Da un Roberto all’ altro.

Ieri sera si è conclusa la serie di spettacoli condotta da Fiorello, all’ insegna di due Roberto (senza voler nulla togliere a Jovanotti).
Tutti stamattina parlano di Roberto Benigni , e a ragione, ma la sua genialità è talmente riconosciuta da tutti che non sarò certo io, parlandone, ad aggiungere qualcosa di nuovo. Vorrei invece soffermamrmi su Roberto Bolle.

Vederlo danzare è come veder impersonata l’ ARMONIA : armonia e perfezione delle forme fisiche, armonia dei gesti, armonia globale di un umano che pare volare, come se avesse carpito agli uccelli il segreto della loro leggerezza: i suoi salti e i suoi volteggi sembrano vincere la forza di gravità e lui sembra librarsi nell’ aria come sospeso a fili invisibili che ne rallentino il ritorno al suolo.
Mi piace l’ idea che Bolle porti nel mondo il nome del nostro Paese: la sua è un’ immagine di grande genialità unita a costanza, capacità di sacrificio e umiltà nel sottoporsi a continui allenamenti.
Chi lo ammirerà prossimamente nei maggiori teatri del mondo non potrà non pensare che l’ Italia non è solo un paese arrivato sull’ orlo del baratro per troppa cialtroneria, ma dovrà richiamare alla mente il grande contributo di genio e di sensibilità che il nostro Paese ha dato alla cultura mondiale.

La prima brina.

Stamattina è comparsa la prima brina.  Il sole mi faceva pensare che si trattasse della solita rugiada mattutina, invece no: sulla capote dell’ auto c’ è proprio un leggero strato di ghiaccio .

 Chissà come saranno rimaste confuse le mammole (due) e le primule che erano fiorite fuori stagione nei giorni scorsi !!!

Un lago senza nome.

Molti anni addietro, affacciandomi al balcone , vedevo una collinetta alla mia sinistra , un vasto prato di fronte e un dosso a destra coperto di alberi.

Oggi invece , dopo le piogge torrenziali dei giorni scorsi, affacciandomi al solito balcone, vedo la solita collina a sinistra , a destra invece il dosso è sparito insieme al boschetto per far posto a un centro commerciale e davanti a me , oltre il muretto che delimita il cortile, è nato un laghetto, popolato da folaghe e germani reali, che sguazzano felici in questa nuova oasi. E’ un lago che non ha nome e che non si trova in nessuna carta geografica.

Di laghetti qui attorno ce ne sono già parecchi , ma  per portare il pane secco alle anatre ho sempre dovuto prendere l’ auto; ora potrei lanciarglielo con una fionda.

P.S. : L’ abbattimento del dosso con relativa vegetazione e la conseguente cementificazione del sito devono aver alterato il deflusso delle acque verso il lago di Pusiano. Speriamo che che non piova più per un bel po’ altrimenti ci troveremo a dover contendere il cortile agli uccelli lacustri.

Un pomeriggio interessante.

Oggi ,giornata intensa per me, nella mia veste di studentessa ultrastagionata: alle due e mezza aveva inizio sia la lezione del corso di inglese che la proiezione di un film molto interessante.

Naturalmente ho optato per l’ inglese visto che ha comportato un certo investimento economico e visto che potrebbe alla lunga facilitare la comunicazione con la parte di famiglia che parla questa lingua.

E’ la seconda lezione cui partecipo e mi son trovata a mio agio, nonostante gli altri “colleghi” siano al secondo anno di frequenza; il merito  però va ascritto all’ insegnante che è molto brava a creare un’ atmosfera simpatica e rilassata.

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Alla fine della lezione sono corsa nel salone in cui si stava proiettando il film “Senza destino” del  regista ungherese Lajos Koltai. Naturalmente mi son persa la prima parte, tuttavia la vicenda del ragazzino che si ritrova improvvisamente in un lager  mi ha subito coinvolto.

E’ stata un’ ora di immagini suggestive e sconvolgenti che raccontano  le sofferenze per la fame e per il freddo, le umiliazioni, la brutalità cui gli internati erano sottoposti .  L’ unica nota positiva è l’ amico del protagonista che lo sprona a mantenere la propria dignità per poter resistere e poter tornare a casa, ma il ragazzino non ne ha la forza e sta quasi per soccombere di stenti, quando arrivano gli alleati a liberare i prigionieri. Riesce a tornare a casa, ma lui è molto cambiato e  il mondo che ha lasciato un anno prima si mostra indifferente perchè forse non riesce nemmeno a immaginare l’ inferno in cui lui ha vissuto.

