo sulla strada a passeggiare un po’, ma la sua scomparsa non mi ha colpito molto: i nostri rapporti erano stati radi e poco profondi.

L’ altra, la nonna Marcellina, abitava accanto a noi, ma era sempre molto preoccupata per tanti problemi e per quel suo gran mal di testa che spesso le faceva dire :- So che morirò presto….- Poi quel suo mal di testa sfociò in un ictus, cui sopravvisse in condizioni gravemente menomate e allora di lei ricordo le volte in cui si soffermava davanti allo specchio per salutare quella signora così gentile che vi vedeva riflessa.
Mia madre l’ ha accudita per 15 anni e capitava anche a me di aiutarla a vestirsi o a pettinarsi e ricordo quando di notte (dormivamo nella stessa stanza) venivo svegliata dalle sue mani che cercavano l’ interruttore della luce e dal suo ansimare faticoso.

Di entrambe però non ricordo gesti di particolare affetto (da noi le smancerie erano ritenute poco dignitose), o momenti particolarmente significativi, forse perchè avevano molti nipoti e sarebbe stato molto arduo coccolarli tutti.

Da molti giorni ho qui con me Davide ed Elisa e spero che portino con sè il ricordo di momenti sereni, di giorni passati facendoci compagnia e cercando di imparare sempre qualcosa di nuovo. Vorrei essere ricordata non solo come nonna biologica, ma come nonna che ha riempito qualche attimo della loro esistenza.

Col caldo , stirare è un incubo, ma una volta era anche peggio..

L’ altra notte il caldo mi ha fatto risvegliare nel cuore della notte (erano le due) con la sensazione precisa che non sarei riuscita a riaddormentarmi tanto facilmente e così dopo un po’ mi sono alzata, sono scesa al piano terra notevolmente più fresco e ho notato che una montagna di panni da stirare cercava insistentemente di attirare la mia attenzione.
Stirare di questi tempi, col caldo che fa, è proprio un brutto mestiere, perciò cosa c’ è di meglio che stirare di notte….
Ho riempito la caldaietta del ferro e in un paio d’ ore ho rimesso in ordine tutto quanto c’ era in giro. Mentre stiravo pensavo che ora tutto è così semplice: basta inserire una spina ….in altri tempi non era così.

Mia madre, quando ero piccola io, usava un ferro a carbone proprio come quello della foto.

Prendeva delle braci dalla stufa, accesa anche d’ estate per poter cucinare, aggiungeva della carbonella fino a riempire il ferro e lo agitava a mo’ di pendolo affinchè la ventilazione che si produceva all’ interno dell’ attrezzo facesse avvampare tutta la carbonella e a quel punto si poteva cominciare a stirare. Anch’ io mi cimentavo a volte in questo lavoro e mi dedicavo alla stiratura dei fazzoletti da naso che la mamma aveva già ben sistemato l’ uno sull’ altro :stirando il primo, anche quello sottostante era già pronto per essere ripiegato .
Le cose più complicate naturalmente venivano stirate dalla mamma, che utilizzava anche uno spruzzatore per inumidire le pieghe più persistenti. Non era raro però che la carbonella sprizzasse scintille dai fori del ferro e allora poteva anche capitare che si verificasse qualche piccola bruciatura sul tessuto sottostante. A volte anche la cenere cadeva sui vestiti da stirare e se non si stava attente si rischiava di dover rilavare l’ indumento.

Quando la carbonella si esauriva, bisognava rifornire di nuovo il ferro e ripetere l’ operazione di accensione della carbonella stessa. Il tutto richiedeva tempo e fatica….

Pensavo a tutto questo nel silenzio della notte e ringraziavo la tecnologia moderna che ha reso meno pesante anche questa parte del lavoro delle casalinghe.

La mattina dopo , appena ho aperto gli occhi, ho pensato con grande soddisfazione che poteva anche far caldo , caldissimo , tanto non dovevo più pensare a stirare.

