Tempo di cambiamenti.

Poche sere fa , in un talk-show televisivo su non so quale canale,il filosofo Cacciari diceva che stiamo vivendo un momento simile a quello succeduto alla crisi e poi alla caduta dell’ Impero Romano.
Oggi viviamo la fine dell’ Occidente.
Trent’ anni fa abbiamo vissuto la fine del comunismo. Ricordate le ondate migratorie di polacchi, albanesi, ucraini? Ricordate le immagini dei disperati che morivano di fame e di freddo per le vie di Mosca?
Allora forse molti tra noi dicevano quasi con qualche compiacimento :- L’ avevo detto che non poteva durare troppo a lungo un sistema come quello comunista che comprime e annulla le libertà individuali. Il nostro sistema economico è un’ altra cosa… avrà pure i suoi difetti , ma vuoi mettere?-

Oggi invece assistiamo al declino dell’ occidente che ha fatto sua l’ idea del capitalismo e del mercato, pensando di poter contare su uno sviluppo interminabile, mentre altri capitalismi si stanno affacciando prepotentemente sulla scena mondiale.

Tutto questo porta con sè un rimescolamento di popoli e di culture paragonabili solo alle invasioni dell’ Impero di 1600 anni fa e protrattesi per alcuni secoli, provocando la scomparsa di civiltà e culture millenarie per far posto a nuovi modi di vivere e ad altre culture.

Credo che sia del tutto inutile arroccarsi in difesa dell’ esistente: la storia non si ferma. Sarebbe saggio cercare di capire come si stia evolvendo il mondo per preparasi a guidare questi cambiamenti prima che ci travolgano.
Oggi in chiesa si celebrava la “giornata dei migranti” e il parroco ha colto l’ occasione per parlare dei rifugiati cui il Comune di Erba ha offerto ospitalità, per evidenziare le loro sofferenze, i loro timori, il tormento di essere sradicati dalla propria terra e dai propri affetti.

E’ verso questi uomini e queste donne che va esercitata la virtù dell’ accoglienza in concreto, con gesti che ne favoriscano l’ inserimento e l’ integrazione.
Ricordo delle parole pronunciate tanto tempo fa e che sono ancora e sempre molto valide:” … Da questo riconosceranno che siete miei seguaci: dall’ amore gli uni verso gli altri ”
… E di questi altri non veniva specificato nè il paese di provenienza, nè il colore della pelle, nè la lingua ….

Il “mago” del computer.

Finalmente il black out è finito!
Ddue settimane fa, per sperimentare le mie abilità informatiche mi sono lanciata in una operazione forse troppo ardita: era comparsa su questo blog una scritta innocentissima: è disponibile una nuova versione…. clicca qui…

– Che bello!- mi son detta – chissà che miglioramento potrà venirne al mio blog…..
E clic! …. Di colpo è sparito tutto e da allora non ho potuto mai riaprire queste pagine.
Stasera però è arrivato mio figlio, il mio mago personale del computer … e dopo un lavoro complesso di quasi 3 ore è avvenuta la magia: sullo schermo è ricomparsa la prima pagina di “Nonna on line”

Così da stasera posso ricominciare a scrivere anche qui (oltre che su ELDAS).
Che bello avere un figlio informatico!!

Buon 2012!

Girando per blog ho trovato questo breve augurio cheyenne che rivolgo a tutti quelli che passeranno di qui.

“Che una vita colma di bene
sia sempre nell’aria che respiri.
Che il bene che ti avvolge
cresca con il vento del mattino”

Estremismi , fanatismi, integralismi…

http://www.ilpost.it/2011/12/26/gli-ebrei-israeliani-ultraortodossi-contro-le-donne/
In Israele esiste una minoranza di ebrei ortodosssi che nega l’ uguaglianza dei diritti alle donne, proprio come i musulmani più fanatici.
Ogni estremismo si somiglia , a qualunque credo appartenga, e va condannato senza esitazioni , prima che con la scusa dei contrasti religiosi si arrivi a quello scontro tra civiltà a cui troppi tendono con tutte le loro forze.
Si veda ad esempio ciò che succede in Nigeria contro i cristiani.

Buon Natale 2011!