Il giovane attore protagonista  ha interpretato magistralmente lo stupore di chi non può capire l’ assurda violenza cui è sottoposto; tuttavia credo che la parte più interessante del film sia stata proprio il finale con il  problematico ritorno a una realtà per  cui il protagonista non ha più alcun interesse.

http://www.movieplayer.it/film/articoli/olocausto-ungherese_1065/

 

All’ Elmepe.

http://www.laprovinciadicomo.it/videos/Video/14693/

Il link rimanda ad un video girato al palazzo delle fiere di Erba, l’ ELMEPE. Ieri si è chiusa la mostra dell’ artigianato , che per alcuni giorni ha richiamato visitatori da molte zone vicine.

Ci sono andata anch’io proprio ieri: c’ era una gran folla, tanto che si procedeva a fatica tra gli stand degli espositori e si moriva dal caldo. C’erano stand dedicati all’arredamento e alla casa in genere, compresi i nuovi sistemi di isolamento per il risparmio energetico; c’ erano i produttori di bigiotteria e di accessori vari, nonchè pellicciai e profumieri; c’ erano i produttori di articoli natalizi, artisti che esponevano quadri , ceramiche, sculture in legno, orologi artistici e molto altro ancora.

C’ era poi il reparto della gastronomia: forse era il più affollato e io credo di aver capito il motivo: molti espositori offrivano piccoli assaggi dei loro prodotti per invogliare la gente all’ acquisto e  molti indugiavano qua e là per mettere in bocca un pezzetto di parmigiano, poi una fettina di prosciutto o un boccone di focaccia: un modo come un altro di unire l’ utile (merenda gratis) al dilettevole (visita ai padiglioni) per trascorrere un grigio pomeriggio di novembre.

 

Ungheria tra arte e storia.

Oggi, all’ U.T.E. (Università Terza Età), è continuato il “viaggio” nella storia e nell’ arte dell’ Ungheria.

La prima lezione ha avuto come argomento la musica di Bela Bartok , un musicista geniale per le innovazioni che ha portato al modo di trattare gli strumenti e al modo stesso di fare musica. Durante l’ ascolto dei brani, sapientemente commentati dalla relatrice, la figlia di quest’ ultima, una bambina deliziosa di circa 7/8 anni , inventava passi di danza classica con una naturalezza e una grazia incantevoli: era una gioia vederla . 

Nella seconda ora, la professoressa Chiesa ci ha raccontato la vita di due sante ungheresi : S. Elisabetta e S. Margherita, accomunate dal fatto di aver avuto una vita brevissima e di aver cercato la santità nella mortificazione corporale portata agli estremi.

Mi ha stupito ancora una volta riscontrare come in quel tempo, XIII secolo, la santità venisse intesa come ricerca della sofferenza fisica, fino alla auto-tortura, se così si può dire.

Ora mi pare giusto accettare le sofferenze che la vita ci riserva, ma mi pare grave ingratitudine verso il Creatore disprezzare e vilipendere il nostro corpo e la nostra salute che sono doni preziosi e che possono consentirci di fare tante cose buone per noi stessi e per gli altri.

 A questo link è possibile ascoltare un brano di B. Bartok.

http://www.youtube.com/watch?v=p-CmqtmHx8g&feature=related

4 Novembre.

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Il 4 novembre  è l’Italia che completa il suo percorso
di unificazione attingendo al sacrificio di tanti giovani,
strappati alle loro terre e alle loro famiglie e mandati a morire nelle trincee

Il 4 Novembre per me è la morte dei miei nonni
(uno dei quali giovanissimo);
è la rovina delle loro famiglie numerose,
rimaste allo sbando;
è la vita piena di stenti di due bambini
diventati poi i miei genitori.

Una viola non fa primavera..

L’ altro giorno, mentre sistemavo il giardino coi nipotini, ho visto una primula in vaso che stava per fiorire e la cosa mi ha sì sorpreso, ma mi son detta : – Sarà la solita “testa calda” : si sa che ce n’ è una in ogni famiglia e quella della famiglia delle primule è capitata qui…”

Ieri però ho scorto tra le foglie secche e l’ erba un po’ ingiallita una VIOLA MAMMOLA appena sbocciata!!! Credo sia la prima volta, nella mia non più breve vita, che mi càpita di vedere a novembre i fiori tipici della primavera.

Il clima di questi giorni è infatti più simile a quello di fine marzo che a quello tipico di questa stagione e i fiori si comportano come se fossero in serra, ma credo che fra poco dovranno ricredersi .

Se è vero che una rondine non fa primavera , nemmeno una viola ardita o una primula bizzarra possono farla, purtroppo!