Quando l’ idraulico arriva troppo in fretta…

Da trent’ anni un tubo dell’ impianto idraulico di casa mia mi fa impazzire e nonostante i vari interventi il problema non è mai stato risolto. In questi giorni ho chiamato un altro idraulico, perchè le continue perdite vengono a pesare sulla bolletta, oltre a causare danni .
Solitamente trovare un idraulico disponibile è una gran fatica.
Questa volta invece appena ho chiamato ecco il tecnico precipitarsi a casa per il sopralluogo e quindi prendere nota del fabbisogno e del tipo di intervento: per risolvere alla radice il problema bisognerà sostituire un pezzo di tubo che è murato nella parete del bagno: nessuna preoccupazione, sarà solo un buchetto che rimarrà nascosto…

In men che non si dica l’ idraulico comincia a martellare energicamente: e picchia e picchia a un certo punto vedo cadere dei calcinacci sulla scala interna. I nipotini si spaventano (forse ricordano il terremoto che hanno appena vissuto), io mi allarmo (e vorrei ben vedere) e corro al piano di sopra, mentre uno squarcio nel muro fa bella mostra di sè e pare una bocca aperta in una risata diabolica…..

Dopo le scuse e la spiegazione dell’ inevitabilità dell’ accaduto il martellamento continua fino all’ interruzione per il pranzo.

Nel pomeriggio l’ idraulico compare con al seguito un vecchio muratore che ripara lo squarcio nel muro
sulla parete che dà sulle scale, mentre lui provvede alla sostituzione di tubi e rubinetti …. alla fine però nella parete del bagno rimane ben visibile la traccia di tanto martellare , con la conseguenza che io rifiuto di pagare il lavoro : un piccolo acconto deve bastare in attesa che il lavoro sia completato ad arte.

Morale della favola: In un primo momento ho pensato che la tempestività di intervento dell’ artigiano fosse dovuta alla crisi: poco lavoro per tutti , anche per gli idraulici…. ma poi ho dovuto pensare che forse il tizio è senza lavoro perchè è diventato troppo pasticcione: aveva già eseguito altri lavori in casa mia e mi era sembrato affidabile, ma ora dovrò ricredermi.

Una bella serata.

Ieri sera il calcio europeo ha interessato anche i miei “cuccioli”.
Samuele a Londra tifava Italia con la mamma, che però , alla fine del primo tempo lo ha convinto che la partita era finita e che non aveva vinto nessuno (visto che si sarebbe dovuto alzare per tempo l’ indomani).
– Sì, sì, è finita con un pari – gli dicevo io su Skype. Ma lui controbatteva: – No pari :Italia non vince, bianchi non vince!!! – Forse sarà bene spiegargli il significato di “parità”….

Elisa e Davide inizialmente erano più interessati al film di cartoni che abbiamo preso in biblioteca, poi però Elisa è venuta in cucina con me e ha cominciato a seguire la partita, dimostrando buona conoscenza delle regole del gioco . Man mano che la partita procedeva , cresceva l’ ansia di gol e il nostro tifo si faceva sempre più rumoroso e così anche Davide si è convinto che si poteva seguire la partita. Il fatto è che lui era già talmente stanco e assonnato che solo saltuariamente si è unito ai nostri cori di incoraggiamento, poi è crollato….
Elisa invece ha voluto seguire fino all’ ultimo tiro dal dischetto e alla fine abbiamo esultato come tutti . Di corsa ho subito portato a letto i due cuccioli , ma per un po’ di tempo i clacson di alcuni tifosi ci hanno fatto rumorosa compagnia.

Una bella serata.

Sì, viaggiare….

Per finire questi miei brevi flash sul viaggio in Ungheria, vorrei fare ancora alcune considerazioni .

L’ aspetto organizzativo della nostra spedizione non ha mai mostrato pecche e anche gli alberghi erano in genere quanto di meglio le località potevano offrire; l’ autista è stato sempre puntuale ad ogni appuntamento e sempre molto prudente nella conduzione del mezzo a lui affidato; della guida ho già parlato: una signora non più giovanissima, ma molto esperta e molto colta, che ha saputo rendere interessante ogni tappa, mischiando di tanto in tanto alla storia del paese o all’ illustrazione dei fatti di attualità anche note sue biografiche, che ben esemplificavano i concetti che stava esponendo. Mi sono spesso affiancata a lei durante gli spostamenti a piedi e ho sempre potuto trovare un’ interlocutrice sensibile e intelligente.

L’ animazione del gruppo era affidata anche a don Ivano, il sacerdote che è sempre stato l’ anima dell’ UTE di Erba. Mi piaceva il suo modo provocatorio di discutere tutti gli argomenti (a proposito: quanto è vasta la sua cultura?) , anche quelli religiosi, che egli affrontava con spirito critico verso certe degenerazioni che nei secoli hanno finito col rendere meno chiaro e meno autentico il messaggio evangelico. Se la sua impostazione ideologica diventasse maggioritaria nella Chiesa, forse ne guadagnerebbe l’ immagine, piuttosto sfocata al giorno d’ oggi, con la quale Essa si presenta al mondo.