Sarà per me un Natale particolare che mi porterà la gioia di avere qui con me i miei figli e nipoti, anche se solo per qualche giorno.
Sarà bello ritrovarsi qui la sera della vigilia tutti insieme e cercare di rendere lieta l’ attesa della mezzanotte; sarà bello vivere la meraviglia dei doni nel mattino del 25 con i “cuccioli”che vedono in quel momento realizzarsi una magìa .
Dentro ognuno di noi però ci sarà un angolo di tristezza per gli “assenti” : quelli che non ci sono più e quelli che potevano esserci …
Questo però non mi impedirà di ricordare quelli che sono lontani fisicamente, ma vicini con il cuore e quelli che sono in angustia per motivi di salute o per le tribolazioni che questa crisi porta con sè.
Buon Natale a tutti e un augurio particolare a quelli che passeranno di qui e che, pur non conoscendoli personalmente, considero buoni amici!

Voglia di verità.

Questa foto in bianco e nero di un Al Pacino invecchiato e che porta con dignità ed eleganza tutte le sue rughe , ha vinto il premio di Repubblica per la foto più bella scattata al festival del cinema di Venezia.
Il pubblico è forse stanco di gente mummificata dalla chirurgia plastica, gente che non riesce quasi più a muovere la bocca torturata da mille interventi, nè a sorridere perchè ogni muscolo del viso è pressochè paralizzato.
Mi ha fatto impressione nei giorni scorsi vedere le immagini di Putin anche lui quasi irriconoscibile: il volto liscio come una palla da bigliardo, lo sguardo inespressivo e una leggera tumefazione diffusa rendevano la sua immagine ancor più inquietante di quanto già lo era da sempre.

Al Pacino ha fatto un’ altra scelta, dettata forse dalla consapevolezza che il proprio valore non è legato tanto all’ estetica, ma al suo essere un vero artista.
E il pubblico ora pare apprezzare queste scelte; forse dopo tanta mistificazione della realtà la gente ha finalmente voglia di veritù.

Sorellitudine.

Da quanto tempo non passavamo una giornata insieme, non so…. L’ occasione ci si è offerta nei giorni scorsi: sono stata ospite da mia sorella per due giorni.
La differenza di età ci ha impedito da piccole di dividere giochi ed esperienze e quando io ero appena una ragazzina , lei si è sposata e i suoi problemi sono stati sempre molto diversi da quelli che vivevo io. Poi la vita mi ha portata via dal paese e da allora solo qualche incontro fugace con due eccezioni in occasione di miei guai di salute.
Abbiamo avuto ognuna la propria parte di tribolazioni: le mie non erano certo paragonabili alle sue, ma ugualmente mi hanno impedito di poterle essere vicina nei momenti più bui. Solo il telefono ci consentiva di capire i nostri stati d’ animo più con le parole non dette che con quelle espresse con un filo di voce, spesso incrinata dalla paura.

Ritrovandola dopo tanto tempo, ho potuto nuovamente apprezzarne le doti di ottima cuoca, l’ abilità nell’ arte del cucito, la sensibilità, la generosità, la forza di carattere sostenuta da una fede ammirevole e l’ affetto di cui mi ha saputo circondare.

Forse solo ad una certa età si sa apprezzare veramente il fatto di avere sorelle e fratelli, persone su cui puoi contare sempre.

Da un Roberto all’ altro.

Ieri sera si è conclusa la serie di spettacoli condotta da Fiorello, all’ insegna di due Roberto (senza voler nulla togliere a Jovanotti).
Tutti stamattina parlano di Roberto Benigni , e a ragione, ma la sua genialità è talmente riconosciuta da tutti che non sarò certo io, parlandone, ad aggiungere qualcosa di nuovo. Vorrei invece soffermamrmi su Roberto Bolle.

Vederlo danzare è come veder impersonata l’ ARMONIA : armonia e perfezione delle forme fisiche, armonia dei gesti, armonia globale di un umano che pare volare, come se avesse carpito agli uccelli il segreto della loro leggerezza: i suoi salti e i suoi volteggi sembrano vincere la forza di gravità e lui sembra librarsi nell’ aria come sospeso a fili invisibili che ne rallentino il ritorno al suolo.
Mi piace l’ idea che Bolle porti nel mondo il nome del nostro Paese: la sua è un’ immagine di grande genialità unita a costanza, capacità di sacrificio e umiltà nel sottoporsi a continui allenamenti.
Chi lo ammirerà prossimamente nei maggiori teatri del mondo non potrà non pensare che l’ Italia non è solo un paese arrivato sull’ orlo del baratro per troppa cialtroneria, ma dovrà richiamare alla mente il grande contributo di genio e di sensibilità che il nostro Paese ha dato alla cultura mondiale.