Il gruppo, poi, composto per lo più da coppie di coniugi o di amiche, si è sempre mostrato vivamente interessato agli aspetti culturali del viaggio, senza disdegnare i momenti conviviali e ludici.
C’ era una coppia di coniugi dietro di me (sul pullman) che sentivo chiacchierare con dovizia di particolari dei loro precedenti viaggi o di attualità : erano informatissimi su tanti argomenti e sono rimasta veramente stupefatta quando ho saputo che lui aveva 85 anni (!!!) e lei 77.
Se viaggiare fa invecchiare in modo così splendido, credo che viaggerò anch’ io, appena sarà possibile…

Località di vacanza (Ungheria: continua…)

Le mete preferite degli abitanti di Budapest per le ferie e i fine settimana sono l’ ansa del Danubio e il lago Balaton.

Nell’ansa del Danubio prevalgono le seconde case sparse sulle alture circostanti e immerse in tanto verde. A questo proposito sarà bene ricordare che la densità della popolazione ungherese è a occhio la metà di quella italiana e si può viaggiare a lungo in mezzo a boschi immensi percorsi da strade assai poco frequenta

Il lago Balaton mi ha sorpreso per la sua vastità e per la dolcezza dei panorami. Ci siamo arrivati in una splendida giornata di sole e le sue acque basse brulicavano di vele bianche (la sola navigazione consentita è quella a vela) Ho ritrovato l’ atmosfera tipica delle zone balneari e il caldo un po’ umido che si trova sulle rive di tutti i laghi. Il Balaton è minacciato dalla diminuzione costantedelle piogge che da sempre lo alimentano.

Budapest .

Dopo due giorni passati tra castelli e abbazie delle città minori, accompagnati da acquazzoni frequenti e temperature piuttosto freddine, siamo arrivati a Budapest (ricordatevi di pronunciare la “S” come fosse una “SC”).

budapest di notte

 

E’ una città molto bella con monumenti, palazzi e chiese stupendi, che stanno lì a ricordare il passato glorioso di questa città. Buda occupa la riva collinosa del Danubio ed è più residenziale, più calma e le famiglie più ricche è lì che vogliono abitare; Pest sorge invece in pianura ed è la parte in cui si svolgono tutte le attività economiche, culturali e mondane.

Visto dalla Cittadella il Danubio delude un po’: è vero, è maestoso, ha una grande portata d’ acque e merita certamente il suo posto nella classifica dei fiumi più lunghi, ma…. non è affatto BLU!! Come tutti i grandi fiumi ha un colore indefinito tra il grigio-verde-giallo. Tuttavia è percorso da numerosi mezzi di navigazione sia per il trasporto di merci che per il trasporto di passeggeri.

Il palazzo più suggestivo è certamente il palazzo del Parlamento, che specchia le sue guglie gotiche nelle acque del Danubio, ma rimane scolpita nella memoria anche “La Piazza degli Eroi”, in cui, attraverso una serie di statue , viene riassunta la storia del paese.

Ho accennato alla Cittadella: qui, accanto alle rovine di un’ antica fortezza, sorge un monumento di epoca comunista, che per l’ enfasi stucchevole e l’ aridità di ispirazione che ne traspare, ricorda certi nostri monumenti di epoca fascista: le dittature , di destra o di sinistra che siano , non sanno esprimere armonia e bellezza perchè queste non possono sopravvivere dove la libertà viene negata.

Certamente abbiamo anche visitato i luoghi e i monumenti che ricordano la fallita rivoluzione del 1956 e la nostra guida esprimeva un profondo rammarico per l’ indifferenza dell’ Occidente verso le sofferenze dell’ Ungheria…

Passando in pullman per la città, a un certo punto abbiamo visto un palazzo dipinto di celeste , circondato come da una fascia nera su cui spiccava la parola “TERROR” : era lì che si svolgevano gli interrogatori dei ribelli al regime e da lì molti non sono più tornati alle loro case.

Tutto sommato, credo che noi Italiani siamo turisti molto difficili da stupire, perchè siamo troppo abituati a vivere circondati dai tesori d’ arte che le varie epoche storiche ci hanno lasciato, ma devo confessare che durante la navigazione notturna sul Danubio a bordo di un battello, la vista estremamente incantevole dei palazzi illuminati, che si riflettevano nelle acque del fiume, era veramente emozionante e tutto il gruppo di cui facevo parte ha provato la mia stessa meraviglia.